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Recensione di DELAIN – “Moonbathers”

Il symphonic metal dei Delain ha compiuto 10 anni nel 2016. L’evento è stato festeggiato con il 5° full length album (con tanti EP in mezzo), “Moonbathers“, pubblicato ad agosto 2016.

Dieci anni sono tanti. O per lo meno lo erano 20 o 30 anni fa. Dagli anni ’80 ma ancor di più dagli anni ’90, la vita delle band musicali in relazione al loro catalogo, si è sfasata. Se un tempo ogni nuovo album rappresentava per un artista un nuovo punto di arrivo e di partenza per nuove sfide, la tecnologia applicata, il cambiamento del mercato discografico e la società in generale, hanno portato ad avere da una parte, band arrivate al 10° album (magari in 20 anni) ancora seguiti solo da amici e parenti, più qualche aficionados duro e puro che ascolta tutto e di più (ma solo del suo genere preferito), dall’altra parte, band che pubblicano il loro album ogni tanto come contentino per l’etichetta ma che preferiscono puntare sul mercato, ancora proficuo, dei concerti (se l’agenzia è forte e capace), dove magari si riesce anche a vendere qualche copia (originale) della propria fatica artistica.

Sia o meno importante, a livello generale, il traguardo dei dieci anni di una band resta importante per le singole persone coinvolte nel progetto, rivestendo per costoro una buona occasione per fare il punto della situazione, tirare le somme, organizzarsi per i prossimi dieci.

Delain - Moonbathers - Album CoverI Delain lo fanno con un album che non aggiunge o toglie nulla alle loro capacità tecniche e artistiche ma lo fanno consolidando almeno la loro scelta, vincente alla lunga, di non avere una propria cifra stilista particolare. La voce di Charlotte Wessels è senz’altro un punto di pregio, come sempre. I loro azzeccati ritornelli e i riff non sono mai eccessivamente coatti ma bensì cesellati e pimpanti. Pur nel bisogno di mantenere coerenza nel corso dell’album le epiche della non esaltante “Hands of Gold” (con la prezzemola Alissa WhiteGluz) e di “Pendulum“, come sonorità e armonie si confondono con le dolci e disperate “Chrysalis” e “The Hurricane“e la quasi-strumentale (e nevosa) “The Monarch“, immergendo tutto nello stesso bagno di triste ombra lunare. Colpa della produzione? Poco tempo per settaggi e accordature?

Trascinanti melodie hard hyperballad (qualunque cosa significhi) tipo, “Suckerpunch” e “Turn The Lights Out” (entrambi i brani già conosciuti dal precedente EP “Lunar Prelude“), si muovono tra queste melanconiche tintarelle di luna … color latte … ed epiche musiche da film hollywodiano d’azione (anche la già citata “The Monarch“). “Danse Macabre” e “Fire With Fire” servono bene l’esigenza di portare avanti l’album senza annoiare: esaltano (mai troppo) ma non annoiano. Indicativo del polso dell’intero album è la loro versione di “Scandal” dei Queen che contrariamente ai pareri medi sentiti in giro, non mi ha particolarmente entusiasmato, neanche annoiato ma neanche esaltato.

L’impasto symphonic(o)- synth del loro metal rischia spesso di saturare se non si ascolta l’album “Moonbathers” con un buon impianto ma almeno la melodia e gli strumenti principali restano ben distinguibili (a parte il basso elettrico, sempre penalizzato), lasciando in primo piano, giustamente, la voce.
Le tracce di questo album sono “canzoni”. Iper ultra condite di effetti ma fondamentalmente, canzoni.
I Delain lo sanno, se lo possono permettere e così fanno.

Delain – “Moonbathers”

Artista/Band: Delain
Album: “Moonbathers”
Data di Pubblicazione: 26 agosto 2016
Etichetta: Napalm/Audioglobe
Produzione: Martijn Westerholt presso Mantis Studio di Wateringen e Trypoul Studios di Neerkant, Olanda
Artwork: Glenn Arthur, Wendy van den Bogert-Elberse

Tracklist – “Moonbathers”

1-Hands Of Gold
2-The Glory and the Scum
3-Suckerpunch
4-The Hurricane
5-Chrysalis – The Last Breath
6-Fire With Fire
7-Pendulum
8-Danse Macabre
9-Scandal (Queen cover)
10-Turn The Lights Out
11-The Monarch

Line Up – “Moonbathers”

Charlotte Wessels: voce
Martijn Westerholt: tastiere, orchestrazioni, voce di supporto, produzione
Otto Schimmelpenninck van der Oije: basso elettrico
Ruben Israel: batteria
Timo Somers: chitarra solista, voce di supporto
Merel Bechtold: chitarra ritmica

Ospiti:

Alissa White-Gluz: voce traccia 1
Guus Eikens e Oliver Philipps: chitarre e tastiere addizionali

Moonbathers” disponibile in vari supporti e formati – link

 

 

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