L’ almanacco di Rock by Wild – 10 agosto
5 Ricorrenze per il 10 agosto
Nasceva Leo Fender
(Anaheim, 10 agosto 1909 – Fullerton, 21 marzo 1991)
In questo giorno si ricorda il compleanno del celebre liutaio americano Leo Fender, nome completo Clarence Leonidas Fender. Insieme a Gomez e Tavarez è stato il fondatore della Fender Musical Instruments Corporation. Fin da giovanissimo ha manifestato un vivo interesse per l’elettronica. Costruiva e riparava apparecchiature radio durante gli studi alle scuole superiori. Ottenuto il diploma, nel 1928, completò con successo gli studi in Economia al Fullerton Junior College.
Nel 1950 Fender e Fullerton inventarono la Esquire e la Broadcaster, prima chitarra elettrica di serie prodotta dalla Fender Electric Instrument Manufacturing Company. A causa di una disputa per conflitto del nome già adottato da un altro costruttore di strumenti musicali, la serie di batterie Gretsch Broadkaster, la chitarra Broadcaster fu rapidamente ribattezzata Telecaster, (così chiamata in omaggio alla nascente televisione) forse una delle chitarre elettriche più longeve della storia.
Con una semplice struttura, la Telecaster ha attirato l’interesse di nuove generazioni di chitarristi. La costruzione separata di manico e corpo e la loro unione per mezzo di viti (manico bolt-on) hanno diminuito in modo significativo i costi di produzione, rendendo accessibile a tutti l’acquisto di uno strumento di qualità; la sezione a V del manico permetteva di premere con il pollice le corde basse, e il corpo in frassino massiccio (solid body) eliminava il feedback, risolvendo i problemi di amplificazione.
Le innovazioni presenti sulla Stratocaster furono molteplici, fra le quali ricordiamo il ponte “tremolo”, che permetteva di realizzare effetti simili alla lap steel, e un circuito elettrico con tre pick-up, con quello al ponte posizionato “slanted” (in diagonale, per catturare delle frequenze acute in più).
Ma, a far diventare la Stratocaster una vera icona culturale, furono le linee moderne del suo design, il quale ricordava le auto dell’epoca anche nei colori, e la sua impugnatura ergonomica. Grazie a questo tipo di impugnatura, la chitarra aderiva meglio al corpo del musicista rispetto alla Telecaster.
Ironicamente Leo Fender non ha mai imparato a suonare la chitarra (sebbene suonasse il sassofono durante le scuole superiori), ma strinse ottimi rapporti con la comunità dei musicisti della California Meridionale. Beneficiò quindi di un approccio alla chitarra elettrica slegato dai preconcetti della tradizione e gli permise di costruire strumenti molto più accessibili del suo principale rivale Gibson Guitar Corporation.
Egli ha continuato a disegnare nuove chitarre e bassi elettrici come Jaguar, Jazzmaster e il Jazz Bass, soprattutto negli anni sessanta.
Nel 1965, in cattive condizioni di salute, Fender vendette la sua Fender Musical Instruments Corporation alla Columbia Broadcasting Corporation per 13 milioni di dollari.
Nel 1970 egli lavorò per la Music Man e nel 1979 fondò la G&L con il suo vecchio amico George Fullerton. Lavorò lì fino alla sua morte, che lo colse il 21 marzo 1991 a causa di complicazioni di malattia di Parkinson. Dal momento della sua morte, il suo ufficio è rimasto intatto, una stanza vetrata in mezzo alla fabbrica con quaderni e libri “aperti”; nessuno vi entra, solo persone selezionate, per pulire, una volta al mese.
- UNSPECIFIED – AUGUST 01: Photo of Leo Fender (Photo by Jon Sievert/Michael Ochs Archives/Getty Images)
Nasce Ian Anderson
(Dunfermline, 10 agosto 1947)
Oggi è il compleanno di Ian Scott Anderson, cantante britannico, flautista, voce e leader del gruppo rock progressivo Jethro Tull. Scozzese di nascita, cresciuto nella capitale Edimburgo, nel 1959 si spostò con la famiglia a Blackpool, Inghilterra, dove ebbe una educazione tradizionale alla Blackpool Grammar School, per poi proseguire con studi artistici al Blackpool College of Art dal 1964 al 1966.
Da ragazzo Anderson lavorò presso un negozio di Blackpool e poi come venditore in una edicola. Ha poi raccontato che fu leggendo le copie di Melody Maker e del New Musical Express, durante la pausa pranzo, che gli venne l’ispirazione di suonare in una band.
Nel 1963 formò The Blades con alcuni compagni di scuola: Barriemore Barlow (batteria), John Evan (tastiere), Jeffrey Hammond (basso) e Michael Stephens (chitarra). Era una band soul e blues, con Anderson alla voce e armonica a bocca, non ancora con il suo celebre flauto. Nel 1965, il gruppo si era allargato e trasformato in John Evan Smash, ma durò solo un paio di anni. Nel frattempo Anderson si era trasferito a Luton dove incontrò il batterista Clive Bunker e il chitarrista e cantante Mick Abrahams della band blues McGregor’s Engine. Insieme a Glenn Cornick, il bassista che aveva conosciuto tramite John Evan, creò la prima formazione del gruppo di cui resterà leader per più di 40 anni, i Jethro Tull.
La carriera di Anderson è sempre stata caratterizzata da un’immagine fortemente distintiva sulla scena, che è stata spesso in contrasto con una diffusa cultura della musica rock. Mentre abitualmente ha tratto ispirazione dal folklore inglese, in tempi diversi da elementi stilistici del giullare medievale, menestrello elisabettiano, signorotto di campagna inglese o proprietario terriero scozzese, altre volte è apparso come un astronauta, motociclista, pirata o vagabondo. Il suo personaggio ha spesso comportato un elevato grado di auto-parodia.
Oltre che cantante solista, Anderson è un polistrumentista eccezionale.
Come flautista, Anderson è un autodidatta, e si è in parte ispirato alla tecnica di Roland Kirk. Secondo le note di copertina del primo album dei Tull, “This Was“, aveva cominciato a suonare il flauto solo pochi mesi prima di incidere il disco.
La sua famosa tendenza a stare su una gamba sola mentre suona il flauto è nata per caso. Era stato incline a stare su una gamba mentre suonava l’armonica, tenendo il microfono per stare in equilibrio. Durante lunghe prove al Marquee Club, un giornalista lo descrisse, sbagliando, come in piedi su una gamba sola a suonare un flauto. Decise così di sfruttare questa reputazione, anche se con qualche difficoltà.
Negli album dei Jethro Tull Anderson ha suonato occasionalmente una varietà di altri strumenti, tra cui armonica a bocca, chitarra elettrica, basso, sassofono, tastiere, percussioni, organo Hammond, trombone e violino.
Anderson è autore dei testi e delle musiche della maggior parte dei brani dei Jethro Tull. I suoi testi sono spesso complessi e talvolta affrontano in modo molto diretto e corrosivo temi religiosi, politici e morali, altre volte in stile tongue-in-cheek, tra l’ironico e il sarcastico. Del 1983 è il primo di una serie di album solisti dal titolo “Walk Into Light“.
Nel dicembre del 2007 è stato insignito del titolo di MBE, Membro dell’Impero Britannico. A partire dal settembre 2015 Ian Anderson celebrerà la vita e i tempi di Jethro Tull, l’agronomo e inventore inglese del 1700, da cui prese il nome la band di cui è stato leader dal 1967 al 2011, nel tour mondiale dal titolo “Jethro Tull – The Rock Opera“. Lo show racconterà la storia della vita dell’originale Jethro Tull, reimmaginata nei tempi moderni ed illustrata con le più note canzoni tratte dal repertorio della rock band Jethro Tull.
- Ian Anderson.(Jethro Tull)
Nasce Hansi Kürsch
(Lank-Latum, 10 agosto 1966)
Oggi compie gli anni Hansi Kürsch, cantante e bassista tedesco, frontman delle power metal band Blind Guardian e Demons & Wizards. Hans Jurgen Kürsch cresce a Linn, un sobborgo di Krefeld, assieme ai genitori e tre fratelli e sorelle, frequentando una scuola di economia e commercio.
Dal 1998, anno di uscita del settimo album dei Blind Guardian, “Nightfall in Middle-Earth“, non suona più il basso né negli album in studio, né nei concerti, per dedicarsi completamente all’attività canora.
Ha anche partecipato come ospite all’album dei Gamma Ray, “Land of the Free” (1994), alla “Vain Glory Opera” degli Edguy (1998), a “Deggial” dei Therion (2000), a “Temple of Shadows” degli Angra (2004) ed a “01011001” del progetto di Lucassen Ayreon (2008). Ha dichiarato in un’intervista di essere molto legato alla canzone “The Bard’s Song (In the Forest)“, che fu composta durante il periodo della scomparsa del padre.
- Blind Guardian, Fotos für CD-Promo Infos/Kontakt über: Philippe Koenig Head of Catalogue Marketing GSA für: EMI Music Germany Vogelsangerstr 321 50827 Köln Tel: + 49 (0) 221 4902 – 2529 e-mail: philippe.koenig@emimusic.de
Nasce Srdjan Brankovic
(Smeredevo, 10 Agosto 1981)
Oggi si ricorda il compleanno di Srdjan Brankovic, chitarrista serbo, fondatore e songwriter degli Alogia e Expedition Delta.
Tutto è iniziato a metà degli anni ’90 con la metal band Psychoparadox con la quale, all’eta’ di soli 13 anni registrò il primo album omonimo. Nel 2000, insieme al fratello chitarrista Miroslav, fonda la progressive metal band degli Alogia che da quel momento partecipa a una dozzina di tour nei Balcani e dei grandi festival dei Balcani, aprendo concerti anche per Whitesnake, Savatage, Paul Di’ Anno ecc.. Attraverso il progetto Expedition Delta, Srdjan ha anche collaborato con molti grandi nomi, come Gary Wehrkamp (Shadow Gallery), Erik Norlander, Santiago Dobles, Richard Anderson, Joost van den Broek, Alex Argento ecc.. Srdjan ha anche suonato sul leggendario album dei Shadow Gallery, “Digital Ghosts“. Ha lavorato anche come produttore nei “paradox studio” per molte band e artisti. Srdjan è anche il compositore, produttore e musicista per molti altri progetti: Despot Numenor, Lunar Pocket e ha anche preso parte al progetto progressive rock “Samurai Of Prog”.
Esce “Big Game“
10 agosto 1989: “Big Game” è il terzo album in studio della hair metal band statunitense White Lion, pubblicato dalla Atlantic Records.
Ha raggiunto la posizione numero 19 della Billboard 200 negli Stati Uniti ed è stato certificato disco d’oro per le vendite dalla RIAA. Nella prima metà del 1989, ancora sulla cresta dell’onda del successo ottenuto con l’album “Pride“, i White Lion rientrarono in studio per lavorare a del nuovo materiale. Il gruppo cominciò le registrazioni non appena tornato dal tour promozionale del disco precedente, pentendosi successivamente di questa scelta, a causa degli effetti provocati dalla fatica accumulata nell’ultimo anno e mezzo in giro per il mondo. In un’intervista rilasciata molti anni più tardi, Mike Tramp ha commentato che per la band sarebbe stato meglio prendersi una lunga pausa per riorganizzare le idee, anziché registrare frettolosamente un nuovo album.
L’uscita fu accompagna dal singolo “Little Fighter“, un brano scritto in memoria della Rainbow Warrior, una nave ammiraglia della flotta di Greenpeace che venne volutamente sabotata e affondata dalla DGSE, il servizio segreto francese responsabile delle operazioni all’estero. Come secondo singolo venne pubblicata una cover di “Radar Love” dei Golden Earring, a cui seguì la ballata “Cry for Freedom” qualche mese più tardi. Il quarto e ultimo singolo estratto dall’album fu la traccia d’apertura “Goin’ Home Tonight“.
Tutti i quattro singoli furono accompagnati da relativi video musicali e l’album ottenne rapidamente la certificazione di disco d’oro, raggiungendo la posizione numero 19 della Billboard 200. “Big Game” guadagnò inoltre ottimi piazzamenti all’interno del mercato europeo, facendo meglio di “Pride” in diverse classifiche d’oltreoceano.
Tracce
1 Goin’ Home Tonight – 4:57
2 Dirty Woman – 3:27
3 Little Fighter – 4:23
4 Broken Home – 4:59
5 Baby Be Mine – 4:10
6 Living on the Edge – 5:02
7 Let’s Get Crazy – 4:52
8 Don’t Say It’s Over – 4:04
9 If My Mind Is Evil – 4:56
10 Radar Love – 5:59
11 Cry for Freedom – 6:10
Formazione
Mike Tramp – voce
Vito Bratta – chitarre
James Lomenzo – basso
Greg D’Angelo – batteria