Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’almanacco di Rock by Wild – 24 novembre

4 Ricorrenze per il 24 novembre

Nasce Pete Best

(Chennai, 24 novembre 1941)

Compie gli anni oggi Randolph Peter, alias Pete Best, famoso per essere stato il primo batterista dei Beatles dal 12 agosto 1960 al 16 agosto 1962. Benché fosse quello che legava meno col resto del gruppo e che preferiva appartarsi mentre gli altri elementi socializzavano, Best si era rivelato un elemento fondamentale per la notorietà dei Beatles. Il batterista aveva sviluppato ad Amburgo un personale stile strumentale che gli aveva procurato il nome di “Atom Beat“. Era molto popolare a Liverpool per il suo aspetto tenebroso e aveva un notevole seguito di ammiratrici, in certi casi molto superiore a quello degli altri componenti. Una volta, per accontentare le fan, si ricorse persino ad un’insolita collocazione della batteria in primo piano rispetto agli altri strumentisti sul palco.
Il 6 giugno del 1962, i Beatles furono convocati negli studi di registrazione EMI di Abbey Road per un provino. In quell’occasione il produttore George Martin individuò Best come l’anello debole del gruppo, e pretese da Brian Epstein, loro manager, la sua sostituzione. Nell’agosto del 1962 Best venne licenziato e sostituito da Ringo Starr, allora batterista del gruppo Rory Storm and the Hurricanes, anche se altri sostengono che il suo allontanamento fu dovuto non alla sua mancanza di abilità strumentale né al suo carattere schivo e taciturno, ma in larga misura a gelosie interne al gruppo, data la sua notorietà che offuscava gli altri tre musicisti.

Nasceva Bob Burns Jr.

(Jacksonville, 24 novembre 1950 – Cartersville, 3 aprile 2015)

Oggi si ricorda il compleanno di Robert Lewis “Bob” Burns Jr., batterista statunitense, noto come membro originale del gruppo southern rock Lynyrd Skynyrd.
È tra i fondatori del gruppo, di cui ha fatto parte dal 1966 al 1971, poi nuovamente dal 1972 al 1974 e occasionalmente nel 2006.
Il 3 aprile 2015 muore all’età di 64 anni a causa di un incidente stradale.

Eric Carr ci lasciava

(New York, 12 luglio 1950 – New York, 24 novembre 1991)

Oggi moriva Eric Carr, nome d’arte di Paul Charles Caravello, secondo batterista dei KISS, lasciando esterrefatti migliaia di fan della band sparsi in tutto il mondo.
Sul finire del 1980, Eric Carr partecipò all’audizione e Paul Stanley, stando alle sue dichiarazioni, lo scelse (oltre alla sua bravura) per la sua semplicità ed umiltà (alla fine dell’audizione, il futuro batterista dei KISS chiese un autografo ai componenti della band convinto del fatto che non avrebbe più avuto un’occasione del genere) ed iniziò per lui la carriera con uno dei gruppi più popolari del periodo. Su consiglio dell’allora fidanzata, il neo-batterista del gruppo scelse di cambiare il suo nome, prima in Rusty Blades e poi in Eric Carr. Come gli altri membri, egli doveva avere un make up che rappresentasse un personaggio. Inizialmente scelse quello di “The Hawk” (Il Falco), in seguito cambiato in “The Fox” (La Volpe), dato che disegnare la maschera del primo personaggio richiedeva troppo tempo.
Con i KISS esordisce nel tour a supporto dell’album “Unmasked“. Nel 1981 partecipò alle registrazioni del suo primo album con i KISS: “Music from The Elder“, album che doveva essere la colonna sonora di un film in realtà mai prodotto. Il disco, comunque, ebbe un riscontro negativo a livello commerciale.
Dopo anni di successi e dopo il tour di “Hot in the Shade” (la sua ultima performance dal vivo avvenne il 9 novembre 1990 al “Madison Square Garden” di New York City), Eric accusa problemi di salute ed è costretto ad abbandonare il gruppo. I medici diagnosticarono una forma di cancro al cuore che si formò nell’atrio destro dell’organo. Sfortunatamente, la malattia si estese fino ai polmoni ed Eric fu costretto ad una lunga degenza in ospedale a New York. Dopo aver effettuato la chemioterapia, Carr mostrava lenti miglioramenti di salute. Sembrava riprendersi e i medici dichiararono che era completamente guarito. Fu una parentesi di gaudio di breve durata e, a due mesi dalla guarigione, nel mese di settembre, venne ricoverato di nuovo per due inaspettate emorragie cerebrali. Questa volta non ci fu nulla da fare ed Eric si spense il 24 novembre del 1991. La sua morte fu un profondo dolore per i KISS (con cui il batterista aveva instaurato un grande rapporto di amicizia) e fu un evento di lutto per il mondo del rock. Eric se ne andò lasciando la sua compagna, la playmate Carrie Stevens, che gli fu sempre vicino nel suo ultimo travagliato periodo di vita. I fan, che all’inizio non sembravano accoglierlo caldamente, ricordano positivamente la sua personalità e la sua morte lasciò un vuoto dentro di loro.
Curiosamente, la morte di Eric avvenne nella medesima data di quella di Freddie Mercury, celeberrimo cantante dei Queen.
Anni dopo la sua morte, venne dato alle stampe un album a suo nome, “Rockology” (1999), pubblicato dall’amico e collega nei KISS Bruce Kulick.

Freddie Mercury ci lasciava

(Zanzibar, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991)

Oggi ci lasciava anche Freddie Mercury, nome d’arte di Farrokh Bulsara, lo storico cantante dei Queen. Fu fondatore nel 1970 della band inglese, di cui fece parte fino alla morte. È ricordato per il talento vocale e la sua esuberante personalità sul palco. Per i Queen fu autore di brani di successo quali “Bohemian Rhapsody“, “Crazy Little Thing Called Love“, “Don’t Stop Me Now“, “It’s a Hard Life“, “Killer Queen“, “Love of My Life“, “Play the Game“, “Somebody to Love” e “We Are the Champions“.
Oltre all’attività con i Queen, negli anni ’80 intraprese la carriera solista con la pubblicazione di due album, “Mr. Bad Guy” (1985) e “Barcelona” (1988), quest’ultimo frutto della collaborazione con il soprano spagnolo Montserrat Caballé, il cui singolo omonimo divenne l’inno ufficiale dei Giochi della XXV Olimpiade. Ammalatosi di AIDS, sviluppò, a causa di ciò, una grave broncopolmonite che lo portò alla morte, sopravvenuta il giorno seguente alla pubblica dichiarazione del suo grave stato di salute.
In suo onore, il 20 aprile 1992 fu organizzato il Freddie Mercury Tribute Concert, al quale parteciparono molti artisti musicali internazionali; i proventi dell’evento furono utilizzati per fondare The Mercury Phoenix Trust, organizzazione impegnata nella lotta all’HIV.
Freddie Mercury è considerato uno dei più grandi e influenti artisti nella storia del rock; nel 2008 la rivista statunitense Rolling Stone lo classificò 18º nella classifica dei migliori cento cantanti di tutti i tempi mentre Classic Rock, l’anno successivo, lo classificò al primo posto tra le voci rock.

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