Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’almanacco di Rock by Wild – 25 marzo

5 Ricorrenze per il 25 marzo

Nasce Elton John

(Pinner, UK, 25 marzo 1947)

Oggi è il compleanno di Sir Elton Hercules John, nato Reginald Kenneth Dwight, cantautore, compositore e musicista britannico. Uno dei più grandi e celebrati artisti del rock contemporaneo; con la sua intensa attività musicale ha infatti contribuito notevolmente alla diffusione del piano rock e negli anni settanta è stato la principale espressione del movimento, pur vantando comunque una produzione che spazia dal symphonic rock al glam rock, al pop rock. Nel corso della sua ormai quarantennale carriera ha venduto ufficialmente oltre 400 milioni di dischi, che ne fanno uno dei cantautori di maggior successo di sempre; inoltre, insieme all’autore Bernie Taupin, forma una delle coppie di compositori più famose e prolifiche nella storia della musica contemporanea. Nel 1994 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, mentre nel 1998 è stato fatto Cavaliere (Knight Bachelor) dalla Regina Elisabetta II per servigi resi alla musica, alla cultura inglese e alla beneficenza, (la sua Elton John AIDS Foundation costituisce una delle principali organizzazioni non profit esistenti al mondo: ha raccolto finora oltre 150 milioni di dollari utilizzati per supportare programmi di lotta contro la malattia in 55 paesi del mondo). Era comunque già stato investito, nel 1996, del titolo di Commendatore dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico (CBE). Nel 1997 la Royal Academy of Music di Londra lo ha accolto come membro onorario. Nel 2004 la rivista Rolling Stone lo ha inserito al 49º posto nella sua lista dei 100 migliori artisti di tutti i tempi; lo stesso magazine lo ha posizionato al 38º posto nella sua lista delle 100 migliori voci di tutti i tempi. Nel 2008 la rivista Billboard lo ha inserito al terzo posto di una lista nella quale compaiono i nomi dei cento artisti più importanti della Hot 100, definendolo come il più importante artista solista di sesso maschile. Il baronetto è divenuto famoso per brani come “Your Song“, “Rocket Man“, “Candle in the Wind” (canzone avente inizialmente come protagonista Marilyn Monroe e dedicata successivamente a Lady Diana nel 1997), “Goodbye Yellow Brick Road“, “Crocodile Rock“, “Daniel“, “Tiny Dancer“, “Don’t Let the Sun Go Down on Me“, “Don’t Go Breaking My Heart“, “Sorry Seems To Be The Hardest Word” e “Sacrifice“. Elton John ha inserito più di 50 hits nelle prime 40 posizioni delle classifiche inglesi e americane, nove album consecutivamente al primo posto nella classifica statunitense, 56 brani nella Top 40 di Billboard, sedici nella Top 10, quattro al secondo posto e nove al primo posto nella medesima classifica; ha conquistato 25 dischi di platino e 35 d’oro, ha vinto sei Grammy Awards e nel 1994 ha composto, (insieme al paroliere Tim Rice), la colonna sonora del film d’animazione della Disney Il Re Leone, nella quale spicca la canzone premio Oscar “Can You Feel the Love Tonight?“. Con Elton John il pianoforte, che è sempre stato il suo simbolo, è tornato ad essere un protagonista assoluto del rock in un’epoca in cui i chitarristi la facevano da padrone, sia nella fase compositiva, che, soprattutto, negli spettacoli live, dove il performer e il suo strumento diventano un’unica cosa. Elton John nella sua carriera ha composto oltre settecento canzoni, la quasi totalità pubblicate ufficialmente, ed è noto per la velocità con la quale compone. Anche l’attività concertistica è tra le più intense di tutti i tempi: a partire dalla fine degli anni sessanta ha suonato in oltre 3500 concerti e nel 2008 ha completato il suo personale record di essersi esibito in tutti i 50 stati dell’unione USA. Sono da citare inoltre numerose collaborazioni con altri artisti di notevole fama.

Nasceva Jeff Healey

(Toronto, Canada, 25 marzo 1966 – Toronto, Canada, 2 marzo 2008)

Si ricorda oggi il compleanno anche del chitarrista/cantante canadese Jeff Healey, nome completo Norman Jeffrey Healey. A causa della sua cecità era noto per la sua particolare tecnica di esecuzione chitarristica, che lo vedeva seduto con la Stratocaster appoggiata sulle ginocchia agire sulle corde con tutte le dita della mano sinistra, cavando così le cosiddette bend notes e usando il pollice per le note più acute, lunghe e particolarmente incisive. Ammalatosi all’età di un anno di un retinoblastoma, Jeff Healey sconfisse la malattia, ma divenne cieco. Ciò non gli tolse comunque l’opportunità di dedicarsi alla musica e di imparare i rudimenti della tecnica slide e del blues fin dall’età di tre anni. Già a sei comincia ad esibirsi in pubblico, mentre è nel 1985 che sale sul palco con Allen Collins, (Lynyrd Skynyrd), il quale, sbalordito dalla sua bravura, lo invita ad una jam session con Stevie Ray Vaughan. Grazie all’esibizione, il chitarrista si guadagna molte offerte d’ingaggio e, dopo aver prodotto il singolo del brano “See the Light” nel 1986, due anni dopo (1988) pubblica il suo primo album “See the Light” con la Jeff Healey Band (composta da Joe Rockman al basso e Tom Stephen alla batteria). L’incisione contiene una serie di composizioni e cover che attraversano il Blues, il Funk ed il Pop. Due anni dopo, “Hell to Pay” tenta di ripetere la formula dell’album precedente, con un sound che però concede maggiormente alla logica del mercato. Il tour che segue porta la Jeff Healey Band in giro per il mondo, condividendo il palco con numerosi gruppi, tra cui gli ZZ Top, dei quali tra l’altro aveva inciso una versione di “Blue Jeans Blues” nell’album “See the Light“. Gli album successivi non ebbero i successi del precedente. “Feel This” si segnala per le numerose cover e un cast piuttosto ampio di artisti che vi hanno partecipato, mentre “Cover to Cover” è un omaggio alle sue muse ispiratrici che passa in rassegna artisti come Robert Johnson, Beatles, Jimi Hendrix e Creedence Clearwater Revival. Dopo un paio di antologie ed una esibizione a Montreaux nel 1998, che sarà poi documentata nel “Live at Montreaux” del 2005, ritorna con il disco “Get Me Some“. È probabilmente in questo periodo che comincia ad impegnarsi nella tromba per iniziare ad esplorare il mistico Jazz degli anni ’20 e ’30. È con questo spirito che pubblicò “Adventures in Jazzland” del 2004 e “It’s Tight Like That” del 2006, entrambi dischi di sole cover salutati con entusiasmo da critica e da pubblico. Nel 2006 appare anche nell’album “Gillan’s Inn“, nella canzone dei Deep PurpleWhen A Blind Man Cries“, accompagnando anche la Ian Gillan Band in alcune date. È da ricordare inoltre la sua partecipazione al film “Il duro del Road House” con Patrick Swayze e Ben Gazzara, dove interpretava la parte di Cody, chitarrista e cantante del gruppo che intratteneva i clienti del locale “Double Deuce”. La colonna sonora del film contiene numerose esecuzioni di classici del rock ad opera della band. Jeff Healey muore il 2 marzo 2008 a Toronto all’età di 41 anni a causa di un tumore: il Retinoblastoma che si era riformato l’anno precedente. Healey era sposato e aveva due figli. A pochi mesi dalla sua scomparsa viene pubblicato il postumo “Mess of Blues” che, offrendo sia pezzi dal vivo che in studio, non solo presentò un cast di ospiti degno di “Hell to Pay“, ma ritornò con successo al sound blues che aveva fatto la fortuna di “See the Light“.

Esce “Band of Gypsys

25 marzo 1970: “Band of Gypsys” è l’unico album live registrato dal gruppo omonimo, Band of Gypsys, nonché l’ultimo album pubblicato con Jimi Hendrix in vita. L’album nasce dalla registrazione del concerto sostenuto a capodanno del 1969 al Fillmore East di New York dal nuovo gruppo creato da Hendrix, i Band of Gypsys. Il gruppo sostenne quattro concerti in due giorni, il 31 dicembre del 1969 e il 1º gennaio del 1970. Il 5 febbraio 1970, Hendrix aveva già completato una buona parte del lato A del disco. Il 14 febbraio incominciò a lavorare al lato B. Il lavoro di ottimizzazione del disco proseguì per un periodo prolungato e anche dopo la quinta registrazione Hendrix aveva apportato alcune piccole modifiche, dato il suo perfezionismo. Anche quest’album fu prodotto da Hendrix con l’aiuto dell’ingegnere del suono Eddie Kramer. Il live venne pubblicato negli Stati Uniti il 25 marzo 1970 dalla Capitol Records. La copertina utilizzata dalla Capitol era una foto che raffigurava Hendrix con la sua Fender durante l’esibizione al Fillmore East. Il disco riscosse un buon successo entrando nella classifica americana e piazzandosi al quinto posto. Nel Regno Unito l’album venne pubblicato il 14 giugno 1970 dalla Track Records, la quale cambiò la copertina del disco, utilizzando una foto che raffigurava delle bambole di pezza con le fattezze di Hendrix, Brian Jones, Bob Dylan e del DJ britannico John Peel. Anche qui il live se la cava bene raggiungendo la sesta posizione nella classifica britannica. Nel resto del mondo è la Polydor Records a distribuire il live con la copertina originale, mentre in Giappone la Polydor decide di pubblicare l’album con la copertina britannica. Pochi album sono stati così controversi come Band of Gypsys, infatti a parte “Machine Gun“, universalmente acclamata come una delle più importanti e belle opere eseguite alla chitarra, il resto dell’album continua a dividere appassionati, critici e musicisti. Riassumendo in breve, la stampa rock non fu molto contenta del lavoro svolto da Hendrix nell’album. Addirittura il disco venne ritenuto come un declino creativo rispetto al suo predecessore “Electric Ladyland“. Anche Hendrix non era molto contento del proprio lavoro, affermando ciò in un’intervista dove disse: «Non sono molto contento dell’album, se fosse stato per me non l’avrei mai pubblicato».

Tracce

Lato A
1 Who Knows – 9:32
2 Machine Gun – 12:32
Lato B
1 Changes (Buddy Miles) – 5:10]
2 Power of Soul – 6:53 (conosciuta anche come Power to Love)
3 Message to Love – 5:22
4 We Gotta Live Together (Buddy Miles) – 5:46

Formazione

Jimi Hendrix – chitarra, voce
Buddy Miles – batteria, voce
Billy Cox – basso, voce

Esce “Machine Head

25 marzo 1972: “Machine Head” è il sesto album in studio dei Deep Purple. Viene considerato uno degli album più influenti della storia della musica hard rock. “Machine Head” fu il primo album a essere pubblicato per l’etichetta Purple Records e fu l’album di maggior successo della band. L’album fu registrato a Montreux, in Svizzera, una cittadina sul lago di Ginevra in cui hanno inciso molti gruppi rock, (soprattutto i Queen). Di un incidente avvenuto a Montreux, (l’incendio del casinò da parte di un fan di Frank Zappa), parla il brano più famoso dell’album, “Smoke on the Water” che raggiunse la seconda posizione in Canada e la quarta nella Billboard Hot 100. La versione originale dell’album comprendeva 7 brani, quasi tutti da annoverarsi fra i “classici” dei Deep Purple, (da “Highway Star” a “Lazy“), brani che andranno a comporre l’ossatura del coevo album live “Made in Japan“. Nel 1997, per celebrare il venticinquesimo anniversario, è stata pubblicata una versione in due dischi di “Machine Head“: il primo presenta versioni remixate dei brani che originariamente componevano il disco, (con in più “When a Blind Man Cries“, lato B del singolo “Never Before“), il secondo invece la scaletta originale rimasterizzata, con l’aggiunta del solito “When a Blind Man Cries” e due versioni in mix quadrifonico di “Maybe I’m a Leo” e “Lazy“. L’album raggiunse la prima posizione nel Regno Unito, in Germania, Australia e Canada, la seconda posizione in Olanda, la terza in Norvegia, la quarta in Austria e la settima nella Billboard 200. I Deep Purple erano a Montreux per registrare il loro “Machine Head” nel casinò della città. La sera si trovava a Montreux il gruppo di Frank Zappa, che tenne un concerto al casinò. Durante lo spettacolo, a seguito di un razzo segnaletico lanciato da uno spettatore, scoppiò un incendio che mandò in fumo l’intero casinò, comprese le attrezzature musicali di Zappa. A un certo punto, Glover guardò fuori dalla finestra e vide il fumo dell’incendio disperdersi sulla superficie del lago e i bagliori rossi del tramonto impregnare il cielo: Smoke on the water and fire in the sky (letteralmente: fumo sull’acqua e fuoco nel cielo). I Deep Purple, non potendo più registrare nel casinò, noleggiarono il Grand Hotel (il costo non è noto) e registrarono con la Rolling Stone Mobile, (il furgone delle registrazioni dei Rolling Stones), in un corridoio insonorizzato con i materassi, l’intero album, tranne “Smoke on the Water” che era già stata incisa in un altro sito da cui la band fu allontanata per le proteste del vicinato. Nel 2012 è stato prodotto un album tributo intitolato “Re-Machined: A Tribute to Deep Purple’s Machine Head“, realizzato da artisti vari.

Tracce

Highway Star – 6:08
Maybe I’m a Leo – 4:52
Pictures of Home – 5:08
Never Before – 4:00
Smoke on the Water – 5:42
Lazy – 7:24
Space Truckin’ – 4:35

Formazione

Ian Gillan – voce, armonica
Ritchie Blackmore – chitarra
Jon Lord – piano, organo, tastiere, seconde voci
Roger Glover – basso, seconde voci
Ian Paice – batteria

Esce “Progressions of Power

25 marzo 1980: “Progressions of Power” è il quarto album della band hard rock canadese Triumph. Con questo album il gruppo raggiunse la posizione numero 32 della classifica Billboard Pop Albums e il singolo “I Can Survive” si piazzò alla numero 91 della Pop Singles del 1980.

Tracce

1 “I Live for the Weekend” – 5:15
2 “I Can Survive” – 4:04
3 “In the Night” – 6:16
4 “Nature’s Child” – 5:45
5 “Woman in Love” – 4:44
6 “Take My Heart” – 3:33
7 “Tear the Roof Off” – 4:34
8 “Finger Talking” – 2:02
9 “Hard Road” – 5:25

Formazione

Gil Moore – batterista, cantante
Mike Levine – bassista, tastierista, corista
Rik Emmett – chitarrista, cantante

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