Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’ almanacco di Rock by Wild – 16 luglio

Kendall Stephen Chinn (19 ottobre 1962 – 16 luglio 2020)
Si ricorda oggi la morte di Ken Chinn noto con il nome d’arte Mr. Chi Pig. Era un cantante e artista punk rock canadese nato a Edmonton e residente a lungo a Vancouver. E’ stato membro della punk hardcore band SNFU dal 1981 fino alla loro pausa nel 2018. Altri gruppi di breve durata con cui Ken ha condiviso la carriera sono i Wongs, Little Joe e Slaveco. Chinn era un cantante energico, un artista prolifico e un paroliere sardonico. Fu anche uno dei primi sostenitori dell’identità queer nel punk rock. Le sue lotte con la dipendenza e i problemi di salute mentale erano ben documentate, e morì per problemi di salute non rivelati all’età di 57 anni.

5 Ricorrenze per il 16 luglio

Nasce Stewart Copeland

(Alexandria, 16 luglio 1952)

Oggi è il compleanno di Stewart Armstrong Copeland, batterista statunitense, ex membro del gruppo anglo-americano The Police. Nato ad Alexandria, Virginia, Copeland è figlio di un agente della CIA (Miles Copeland, Jr.) che si occupava di contatti col mondo medio-orientale e di un membro della British Intelligence, (l’archeologa scozzese Lorraine Adie).
A nove mesi dalla nascita, si trasferì con la sua famiglia nel Medio Oriente, stabilendosi a Beirut dove frequentò la American Community School; inoltre il padre, essendo stato un trombettista jazz negli anni trenta inizia ad impartire lezioni di trombone a Stewart. All’età di tredici anni, quando il fratello Ian prende in prestito una batteria da un amico, Stewart scopre la sua passione per lo strumento ed il padre provvede a fargli studiare lo strumento da uno dei più grandi batteristi del Libano. Nel 1966 la famiglia Copeland si stabilì in Inghilterra dove Stewart proseguì i suoi studi in un college a Millfield. Qui nelle ore dopo la scuola inizia a frequentare un corso di equitazione che diventerà la sua seconda grande passione; infatti negli anni a venire fonderà una sua scuderia. Si diploma e l’anno successivo s’iscrive all’Università di San Diego: è la prima volta che scopre gli Stati Uniti, il suo paese d’origine. In seguito si trasferisce a Berkeley dove si laurea. Si trasferì a Londra nell’estate del 1973, dove iniziò la sua carriera suonando con il gruppo di rock progressivo Curved Air nel 1975. Durante la sua militanza nel gruppo registrò due album, “Midnight Wire” e “Airborne“, ed inoltre sposò Sonja Kristina, la cantante del gruppo. Diventò famoso per la sua miscela di precisi, energici e creativi suoni rock con uno stile influenzato dal reggae a tal punto che la rivista Melody Maker lo volle intervistare per fare una biografia su di lui a soli 23 anni. Successivamente il gruppo si trova in un vicolo cieco e dopo un concerto a Newcastle non vengono programmati altri concerti. Ma è proprio in quell’ultima data che Stewart vede per la prima volta Sting in concerto, il cui gruppo si esibisce dopo i Curved Air. Di ritorno a Londra Stewart decide di contattare Sting per formare un gruppo punk. Sting lo raggiunge insieme alla moglie ed al loro figlio neonato ed assieme al chitarrista Henry Padovani forma il gruppo che inizialmente si chiamò Strontium 90. In seguito Padovani venne sostituito da Andy Summers e le sonorità che all’inizio erano punk cambiano nettamente in un mix di rock e reggae. Suo fratello maggiore, Miles Copeland III, fu il manager del gruppo nel quale Stewart militò dal 1977 al 1986, insieme a Sting e Andy Summers.
L’altro fratello Ian Copeland è invece stato promoter dei R.E.M., dei Simple Minds e dei Cure agli inizi della loro carriera, ed è prematuramente scomparso il 26 maggio 2006 per un tumore.
Durante la permanenza nei Police, con lo pseudonimo di Klark Kent realizzò un buon numero di singoli nel 1978, ed uno di questi, “Don’t Care“, ebbe anche un discreto successo nelle classifiche di quell’anno. Realizzò anche un album nel 1980, intitolato semplicemente “Klark Kent“, pubblicato in vinile verde, ma dovette abbandonare il progetto viste le difficoltà con i detentori dei diritti dell’omonimo personaggio dei fumetti. Dopo la rottura dei Police, nel 1986, pubblicò l’album “The Rhythmatist“; nel 1989 formò il gruppo Animal Logic insieme al bassista jazz Stanley Clarke ed alla cantante Deborah Holland. La band ebbe un discreto successo dopo la pubblicazione del primo album, “Animal Logic” ed al susseguente tour, ma le vendite del successivo album del 1991, “Animal Logic II“, furono basse ed il trio si sciolse.
In seguito cominciò a scrivere colonne sonore per film come Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola, per il quale nel 1983 ha vinto un Golden Globe, Talk Radio, Wall Street, Piovono pietre, serie televisive (un giustiziere a New York, Dead Like Me e Desperate Housewives per cui scrisse le canzoni solo per una puntata), videogiochi (Spyro the Dragon, Spyro: Ripto’s Rage!, Spyro: Year of the Dragon e Spyro: Enter the Dragonfly), opere e balletti.
Ha inoltre scritto la colonna sonora per l’episodio pilota della serie televisiva Babylon 5, The Gathering. Quando il telefilm diventò una serie settimanale, Copeland non era disponibile, e quindi venne ingaggiato Christopher Franke dei Tangerine Dream. Nel 2000 si è unito a Les Claypool dei Primus e Trey Anastasio dei Phish per creare la band Oysterhead, con cui ha pubblicato un solo album, “The Grand Pecking Order“, seguito da un tour con poche date e principalmente negli Stati Uniti, prima di sciogliersi. Si sono riuniti nel 2006 per un unico concerto al Bonnaroo. Nel 2002 Ray Manzarek e Robby Krieger dei Doors, vista l’indisponibilità di John Densmore, lo invitarono a registrare un nuovo album e fare un tour. Ma dopo che Copeland si ferì per cause non attinenti alla sua attività di musicista, l’accordo preso con i due finì in malo modo, con azioni legali da ambo le parti.
A partire dal 2004 collabora attivamente con l’ensemble Notte della Taranta, (di cui è stato maestro concertatore nel 2003), nel Salento, dove è ormai di casa, tanto da avere la cittadinanza onoraria di Melpignano, paese che, ormai da anni, ospita il grande evento. Negli ultimi anni è impegnato nella riscoperta del patrimonio etnomusicale e nella sintesi tra questo ed i linguaggi strumentali e musicali del rock e del jazz. Nel 2005 ha avviato il progetto Gizmo, insieme al chitarrista di avanguardia David Fiuczynski ed al tastierista italiano Vittorio Cosma. Il progetto prevede la rivisitazione di brani esclusivamente composti da Copeland sia nel periodo Police che nel periodo post-Police. I Gizmo, con la partecipazione di altri musicisti italiani, tra i quali Raiz, (ex Almamegretta), e Max Gazzè, si sono esibiti a Roma nel parco di Villa Ada nel luglio del 2005 per poi proseguire in tour per l’Italia.
Nel 2006 ha realizzato un film documentario sui Police, uscito in DVD, utilizzando vecchie pellicole da lui girate col suo (all’epoca) inseparabile super 8. Il film si intitola “Everyone Stares: The Police Inside Out” ed è stato presentato al Sundance Film Festival.
Nel 2007 torna a suonare con i Police, per un tour mondiale in occasione del trentesimo anniversario della formazione del gruppo. Inoltre per i suoi 40 anni di carriera è uscita una raccolta intitolata “The Stewart Copeland Anthology
Nel settembre 2010 ha pubblicato un’autobiografia intitolata “Strange Things Happen: Life with The Police, Polo, and Pygmies“.

John Panozzo ci lasciava

(Chicago, Illinois, Stati Uniti 20 settembre 1948 – Chicago, Illinois, Stati Uniti 16 luglio 1996)

Oggi si ricorda la morte di John Anthony Panozzo, batterista americano famoso per aver suonato negli Styx .
Panozzo è cresciuto nel quartiere di Roseland, lato sud di Chicago, Illinois, con il suo fratello gemello, Chuck. All’età di 7 anni, i gemelli hanno preso lezioni di musica da loro zio e John ha acquisito interesse per batteria e percussioni. Hanno frequentato la scuola cattolica e, infine, facevano parte di una banda di fisarmoniche. Hanno suonato ai matrimoni all’età di 12 anni con una paga di 15 dollari a testa.
Poi, nel 1961, John, Chuck, e il loro vicino di casa, Dennis DeYoung, formarono una band chiamata Tradewinds. Nel 1968 aggiungono i chitarristi/cantanti James “JY” Young e John Curulewski, cambiando il loro nome in TW4. La band firma poi per la Wooden Nickel Records e cambia il nome in Styx.
A causa dell’abuso di alcol durante gli anni, John ha iniziato ad ammalarsi di fegato. A metà degli anni 1990 si ammalò gravemente e cominciò a combattere la cirrosi epatica, alla fine muore di gastrointestinale emorragie; aveva 47 anni.
La band gli ha dedicato il tour dell’album del 1996 “Return To Paradise” e Tommy Shaw, che in precedenza aveva sostituito Curulewski, ha scritto per lui la canzone “Dear John“, come omaggio finale della band per il loro batterista e amico.
Panozzo ha usato batteria Premier durante i primi anni della band poi è passato a batteria Tama dal 1979. Ha suonato anche piatti Zildjian.

Jon Lord ci lasciava

(Leicester, 9 giugno 1941 – Londra, 16 luglio 2012)

Oggi si ricorda la morte di Jonathan Douglas Lord, compositore, pianista e organista britannico, tra i tastieristi più famosi della scena del Rock, fondatore e membro dei Deep Purple. Fu un grande innovatore dell’organo hammond di cui è stato uno dei più famosi utilizzatori, riuscendo a rendere il suo suono ruggente e adatto al sound hard rock. Fu anche membro della band Whitesnake.
Votato fin da giovane alla musica, (anche il padre era un musicista), iniziò a prendere lezioni di pianoforte. Terminati gli studi, nel 1959, si trasferì a Londra dove frequentò il Royal College of Music. Dopo le prime esperienze come pianista jazz in alcune band, si trovò a far parte della Red Bludd’s Bluesicians, chiamatasi successivamente The Art Wood Combo e quindi The Artwoods quando Art, (fratello maggiore di Ronnie Wood), vi prese parte come cantante.
Gli Artwoods finirono sotto contratto con l’etichetta discografica Decca Records e incominciarono a suonare senza sosta nei locali e club londinesi, finendo, nel 1966, nella classifica inglese con il singolo “I Take What I Want“. Lo stesso anno viene pubblicato l’album “Art Gallery“.
Nel 1967 la formazione cambia di nuovo nome, presentandosi come St Valentines Day Massacre in occasione dell’uscita di un loro singolo. Nello stesso periodo Lord si diploma al conservatorio, sviluppando un certo gusto per la musica classica che poi non abbandonò più.
Nel frattempo era anche arrangiatore e session-man, (da ricordare la sua partecipazione nel 1964 al primo album omonimo dei Kinks), e formò i Santa Barbara Machine Head che però si divisero con solo tre brani registrati all’attivo.
Successivamente prese parte ai The Flowerpot Men dove incontrò il bassista Nick Simper e quindi il batterista Chris Curtis che lo avvicinò a Tony Edwards, uomo d’affari e manager. In questo incontro gli venne proposto di formare una nuova band che, verso il 1967, coinvolse anche il chitarrista Ritchie Blackmore, dando così il via al primo nucleo originario dei Deep Purple.
Jon Lord nei Deep Purple rivelò il proprio stile, unendo erudizioni da pianista e organista classico, (notevoli in proposito le influenze da Beethoven alla musica organistica di Bach), a ben più energiche esecuzioni all’organo Hammond in chiave blues e rock.
È curioso l’utilizzo dell’amplificatore Marshall da parte di Jon Lord, che amplificava il proprio organo Hammond attraverso l’amplificatore “per chitarra” Marshall, rendendo il sound dei Deep Purple unico al mondo.
Nella band suonò dal 1968 al 1975 nelle classiche formazioni MK I, II, III, IV e su tutti e dodici gli album da studio e live. Esegue anche progetti paralleli che lo portarono a realizzare “The Gemini Suite“, “Windows” (1974) e “Sarabande” (1976).
Jon collaborò anche con Ashton Gardner & Dyke nella realizzazione di una colonna sonora “The Last Rebel” (1971).
Nel 1976, insieme a Ian Paice e Tony Ashton formò i Paice Ashton Lord che pubblicarono un solo album seguito da un tour.
Dopo il 1978, Jon lavorò anche con Maggie Bell prima di far parte dei Whitesnake a partire dall’agosto del 1978.
Incise sei album col gruppo di David Coverdale e contemporaneamente, fuori dalla band, suonò anche in due lavori solisti del chitarrista dei Whitesnake, Bernie Marsden; compose il tema musicale per il “Country Diary of an Edwardian Lady” e nel 1982 pubblicò un proprio album solista “Before I Forget“, prima dell’abbandono dei Whitesnake e del riavvicinamento con i Deep Purple nel 1984 che lo vide impegnato nella pubblicazione di altri sei album.
Nel 1999 pubblicò un altro lavoro solista “Pictured Within” e nel 2001, per problemi fisici, lasciò temporaneamente i Deep Purple per poi tornare e salutarli definitivamente nel 2002 dopo un tour in Inghilterra.
Nel 2003 partecipò a un progetto blues e pubblicò “Live at the Basement” con la Hoochie Coochie Man dell’ex Rainbow, Black Sabbath, Ozzy Osbourne e Uriah Heep, Bob Daisley. Il DVD e il relativo CD saranno ripubblicati con materiale bonus da Edel Records sul finire del 2007.
Nel 2004 ha pubblicato “Beyond the Notes“, lavoro di impronta classica e orchestrale, registrato con la collaborazione degli archi del Trondheim Soloist, mentre per le parti vocali hanno partecipato Sam Brown, Anni-Frid Lyngstad e Miller Anderson.
A settembre 2007 pubblica un nuovo album di blues rock sotto il marchio Hoochie Coochie Men, sempre insieme a Bob Daisley. Il disco “Danger: White Men Dancing” pubblicato da Edel Records, vede anche la prestigiosa partecipazione di Ian Gillan in due brani, di fatto un’inattesa riunione dei due storici componenti dei Deep Purple. L’album è anche stato pubblicato in una confezione limitata con un DVD di oltre 40 minuti in cui Jon Lord racconta i retroscena che lo hanno riportato al rock con questa band.
Il 9 agosto 2011 Jon Lord ha dichiarato sul suo sito ufficiale di essere malato di cancro e di dover momentaneamente interrompere ogni sua performance per poter seguire i trattamenti e le cure della malattia.
È morto all’età di 71 anni il 16 luglio 2012 alla London Clinic per un’embolia polmonare dopo una lunga lotta contro il tumore al pancreas di cui soffriva da circa un anno.
Il 30 settembre del 2014 viene pubblicato l’album tributo “Celebrating Jon Lord“, resoconto del concerto tenuto il 4 aprile del 2014 alla Royal Albert Hall di Londra, al quale hanno partecipato tra gli altri Paul Weller, Bruce Dickinson e Rick Wakeman.

Johnny Winter ci lasciava

(Beaumont, 23 febbraio 1944 – Zurigo, 16 luglio 2014)

Oggi ricorre il giorno della morte di John Dawson Winter, meglio noto come Johnny Winter, celebre chitarrista e cantante statunitense, di blues/rock. Celebre anche per il virtuoso uso della chitarra slide e per i suoi lunghi capelli bianchi: Winter, infatti, era affetto da albinismo. L’esordio discografico avviene nel 1968 con l’album omonimo in cui suonano autentiche leggende del blues: Willie Dixon al contrabbasso e Little Walter all’armonica, (entrambi membri della storica formazione della Muddy Waters Band), e Tommy Shannon al basso elettrico, (futuro Double Trouble, la band di Stevie Ray Vaughan). Nel disco suona anche il fratello Edgar Winter, sassofonista, anch’egli affetto da albinismo. Dopo la pubblicazione del successivo “Second Winter” del 1969, Johnny entra nella Muddy Waters Band che nel bienno 1968-1970 aveva subito le gravi perdite di Little Walter e Otis Spann. Ha partecipato nel 1969 allo storico Festival di Woodstock, in cui suonò nove pezzi, tra cui una versione di “Johnny B. Goode” di Chuck Berry. Viene trovato privo di vita nella sua stanza d’albergo vicino a Zurigo la sera del 16 luglio 2014. Aveva 70 anni. Due giorni prima aveva partecipato al Cahors Blues Festival in Francia e qualche mese prima tenuto un concerto a Roma. Le cause della morte non sono state rivelate. Nel settembre 2014 è uscito il suo album postumo “Step Back“.

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