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Saint Vitus: il nuovo brano “12 Years in the Tomb”

12 Years in the Tomb” è il nuovo brano dei Saint Vitus disponibile online. Si tratta del primo singolo che si trova nel  prossimo album della doom metal band statunitense dal titolo “Saint Vitus”, in uscita il 17 maggio 2019 su Season Of Mist.

Ascolta qui il singolo “12 Years in the Tomb

Questa sarà la tracklist di “Saint Vitus”:

1. Remains (6:23)
2. A Prelude to… (3:20)
3. Bloodshed (3:04)
4. 12 Years In The Tomb (5:24)
5. Wormhole (5:22)
6. Hour Glass (5:23)
7. City Park (4:01)
8. Last Breath (6:38)
9. Useless (1:32)

I Saint Vitus sono uno gruppo doom metal statunitense, tra i più noti della scena e tra i prosecutori, negli anni ’80, di alcuni aspetti del discorso stilistico iniziato dai Black Sabbath nel decennio precedente. I Saint Vitus ne riprendono l’incedere lento e lisergico, qui portato all’estremo, mescolando sonorità settantiane e riletture secondo i canoni dell’allora nascente movimento heavy metal.
Vivono il loro periodo di maggior splendore tra 1987 e 1990 grazie all’ingresso in formazione dello storico cantante Scott “Wino” Weinrich, una delle icone della scena e già cantante di innumerevoli band tra cui i The Obsessed e in precedenza dei Warhorse. La band si formò nel 1979 a Los Angeles per volere del cantante Scott Reagers, del chitarrista Dave Chandler, del bassista Mark Adams e del batterista Armando Costa, e inizialmente adottò il nome Tyrant. Nel 1981 lo cambiarono in Saint Vitus, ispirandosi al brano “Saint Vitus Dance” dei britannici Black Sabbath, dai quali trarranno le maggiori influenze. Le sonorità degli statunitensi furono dunque già ben forgiate quando, nel 1984, arrivarono alla pubblicazione del loro primo album, l’omonimo “Saint Vitus“, incentrato su tematiche occulte e contraddistinto da un cantato angosciato. L’anno seguente fu la volta di “Hallow’s Victim“, che a differenza del precedente incluse anche dei brani dalle ritmiche sostenute.
Nel 1986 avvenne una svolta con l’ingresso in formazione di Scott “Wino” Weinrich, cantante-chitarrista dei The Obsessed, con il quale diedero alle stampe “Born Too Late“, spesso considerato dai fan e dalle riviste specializzate come il miglior album della band.

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