Myberries + Kings On Fire @ Stazione Birra - 20 11 2015Live Report Live Report Locali 

Tribute To… Myberries + Kings On Fire @ Stazione Birra – 20 11 2015

Le tribute band sono un po’ croce e delizia per tutti i fan e puristi di band famose. Spesso non sono viste di buon occhio perché considerate una copia arrabbattata, o addirittura tacciate di fare il verso agli artisti originali.
Eppure in Italia, luogo dove il fenomeno delle tribute è più radicato, ci sono validi esempi di tributi che portano avanti il nome di tutti quei gruppi che è difficile ammirare dal vivo.

Quante volte ci siamo trovati a chiederci “ma perché quel gruppo non viene mai a Roma?”, o anche “ma possibile che i gruppi vanno solo a Milano?”. Spesso la motivazione è che solamente al nord ci sono strutture adatte ad accogliere determinati spettacoli. Non è poi da escludere la crisi che ha colpito da qualche anno il settore della musica live, con presenze sempre più esigue.

Dunque l’idea di questa rubrica nasce con l’intento di portare sotto le luci della ribalta tutte quelle band italiane che hanno formato delle tribute, e che tengono alto il nome dei gruppi che più amiamo. Fra queste, molte sono davvero talentuose e si impegnano con anima e corpo nell’offrire al proprio pubblico uno spettacolo degno di tale nome, riproponendo fedelmente non solo il sound, ma anche le voci, le movenze e le particolarità di un cantante/gruppo.

Ho voluto aprire questo appuntamento con due band a mio avviso più che valide, ovvero i Myberries, tributo ai Cranberries, e i Kings on Fire, tributo ai Kings of Leon, che venerdì hanno condiviso il palco di Stazione Birra. Ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con entrambi, chiedendo loro cosa vuol dire essere un tributo, cosa li ha spinti a diventarlo e come il pubblico si è posto nei loro confronti.

Kings Of Fire

Iniziamo con i Kings on Fire: Andrea “Soccio” Valenti – Voce, Luca Tiraterra – Batteria, Andrea “Piv” Peverini – Chitarra ritmica, Andrea Tonnicchi – Basso, Livio Montarsi – Chitarra, Francesco “Franky” Giglioni – Chitarra solista.

Come, dove e quando nascono i Kings On Fire?

Andrea Valenti:L’idea di formare un tributo ai KOL è mia (Andrea “soccio” Valenti) iniziata circa 3 anni fa perché era il mio gruppo preferito. Ho fatto molti concerti con diverse formazioni, anche fuori dal Lazio, fino ad arrivare a quella attuale con Francesco “franky” Giglioni (chitarra solista), Andrea Tonnicchi (basso elettrico) coloro che, bene o male, mi hanno sempre seguito in questo progetto, e le new entry Andrea “piv” Peverini (chitarra ritmica) e Luca Tiraterra (batteria).

Qual è stata la spinta che ognuno di voi ha avuto per suonare le canzoni dei Kings of Leon?

Andrea Valenti: La spinta è dettata dall’animo, dalle basi che ogni singolo elemento del gruppo ha. Siamo tutti grandi appassionati delle colonne portanti della musica anni ’70 ed i KOL, a nostro parere, sono un’ottima parentesi Rock in questo momento storico dove, ahimè, scarseggia.

Cosa si prova a portare su un palco le canzoni di una band famosa, sapendo che siete degli interpreti?

Andrea Valenti: Lo facciamo per divertirci, ma allo stesso tempo con impegno e cura per rendere al meglio le canzoni. I fan dei KOL sono molto esigenti e solo la passione che un musicista ha per lo strumento permette una riproduzione fedele del pezzo. Franky, Andrea, Piv e Luca sono dei ricercatori del sound dei componenti dei Kings, sono attenti al minimo particolare in ogni singolo pezzo!

Qual è stato il migliore o peggiore commento che i fan dei Kings of Leon vi hanno fatto?

Andrea Valenti: Finora solo commenti positivi e di incoraggiamento per fortuna. Riprodurre i Kings of Leon in Italia è difficile perché poco conosciuti e poco lanciati dalle radio. Quando ci siamo esibiti in punti centrali della Capitale, irlandesi ed americani in primi, sono stati entusiasti dei nostri live!

Cosa pensate di quella fetta di pubblico, amanti dei Kings Of Leon, che non approva le tribute band?

Francesco Giglioni: Da una parte li capiamo. Purtroppo le Tribute rubano parecchio spazio alle nuove formazioni emergenti. Credo sia un problema di “cultura”. In Italia si dà spazio ai talent show e poco alle band, di conseguenza i veri musicisti, anche per vedersi retribuire il loro “lavoro”, suonano appassionatamente i pezzi delle loro band preferite. È un discorso particolare.

Cosa vuol dire per voi essere una tribute? Con quale spirito affrontate una performance?

Andrea Tonnicchi: Cerchiamo di interpretare al massimo le performance che gli stessi KOL hanno fatto nei vari live in giro per il mondo. Interpretare una band, vuol dire anche trasmettere il loro messaggio musicale. È anche una rappresentazione teatrale!

Parliamo adesso della musica in generale. Cosa pensate della crisi che la musica live sta affrontando nel nostro Paese, e nello specifico nel panorama romano?

Andrea Tonnicchi: Come abbiamo detto in precedenza, la colpa principale è di coloro che si affidano più ai talent che alle band. È vero anche che la domanda la gestisce il pubblico, di conseguenza potremmo dire che le band sono meno gettonate dei cantanti. Sono scuole di pensiero.

Oltre ai Kings On Fire, avete altre band o progetti musicali, anche futuri, cui vi dedicate?

Andrea Tonnicchi: Tutti noi siamo musicisti a tutto tondo. Franky è il chitarrista dei Rocket Queen ed ha suonato anche in Romania ultimamente riscuotendo grande successo. Soccio ha un progetto tutto suo (I Was A Cloud) e va molto forte. Io suono in diverse band quali Attimpuri, Ghostplay Coldplay Tribute, Brick Floyd Pink Floyd Tribute e ce ne sono altri in cantiere. Per quanto riguarda Piv e Luca, la loro passione li ha portati a prendere la musica come un lavoro. Studiano e insegnano questa splendida arte!

La vostra canzone dei Kings Of Leon preferita e perchè.

Tutti: “Sex on Fire“. Ogni volta che la suoniamo, il pubblico si gasa!

MyBerries

È ora la volta dei Myberries: Valentina Viola – Voce e Chitarra Ritmica, Marco Pintus – Chitarra solista, Daniele Curzi – Basso, Daniele Lissoni – Batteria.

Come, dove e quando nascono i Myberries?

Valentina: I Myberries nascono da una mia idea che aveva l’intenzione di portare avanti il mio precedente progetto di tributo ai Cranberries.

Qual è stata la spinta che ognuno di voi ha avuto per suonare le canzoni dei Cranberries?

Valentina: Io sono figlia della musica anni ’90 con un amore sfrenato per la musica rock: all’età di 12 anni erano la mia band preferita.
Daniele Curzi: Con la musica anni ’90 ci sono cresciuto ed i Cranberries erano uno dei gruppi che ascoltavo di più in quegli anni.

Cosa si prova a portare su un palco le canzoni di una band famosa, sapendo che siete degli interpreti?

Valentina: Essere degli interpreti e non cadere nell’imitazione è la parte più difficile per chi suona in un tributo. Finora ho fatto quello che mi sentivo sul palco: ho cantato con amore quelle canzoni e ho interpretato un personaggio.
Daniele Curzi: Fare una tribute è un lavoro impegnativo e mai banale, bisogna sempre dare un tocco personale ai pezzi per non fare delle sciatte copie, io cerco di metterci sempre del mio nelle linee di basso non copiando banalmente quello che fa l’originale.

Qual è stato il migliore o peggiore commento che i fan dei Cranberries vi hanno fatto?

Valentina: Che siamo la Tribute migliore in circolazione, oppure che chiudendo gli occhi si sentivano a un vero concerto dei Cranberries!
Daniele Curzi: Non ho avuto ancora occasione di ricevere insulti con i Myberries!

Cosa pensate di quella fetta di pubblico, amanti dei Cranberries, che non approva le tribute band?

Valentina: Il fatto è che noi lavoriamo duro per portare sul palco un lavoro decente e degno del nome che porta. Il pubblico ce lo siamo guadagnato per come abbiamo suonato, con umiltà, noi e non per canzoni già scritte!
Daniele Curzi: Tribute contro originali è una vecchia guerra che non ha senso fare. Un tributo è un impegno come fare musica originale.

Cosa vuol dire per voi essere una tribute? Con quale spirito affrontate una performance?

Valentina: Prima di ogni concerto c’e’ sempre grande emozione. Non sempre le cose vanno nel migliore dei modi, la parte più soddisfacente rimane nel fatto che ci sono persone che ci seguono spesso, pagano un biglietto e ci confermano che il nostro lavoro a loro piace ogni volta.
Daniele Curzi: Essere una riproduzione fedele degli originali senza copiarli. Affronto la performance sempre con entusiasmo e gioia, per me la musica è fondamentale e suonare mi rende felice. Ovviamente ci sono serate positive ed altre meno.

Parliamo adesso della musica in generale. Cosa pensate della crisi che la musica live sta affrontando nel nostro Paese, e nello specifico nel panorama romano?

Valentina: La musica non è favorita dall’evoluzione e dal progresso tecnologico! Non si comprano più i dischi nei negozi. Si comprano on line. Oggi devi passare per un talent, a volte le persone si scoraggiano e la bella musica rimane nei cassetti. Bisogna rassegnarsi al fatto che i tempi cambiano e cambiano le cose.

Avete suonato anche in locali fuori il territorio laziale. Che differenze ci sono, in termini di pubblico e partecipazione, rispetto ai suddetti confini?

Valentina: Abbiamo suonato in diversi locali in giro per l’Italia ma l’atteggiamento del pubblico è sempre lo stesso! Chi ama i Cranberries o chi ne apprezza qualche canzone è sempre felice di ascoltarci e li ringraziamo per questo!
Daniele Curzi: Ovunque sono stato ho notato molta più partecipazione nei piccoli centri dove si radunano veri appassionati di musica live.

Oltre ai Myberries, avete altre band o progetti musicali, anche futuri, cui vi dedicate?

Valentina: Personalmente, scrivo canzoni e mi piacerebbe concludere in lavori di brani inediti. Ma penso anche alla possibilità di interpretare canzoni che mi piacciono come già ho fatto in passato.
Daniele Curzi: Suono il basso nella tribute band dei Muse “BEMUSE“, ho avuto tributi e cover band di molti generi diversi… anche qualche gruppo originale che purtroppo non è andato.

La vostra canzone dei Cranberries preferita e perchè.

Valentina: La canzone capolavoro dei Cranberries si chiama “Daffodil Lament” dall’album che amo di più in assoluto. I suoni, la semplicità e la complessità dei sentimenti che sono espressi ne fanno una delle canzoni più belle che abbia mai ascoltato.
Daniele Curzi: La mia canzone preferita è “Forever Yellow Skies” da “To the Faithful Departed“, album al quale sono particolarmente legato.

Myberries + Kings on Fire – Gallerie Fotografiche

Stazione Birra ha accolto venerdì 20 novembre l’incontro-scontro fra due rock band che da sole rappresentano la musica del passato, con i Cranberries, e il rock attuale con i Kings of Leon. Entrambi i gruppi hanno saputo portare all’attenzione del pubblico presente bravura, in quanto musicisti, ma soprattutto la passione con cui si dedicano a questi progetti. Il calore dei presenti, e la professionalità dei fonici del locale, hanno dato vita ad uno spettacolo godibile e piacevole. Nota di merito va poi a Valentina e Andrea che grazie alle loro doti canore hanno riproposto in modo impeccabile le voci di Dolores O’Riordan e Anthony Caleb Followill.

Galleria Fotografica Myberries

Myberries Setlist:
NEW NEW YORK – HOW – TOMORROW – ORDINARY DAY – ANIMAL INSTINCT – JUST MY IMAGINATION – ODE TO MY FAMILY – I CAN’T BE WITH YOU – PROMISES – ZOMBIE – SALVATION – DREAMS

Galleria Fotografica Kings Of Fire

Kings on Fire Setlist:
THE BUCKET – KING OF THE RODEO – NOTION – SUPERSOAKER – RADIOACTIVE – PYRO – RED MORNING LIGHT – MOLLY’S CHAMBERS – FANS – CALIFORNIA WAITING – SEX ON FIRE – TEMPLE – FOUR KICKS – USE SOMEBODY

Un ringraziamento particolare va a Massimiliano Liburdi, Silvia Mondati e Purple Frame Studio per avermi concesso di inserire le loro foto della serata.

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