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Recensione di Megadeth – “Dystopia”

Ennesimo cambio di line-up prima dell’ultima fatica discografica di MegaDave & Co. che ci presenta Kiko Loureiro alla chitarra solista, Chris Adler dietro le pelli, David Ellefson al basso e Dave Mustaine alla voce, chitarra, produzione e promozione di “Dystopia“.
Per chi non lo sapesse il buon Dave, per non farsi rompere troppo le scatole e non rischiare di venire contraddetto, ha fondato la Tradecraft, sua etichetta personale.

Tutte le tracce dell’album, ad eccezione di un paio di brani e della coverForeign Policy“, portano ovviamente la firma di Mustaine. Neanche Steve Harris in tutti questi anni è riuscito ad imporre il suo dominio sul songwriting ai membri della sua band come fa MegaDave.
E’ un problema? Assolutamente no. Il sottoscritto viene da una media delusione che porta il nome di “Thirteen” (album dei Megadeth del 2011) e da una mostruosa delusione intitolata “Supercollider” (album del 2013). Essendo un amante e un difensore a spada tratta di “Cryptic Writings” (1997) e “Risk” (1999), è veramente difficile che qualcosa di zio Dave non mi vada a genio, eppure così è stato.
Dopo l’eccelso “Endgame” del 2009 mi è sembrato di sentire una cover band dei Megadeth, poco ispirati, a volte troppo ripetitivi e l’abbandono sincrono di Broderick e Drover è stata forse un’ovvia conseguenza.

Megadeth - DystopiaCosì ho spinto play su “Dystopia“, senza troppe pretese, ma what the f***, già dalla prima traccia mi sento nuovamente catapultato agli anni del liceo e del walkman sempre carico di nastro megadethiano che faceva in modo che mi esaltassi per sostenere un’interrogazione come se stessi esponendo un trattato sui solo di “Rust In Peace” (1990).
The Threat is Real” è esattamente quello che ci vuole per far capire che l’ispirazione è tornata.
Non voglio spoilerare troppo, ma il sound moderno e contemporaneamente old school della title track mi impone di alzare il volume. Il riff è da farfalle nello stomaco, semplice ma così Megadeth, e la voce di Dave sembra essere passata da quella che una volta era una gallina strozzata a un più che maturo cinquantenne che ha appena spento un sigaro. Sono esaltato, lo confesso.
Fatal Illusion” sottolinea le capacità tecniche della nuova line-up e il riff di basso mi riporta (ovviamente) indietro con la mente a “Poison Was the Cure” (traccia dell’album “Rust In Peace“).
Death from Within” sarebbe perfetta come colonna sonora di un nuovo film di doom o un’ipotetico film su qualsiasi first person shooter game che vi viene in mente. E che refrain epico!
Intro acustico per “Bullet to the Brain“. Sento qualcosa a metà tra “So Far, So Good, So What” (1988) e “Countdown To Extinction” (1992) qui, apprezzamento totale per il drumming di Chris Adler.
Post American World” è quanto di più Megadeth possa esistere sul pianeta, sia a livello di testi che di esecuzione. Alzo ancora il volume, i vicini mi adoreranno.
Un altro intro acustico apre “Poisonous Shadows“, dove tra l’altro Loureiro suona anche il pianoforte. Ritrovo la sensazione che mi ha dato la title-track: sound moderno, idee moderne eppure così gradevolmente old school. Non posso alzare ulteriormente il volume, sono già al massimo. Se qualche vicino suona, nemmeno lo sento!
Ancora clean guitar per “Conquer or Die“, brano strumentale privo della soave voce di Mustaine, stracolmo di solo degni di una band che ha fatto la storia della musica.
Neanche il tempo di metabolizzare il brano precedente che subito “Lying in State” mi incolla di nuovo alla sedia, come se avessi una turbina di un aereoplano a due metri di distanza. Lavoro vocale strepitoso, sezione ritmica impeccabile e chitarre graffianti. A questo punto il giudizio sull’album è già stellare, ma proseguiamo oltre.
Dave ci invita a venire qui, più vicino (come here, closer) con “The Emperor“. Mamma mia quanto è anni novanta questa song. Sono avvisati tutti gli alternative metallers sparsi nel globo, famosi e non, il thrash metal non è morto, anzi, è vivo e vegeto e gode di ottima salute.
Chiude l’album “Foreign Policy“, cover dei Fear, gruppo punk-rock capitanato da Lee Ving. La canzone non è male, suonata e arrangiata bene, ma qui capisco perfettamente perché MegaDave vuole il dominio totale della sua creatura. Dove finalmente, di nuovo, c’è il suo zampino, il prodotto non può che essere di sicuro valore.

Il giudizio finale è che i ‘Deth sono tornati, Mustaine è in forma strepitosa e la line-up è clamorosa. E adesso aspetto con ansia che i guy tornino in Italia perché queste tracce dal vivo me le voglio proprio sentire!

Megadeth - Dystopia

Megadeth – “Dystopia”

Band: Megadeth
Album: “Dystopia”
Release Date: 22 gennaio 2016
Label: Tradecraft, Universal.
Studio Recording: Lattitude South Studios aprile – luglio 2015
Produzione: Dave Mustaine, Chris Rakestraw

Tracklist – “Dystopia”

1-The Threat Is Real
2-Dystopia
3-Fatal Illusion
4-Death from Within
5-Bullet to the Brain
6-Post American World
7-Poisonous Shadows
8-Conquer or Die! (Instrumental)
9-Lying in State
10-The Emperor
11-Foreign Policy (cover Fear)

Lineup – “Dystopia”

Dave Muscatine: Lead Vocals, guitar
David Ellefson: Bass, backing vocals
Kiko Loureiro: Guitar, backing vocals
Chris Adler: Drums

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