Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’almanacco di Rock by Wild – 11 maggio

7 Ricorrenze per il 11 maggio

Nasce Eric Burdon

(Newcastle upon Tyne, 11 maggio 1941)

Oggi è il compleanno del cantante inglese Eric Victor Burdon, noto per essere stato il leader degli Animals e, in seguito, del gruppo Funk War, per poi condurre una carriera solista. Nel 1963, Burdon si unì al gruppo Alan Price Rhythm and Blues Combo, fondato dal tastierista Alan Price, il quale cambiò il nome in The Animals, per via delle loro performance, selvagge per quei tempi. Il gruppo fu tra i rappresentanti della cosiddetta british invasion, assieme a Beatles, Who, Rolling Stones, The Dave Clark Five e Kinks. Gli Animals divennero noti soprattutto grazie al singolo “The House of the Rising Sun” e ad altri brani come “I’m Crying“, “It’s My Life“, “Don’t Let Me Be Misunderstood” e “We’ve Gotta Get Out of This Place“. La band si scioglie prematuramente nel 1966. Poco dopo Burdon, assieme al batterista Barry Jenkins formò un nuovo progetto chiamato Eric Burdon & The Animals, (da altri chiamato Eric Burdon and The New Animals), che rimase in attività fino al 1969, quando Eric si trasferì a San Francisco per formare i War, (inizialmente denominati Eric Burdon and War), una formazione di estrazione multietnica dedita ad una miscela tra funk, R&B, jazz e latin. La band esordì con “Eric Burdon Declares “War”“, che contiene singoli come “Tobacco Road” e “Spill the Wine“. Durante una tournée, il cantante ebbe un attacco di asma e gli altri membri dovettero gestire le restanti tappe senza di lui. Burdon lasciò i War per collaborare con il cantante blues Jimmy Witherspoon, incidendo l’album “Guilty!” (1971) e intraprendendo una carriera solista con la creazione di una band autoreferenziale, la Eric Burdon Band, che pubblicò “Sun Secrets” (1974) e “Stop” (1975). Nel 1975 si riunì momentaneamente con gli Animals pubblicando un nuovo disco, “Before We Were So Rudely Interrupted” (1977). Nel 1990 incise la canzone “No Man’s Land” insieme a Tony Carey e Anne Haigis. Nel 1994 Eric e gli altri componenti degli Animals vennero ammessi alla Rock and Roll Hall of Fame. Accanto alla sua carriera musicale, Burdon ha partecipato saltuariamente ad alcune pellicole cinematografiche, ad esempio nel film The Doors, dove fa una breve apparizione nel ruolo di un manager.

Nasce Neil Carter

(Bedfont & Feltham F.C., Feltham, UK, 11 maggio 1958)

Oggi compie gli anni Neil Andrew Carter, musicista che ha lavorato in diversi generi tutta la sua carriera. Con una formazione classica, è diventato un musicista rock professionista all’età di 17 anni e inizialmente avuto la sua prima esperienza con il cantautore Gilbert O’Sullivan. Successivamente ha suonato la chitarra e le tastiere per la band hard rock UFO, per il chitarrista Gary Moore e Wild Horses. E’ accreditato per la co-scrittura di un certo numero di canzoni di Gary Moore tra cui il successo mondiale, “Empty Rooms. Negli ultimi anni ha sviluppato una carriera diversa sia come insegnante di sax e clarinetto sia come esaminatore ABRSM. Il 2010 ha visto un suo ritorno al rock con Gary Moore, suonando in festival di tutta Europa e in un tour in Ucraina e Russia. Suona anche altri strumenti, tra cui il flauto e fagotto.

Nasce Christoph Schneider

(Berlino, 11 maggio 1966)

Oggi è il compleanno di Christoph “Doom” Schneider, batterista tedesco, membro del gruppo industrial metal Rammstein. Nato a Berlino, in una famiglia numerosa, composta da altri sei figli, cinque femmine e un maschio, quest’ultimo di cinque anni più vecchio di Christoph.
All’età di 16 anni, ha abbandonato la scuola ed ha cominciato a lavorare come assistente di telecomunicazione. A 18 anni ha fatto il servizio militare. Si è sposato una prima volta, poi ha divorziato. Questo divorzio gli ha fatto perdere la fiducia negli altri. Si è risposato nel 2004 con una giovane traduttrice russa di 28 anni, Regina Gizatulina, incontrata durante la tournée di “Reise, Reise“, ma successivamente ha divorziato anche da lei. Christoph parla bene l’inglese, che ha appreso guardando la televisione e ascoltando la radio. Gli piace molto bere e il suo sport preferito è la pallamano. Gli piace molto il videogioco Doom, da cui il soprannome. Preferisce essere chiamato dagli altri più Schneider o Doom che Christoph. All’età di 14 anni inizia a suonare un tamburo che il fratello gli aveva regalato. Poi, dopo aver lavorato per qualche anno, ha avuto abbastanza denaro per comprarsi una batteria. Ha successivamente provato ad entrare all’università per studiare musica, ma non ci è mai riuscito, nonostante ci abbia provato due volte. Successivamente è entrato a far parte dei Die Firma, per poi passare ai Feeling B., insieme a Paul Landers e Christian Lorenz, suoi futuri colleghi nei Rammstein. Christoph ha uno stile molto particolare nel suonare la batteria, un modo semplice e elementare. A questo proposito ha detto:
[blockquote]Questo stile è solo una parte di me, mi diverte e non è poi così facile come si pensa. Non voglio incensarmi, ma per i batteristi in generale è più complicato suonare in maniera “elementare” e groovy che usare e proporre tecniche nuove ed interessanti.[/blockquote]
Il batterista da cui riceve le principali influenze è Phil Rudd, batterista degli AC/DC del quale ha detto:
[blockquote]È un grande. Te ne accorgi quando qualcuno prova a rifare un loro pezzo: non è mai come l’originale…”. [/blockquote]
Nel periodo tra il 1993 e il 2008, Schneider ha usato batteria e hardware Tama della serie Starclassic Performer EFX.

Bob Marley ci lasciava

(Nine Mile, 6 febbraio 1945 – Miami, 11 maggio 1981)

Si ricorda oggi la morte di Robert Nesta Marley, detto Bob, cantautore, chitarrista e attivista giamaicano. E’ generalmente identificato con il genere musicale reggae, che peraltro lo rese popolare fuori dalla Giamaica, anzi, è più esatto affermare che grazie a Bob Marley questo genere (il reggae) fu apprezzato in tutto il mondo. In riconoscimento dei suoi meriti, un mese dopo la morte fu insignito del prestigioso Jamaican Order of Merit. In molte delle sue canzoni Marley denuncia l’emarginazione dei poveri da parte del potere.
La sua attività ha inizio nel 1961 con il suo primo singolo “Judge Not“, prodotto per l’etichetta Beverley’s del produttore Leslie Kong, ma questa canzone, anche se molto innovativa, non ebbe grande successo e quindi nel 1964 Bob decise di formare la band The Wailers. Dopo il loro scioglimento, nel 1974, riforma la band reclutando nuovi elementi, ma continua a suonare e a pubblicare dischi con il nome Bob Marley and The Wailers. Nel luglio 1977, notò una ferita nell’alluce destro e pensò di essersela procurata in un incidente durante una partita di calcio. Successivamente durante un’altra partita di calcio l’unghia dell’alluce si staccò. Solo a quel punto fu fatta la diagnosi corretta: melanoma maligno che cresceva sotto l’unghia dell’alluce. Da alcuni medici gli fu consigliato di amputare l’alluce, da altri solo il letto dell’unghia; Bob scelse la seconda opzione, ma il melanoma non fu curato del tutto e progredì. Bob Marley continuò ad esibirsi regolarmente, ma il cancro, nel frattempo, si diffondeva nel suo corpo. Dopo aver concluso una trionfale tournée estiva in Europa, tornò negli USA e portò a termine le prime date del programma. Dopo 2 concerti al Madison Square Garden di New York però ebbe un collasso facendo jogging al Central Park. Il 23 settembre 1980 tenne il suo ultimo concerto allo Stanley Theater a Pittsburgh. Un ulteriore peggioramento si avvertì nel volo di ritorno dalla Germania verso la Giamaica. Il volo fu quindi deviato in direzione di Miami (Florida), dove Bob venne ricoverato presso il Cedar of Lebanon Hospital, in cui morì la mattina dell’11 maggio 1981. Poco prima di morire decise di parlare con tutti i suoi figli e le sue ultime parole furono rivolte al figlio Ziggy Marley a cui disse: “Money can’t buy life” (“i soldi non possono comprare la vita”).

Esce “Fear of the Dark”

11 maggio 1992: “Fear of the Dark” è il nono album in studio della band britannica Iron Maiden, pubblicato dalla EMI. Si tratta dell’ultimo album in studio degli anni novanta con Bruce Dickinson alla voce e nasce con il preciso compito di riscattare la reputazione della band dopo il precedente “No Prayer for the Dying“. L’album ha un suono generale più solido e aggressivo del precedente e a tratti è stato paragonato a “The Number of the Beast“. Per la prima volta dall’inizio della saga di Eddie, la copertina non è stata realizzata da Derek Riggs: in una intervista ad MTV, Bruce Dickinson ha dichiarato che per questa cover furono chiamati tre differenti artisti ed alla fine fu scelto il progetto migliore, quello di Melvyn Grant che collaborerà con la band anche per le copertine dei due successivi album. Questa volta Eddie viene rappresentato in simbiosi con un albero mentre allunga le sue braccia simili a rami in una notte di luna piena. Il disco raggiunse il secondo posto nelle classifiche inglesi, grazie anche alla famosa traccia omonima, punto fisso della band in sede live. Anche pezzi come “Be Quick or Be Dead“, “From Here to Eternity” e la ballad “Wasting Love” riscontrarono buoni consensi da parte del pubblico, anche se posti in secondo piano rispetto ad altri più noti della loro carriera.

Tracce

1. Tailgunner – 4:17
2. Holy Smoke – 3:51
3. No Prayer for the Dying – 4:25
4. Public Enema Number One – 4:14
5. Fates Warning – 4:11
6. The Assassin- 4:20
7. Run Silent Run Deep – 4:34
8. Hooks In You – 4:08
9. Bring Your Daughter… To the Slaughter – 4:44
10. Mother Russia – 5:30

Formazione

Bruce Dickinson – voce
Dave Murray – chitarra solista
Janick Gers – chitarra ritmica
Steve Harris – basso, cori
Nicko McBrain – batteria

Noel Redding ci lasciava

(Folkestone, 25 dicembre 1945 – Clonakilty, 11 maggio 2003)

Oggi si ricorda la morte di Noel David Redding, bassista della Jimi Hendrix Experience. Iniziò a suonare il violino all’età di 9 anni, in seguito si avvicinò al mandolino, alla chitarra e infine al basso. Nel 1962, entrò a far parte del gruppo The Burnettes, cambiando il nome successivamente in The Loving King, con questo gruppo realizzò tre singoli prima dello scioglimento avvenuto nel 1966. In quello stesso anno ad un’audizione incontrò Chas Chandler che gli propose di suonare il basso in un gruppo che avrebbe dovuto nascere attorno ad un giovane chitarrista americano di nome Jimi Hendrix. Ai due si aggiunse il batterista Mitch Mitchell. Nel mese di ottobre nasceva così il trio Jimi Hendrix Experience. Nel 1969 Noel lasciò la Band a causa di dissidi vari con Hendrix e realizzò due album con un suo proprio gruppo, Fat Mattress. Nel 1971 formò il trio Road, con Les Sampson alla batteria e Rod Richard alla chitarra. Tornato a vivere in Irlanda, formò la Noel Redding Band, gruppo che restò unito fino al 1980, cui seguì un progetto acustico insieme a Carol Appleby fino al 1990. In seguito partecipò a numerosi festival e ricorrenze ricevendo numerose riconoscenze per il contributo dato a Hendrix ed agli Experience. Redding muore all’età di 57 anni nella sua abitazione a Clonakilty nella contea di Cork in Irlanda l’11 maggio 2003, in seguito a un’emorragia nell’esofago dovuta ad una cirrosi epatica.

John Rutsey ci lasciava

(Ontario, 14 maggio 1953 – Toronto, 11 maggio 2008)

Oggi si ricorda la morte anche di John Rutsey, batterista canadese, conosciuto per essere stato uno dei membri fondatori del gruppo progressive rock Rush assieme ad Alex Lifeson e Jeff Jones. Ha suonato nella band dalla primavera del 1968 fino al luglio del 1974 esibendosi dal vivo e registrando il singolo “Not Fade Away/You Can’t Fight It” e l’omonimo album di debutto Rush. I motivi del suo abbandono furono legati principalmente a divergenze stilistiche, ma soprattutto ai suoi problemi di diabete, che non gli avrebbero permesso di sostenere il tour statunitense di supporto all’album. Proprio per tali ragioni fu sostituito da Neil Peart, il quale fece il suo primo concerto con la band il 14 agosto 1974. John muore l’11 maggio 2008 nella sua casa di Toronto, per un attacco cardiaco causato dalle complicazioni del diabete.

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