Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’almanacco di Rock by Wild – 1 marzo

6 Ricorrenze per il 1 marzo

Nasce Roger Daltrey

(Londra, UK, 1 marzo 1944)

Oggi festeggia il compleanno Roger Harry Daltrey, noto cantante del gruppo rock-mod The Who. Roger Daltrey è il prototipo del frontman di una band rock: comportamenti da macho, sfrontatezza, energia, ma anche la capacità di interpretare con intensità ballate romantiche; il tutto, unito ad una voce inconfondibile e molto potente, lo ha reso e lo rende, come dimostrato all’esibizione al Live8, uno dei più grandi cantanti della storia del rock. Ha ottenuto anche un discreto successo come artista solista sin dal suo esordio nel 1973 con l’album “Daltrey“. Nel 1974 viene scelto da Ken Russell per il ruolo di protagonista in Tommy nel film ispirato all’omonima opera rock dei The Who e, a seguito della buona interpretazione, anche per Listzomania. Nel 1975 pubblica “Ride a Rock Horse” che vince il premio come migliore copertina dell’anno. Nel 1983 partecipa, nel ruolo di Macheath, alla ripresa video de L’opera del mendicante (The Beggar’s Opera), lavoro teatrale del 1728. Dopo lo scioglimento dei The Who alterna una carriera solista, non proprio brillante, ad apparizioni teatrali e televisive, tra cui una presenza al Freddie Mercury Tribute Concert, dove canta la canzone “I Want It All” in memoria dello storico frontman Freddie Mercury. La sua è considerata una delle migliori prestazioni dell’evento. Di recente, come molti altri artisti e musicisti, ha protestato contro il premier Gordon Brown, accusato di non aiutare i musicisti. Il cantante in particolare ha chiesto l’estensione a 70 anni del copyright. Il 14 marzo 2014 esce “Going Back Home” album rock-blues in collaborazione con Wilko Johnson. Daltrey supporta il Partito Laburista, ma è fortemente contrario all’immigrazione di massa, sostenendo che le attuali politiche migratorie stanno rovinando la classe lavoratrice inglese. Ha anche espresso la sua ammirazione per la regina Elisabetta II. Ha recitato nella puntata “Leggenda vivente” della serie tv CSI – Scena Del Crimine, nella parte di Mickey Dunn, un gangster degli anni 70 diventato leggenda dopo la sua misteriosa scomparsa. Ha recitato nell’ultimo episodio della prima stagione e nel quindicesimo della terza stagione di Highlander (serie televisiva) interpretando il ruolo di Hugh Fitzcairn un Immortale amico del protagonista Duncan MacLeod. Appare nella parte di se stesso in una puntata dello show Affari di famiglia, cantando “My Generation” insieme al protagonista.

Nasce Rob Affuso

(Newburgh, NY, USA, 1 marzo 1963)

Oggi compie gli anni l’americano Rob Affuso, nome completo Robert James Affuso, noto per essere stato il batterista degli Skid Row. Prima di raggiungere la band, Affuso frequentava l’università a New York e viveva a Wallkill, New York, dove suonava la batteria in una tribute band dei Rush chiamata Minstrel. Nel 1993 partecipò come ospite al disco solista del bassista dei Guns N’Roses, Duff McKagan intitolato “Believe in Me“, nel quale parteciparono anche Sebastian Bach e Dave Sabo, oltre ad altri ospiti illustri come Lenny Kravitz, Slash, Jeff Beck ed altri. L’anno seguente apparì come ospite anche all’album solista di Gilby Clarke, chitarrista dei Guns N’ Roses, “Pawnshop Guitars“. Affuso lasciò la band nel 1996. Nel 1998 suonò con gli Ozone Monday, gruppo composto da tutti i membri degli Skid Row escluso Sebastian Bach, e con un certo Sean McCabe alla voce. In seguito venne sostituito in questa band da Charlie Mills, che successivamente suonò anche nella riunione degli Skid Row nel 1999. Dopo aver sciolto i rapporti con gli Skid Row, Rob abbandonò la musica per lavorare in un’azienda di marketing. Inoltre entrò in possesso di una tenuta per cavalli nei pressi di New York.

Esce “The Dark Side of the Moon

1 marzo 1973: “The Dark Side of the Moon” è l’ottavo album in studio del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato il 1º marzo 1973 negli Stati Uniti dalla Capitol Records e il 24 marzo dello stesso anno nel Regno Unito dalla Harvest Records.
L’album rappresenta l’approdo di numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd andavano da tempo operando sia nei loro concerti che nelle registrazioni, pur presentando in misura relativamente ridotta rispetto al passato le lunghe parti strumentali che erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo, lasciando così più ampio spazio ai testi – scritti da Roger Waters – tutti incentrati sul tema filosofico degli aspetti che sfuggono al controllo razionale dell’animo umano, e ne costituiscono perciò il “lato buio”, cui il titolo metaforicamente fa riferimento. Tra i temi affrontati nel concept album troviamo il conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo, la morte, il rapporto conflittuale con l’altro da sé e l’alienazione mentale, quest’ultimo ispirato in parte dal crollo psichico sofferto da Syd Barrett, membro fondatore e principale compositore e paroliere del gruppo fino alla sua uscita dal gruppo nel 1968.
L’album si sviluppò come parte del tour del 1971, in seguito alla pubblicazione di “Meddle“, e iniziò a essere pubblicizzato diversi mesi prima dell’inizio effettivo delle registrazioni in studio. Il nuovo materiale venne migliorato e raffinato durante il Dark Side of the Moon Tour, e fu infine registrato in due sessioni nel 1972 e nel 1973 agli Abbey Road Studios di Londra. I Pink Floyd usarono alcune delle tecniche di registrazione più avanzate dell’epoca, inclusi la registrazione multitraccia e i nastri magnetici in loop. In molti brani si usarono sintetizzatori analogici e diffuso è l’utilizzo di rumori d’ambiente, nonché di frammenti parlati funzionali al concetto filosofico dell’opera. Il tecnico del suono Alan Parsons contribuì attivamente ad alcuni degli aspetti sonori più innovativi, come ad esempio il battere le ore e il ticchettio degli orologi sul brano “Time“.
The Dark Side of the Moon” fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988. Nel marzo 2014 ha toccato le 1100 settimane nella classifica US Top Catalog. Con 50 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia. È stato rimasterizzato e ripubblicato in due occasioni, oltre alle reinterpretazioni di vari gruppi musicali. Furono estratti due singoli: “Money” e “Us and Them“.
Oltre al suo successo commerciale, “The Dark Side of the Moon” è spesso considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, sia dai critici sia dai semplici appassionati.
Nel 2003 è stato pubblicato “Classic Albums: Pink Floyd – The Making of The Dark Side of the Moon“, documentario incentrato sulla sua realizzazione.
Il 24 marzo 2013, in occasione dei 40 anni dalla pubblicazione dell’album, sul sito della band è stato possibile ascoltare in streaming l’intero LP; gli utenti, inoltre, hanno potuto inviare attraverso Twitter i loro messaggi, i quali comparivano sull’immagine della copertina presente sul sito illuminando progressivamente il lato oscuro della Luna.

Esce “Rush

1 marzo 1974: “Rush” è il primo album in studio della band canadese Rush, pubblicato con etichetta indipendente Moon Records e pubblicato nuovamente il 1º luglio dello stesso anno con etichetta Mercury Records. Certificato disco d’oro dalla RIAA il 1º febbraio 1995. L’album è caratterizzato dall’ hard rock/blues tipico di molte band inglesi del tempo. I Rush infatti erano fan di gruppi quali Led Zeppelin e Cream e queste influenze sono manifestate anche nel loro primo lavoro. I testi di tutti i brani sono composti da Geddy Lee, anche se una prima stesura delle liriche era stata curata dal primo batterista John Rutsey, che non soddisfatto del proprio lavoro, se ne disfò, costringendo così il collega alla riscrittura. I pezzi più significativi dell’album, nonché quelli più frequentemente eseguiti dal vivo, sono “Finding My Way“, “In the Mood” e “Working Man“. Dato che i Rush non disponevano ancora di un contratto discografico, inizialmente Rush venne pubblicato dalla Moon Records (l’etichetta creata dallo staff del gruppo), soltanto in poche migliaia di copie; successivamente, nel luglio 1974, il disco venne riedito dalla Mercury Records, compagnia che aveva nel frattempo messo sotto contratto la band. Rush è l’unico album della band con il batterista John Rutsey in formazione. Il logo “rush” della copertina, realizzato da Paul Weldon, in originale era rosso, ma, una volta che la band ottenne un contratto con la Mercury Records, l’album venne ristampato: un errore di stampa fece apparire il logo più rosa. Questo è uno dei due album dei Rush avente errore di stampa, l’altro è “Caress of Steel“.

Tracce

1 Finding My Way – 5:06
2 Need Some Love – 2:19
3 Take a Friend – 4:24
4 Here Again – 7:35
5 What You’re Doing – 4:22
6 In the Mood – 3:34
7 Before and After – 5:34
8 Working Man – 7:10

Formazione

Geddy Lee – voce e basso
Alex Lifeson – chitarra e cori
John Rutsey – batteria e cori

Lucio Dalla ci lasciava

(Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1 marzo 2012)

Oggi si ricorda la morte di Lucio Dalla, musicista, cantautore e attore italiano. Musicista di formazione jazz, è stato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani. Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato con curiosità ed eclettismo nei più svariati generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale. Autore inizialmente solo delle musiche, si è scoperto in una fase matura, anche paroliere e autore dei suoi testi. Nell’arco della sua lunghissima carriera, che ha raggiunto i cinquant’anni di attività, ha sempre suonato le tastiere, il sassofono e il clarinetto, strumenti, questi ultimi due, da lui praticati fin da giovanissimo. La sua copiosa produzione artistica ha attraversato numerose fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore, arrivando a varcare i confini dell’opera e della musica lirica. È stato un autore conosciuto anche all’estero ed alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue. Lucio Dalla muore il 1º marzo 2012, stroncato da un infarto all’età di 68 anni, (tre giorni prima del sessantanovesimo compleanno), in un hotel di Montreux, la cittadina svizzera dove si era esibito la sera prima. Particolarmente profetica è l’ultima strofa della sua canzone “Cara“: “Lontano si ferma un treno / ma che bella mattina, il cielo e’ sereno / Buonanotte, anima mia / adesso spengo la luce e così sia”. Dalla, infatti, muore la mattina di un primo marzo sereno, in un hotel che non dista che pochi passi dalla stazione ferroviaria di Montreux.

Stephan Ellis ci lasciava

(1949 – 1 marzo 2019)

Si ricorda oggi la morte dell’ex bassista dei Survivor Stephan Ellis. Ellis ha fatto parte della band fondata a Chicago nel 1978 a più riprese. La prima dal 1981 al 1987, poi dal 1996 al 1999, e infine si unì un’ultima volta nel 2005. Faceva parte del gruppo quando venne pubblicata la loro hit più famosa, “Eye of The Tiger“.

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