Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’ almanacco di Rock by Wild – 4 agosto

Tony Costanza (2 luglio 1968 – 4 agosto 2020).
Si ricorda oggi la morte di Tony Costanza primo batterista della band heavy metal americana Machine Head, suonando con loro dal 1992 al 1993. Costanza ricevette lezioni di jazz dal migliore amico di Buddy Rich, Irv Kluger. E’ stato Influenzato da batteristi come Dave Lombardo, Gene Hoglan e Terry Bozzio, che Tony considerava il suo batterista preferito. Costanza ha fatto due concerti con i Machine Head. Una festa per kegger / house a Oakland e il primo spettacolo ufficiale dei Machine Head a Las Vegas, NV, il 29 agosto 1992. Nel 1993, decise di lasciare la band, affermando di farlo perché era molto giovane e nuovo a suonare la batteria. Ha sofferto molto per la perdita e non dimenticherà mai di non aver mai suonato nella sua band preferita, ma doveva fare ciò che era salutare per lui e la band. Gli è stato persino chiesto di ricongiungersi, se aveva alcune parti molto solide sull’aspetto del abbasso, ma sentiva ancora di non poter dare alla band ciò di cui avevano bisognoConstanza è deceduto il 4 agosto 2020, a 52 anni.

7 Ricorrenze per il 4 agosto

Nasceva Robbin Crosby

(La Jolla, 4 agosto 1959 – Los Angeles, 6 giugno 2002)

Oggi si ricorda il compleanno di Robbinson Lantz Crosby, chitarrista statunitense.
È stato membro della band hair metal Ratt dal 1983 fino alla morte per overdose di eroina, avvenuta nel 2002.
Ebbe una relazione con Tawny Kitaen, celebre top model degli anni ottanta, in seguito legata anche a David Coverdale dei Whitesnake.
Crosby ha co-scritto molte delle canzoni dei Ratt tra cui “Round and Round, “Wanted Man” e “Lay it Down“. Ha lavorato anche come produttore per la metal band Lillian Axe.
Nel giugno 1999, in una intervista, ha parlato di come la tossicodipendenza e il suo stato gli abbiano cambiato la vita. “Quello che ha fatto la tossicodipendenza per me?” Ha chiesto. “Mi ha costato la mia carriera, la mia fortuna, in fondo la mia vita sessuale, quando ho scoperto che ero sieropositivo.”
Nel 2001 Crosby ha dichiarato pubblicamente di avere l’AIDS e che era stato sieropositivo dal 1994.
Ha avuto diversi progetti musicali, uno degli ultimi è stato con l’ex collaboratore ed ex-bassista dei Ratt, Juan Croucier .
Crosby muore a Los Angeles il 6 giugno 2002, i resti furono cremati e le ceneri sparse a Windansea Beach in La Jolla, California.

Esce “The Piper at the Gates of Dawn

4 agosto 1967: “The Piper at the Gates of Dawn” è il primo album in studio del gruppo britannico Pink Floyd, pubblicato dalla Columbia/EMI nel Regno Unito e dalla Tower/Capitol negli Stati Uniti.
Si tratta dell’unico album realizzato sotto la direzione di Syd Barrett ed è considerato fra gli album che hanno maggiormente influenzato la storia del rock psichedelico e della musica psichedelica in generale. L’album presenta testi bizzarri, che spaziano tra temi astronomici, fantastici e fiabeschi, (visti successivamente anche in “A Saucerful of Secrets“), accompagnati da passaggi strumentali psichedelici.
Vic Singh ha fotografato e disegnato la copertina dell’album.
Sul retro copertina è raffigurata una silhouette del gruppo, disegnata da Barrett.
Il titolo dell’album riprende quello del settimo capitolo del romanzo per ragazzi Il vento tra i salici di Kenneth Grahame, in cui i protagonisti Ratto e Talpa, attratti dalla musica misteriosa suonata da un flauto, incontrano il dio dei boschi Pan.

Tracce

Edizione britannica – Le edizioni francesi, canadesi e giapponesi del vinile sono identiche a quest’ultima.
Lato A
Astronomy Domine – 4:12
Lucifer Sam – 3:07
Matilda Mother – 3:08
Flaming – 2:46
Pow R. Toc H. – 4:26
Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:05
Lato B
Interstellar Overdrive – 9:41
The Gnome – 2:13
Chapter 24 – 3:42
The Scarecrow – 2:11
Bike – 3:21
See Emily Play – 2:54 – presente esclusivamente nell’edizione giapponese

Edizione statunitense
Lato A
See Emily Play – 2:54
Pow R. Toc H. – 4:26
Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:05
Lucifer Sam – 3:07
Matilda Mother – 3:08
Lato B
The Scarecrow – 2:11
The Gnome – 2:13
Chapter 24 – 3:42
Interstellar Overdrive – 9:41

Edizione del 40º anniversario
CD1 – Mono
Astronomy Domine – 4:17
Lucifer Sam – 3:09
Matilda Mother – 3:05
Flaming – 2:46
Pow R. Toc H. – 4:24
Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:07
Interstellar Overdrive – 9:41
The Gnome – 2:14
Chapter 24 – 3:53
The Scarecrow – 2:10
Bike – 3:27
CD2 – Stereo
Astronomy Domine – 4:14
Lucifer Sam – 3:07
Matilda Mother – 3:08
Flaming – 2:46
Pow R. Toc H. – 4:26
Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:06
Interstellar Overdrive – 9:40
The Gnome – 2:13
Chapter 24 – 3:42
The Scarecrow – 2:11
Bike – 3:24
CD3
Arnold Layne – 2:57
Candy and a Currant Bun – 2:45
See Emily Play – 2:54
Apples and Oranges – 3:05
Paint Box – 3:45 (Rick Wright)
Interstellar Overdrive (French Edit) – 5:15
Apples and Oranges (Stereo Version) – 3:11
Matilda Mother (Alternative Version) – 3:09
Interstellar Overdrive (Take 6) – 5:03

Formazione

Syd Barrett – chitarra, voce
Roger Waters – basso, voce
Rick Wright – organo, pianoforte
Nick Mason – batteria

Produzione

Norman Smith – produzione
Peter Bown – ingegneria del suono
Vic Singh – fotografia copertina
Syd Barrett – design retrocopertina

Nasce Max Cavalera

(Belo Horizonte, 4 agosto 1969)

Oggi festeggia il compleanno Massimiliano Antonio Cavalera, più noto come Max Cavalera, cantante e chitarrista brasiliano di origini italiane, noto per aver fondato assieme al fratello minore, Igor, il gruppo metal Sepultura nel 1984, ricoprendovi il ruolo di frontman fino al suo abbandono, avvenuto nel 1997. Più avanti fonda i Soulfly e lavora anche al progetto collaterale Cavalera Conspiracy. Figlio di un funzionario del consolato italiano a San Paolo, Graziano Cavalera, venuto a mancare quando Max aveva solo 9 anni, mostra interesse per l’heavy metal, e comincia a suonare la chitarra elettrica.
Nel 1984 fonda i Sepultura, assieme a suo fratello Igor, futuro batterista del gruppo. Il nome della band fu scelto proprio da Max mentre traduceva la canzone dei MotörheadDancing On You Grave“, (ballando sulla tua tomba), infatti il termine Sepultura significa tomba in portoghese.
Giunti all’apice del successo, una serie di eventi portò al declino della band. Su tutti, la morte, avvenuta nel 1996, di Dana Wells, il figliastro di Max, (nato dal primo matrimonio della moglie Gloria), a pochi giorni dall’inizio del Monsters of Rock. A Dana Max dedicò il brano “Headup“, realizzato in collaborazione con i Deftones e contenuto nel loro album “Around the Fur” del 1997. Max e Gloria, sua moglie e manager della band, lasciarono il resto della band e i Sepultura dovettero suonare per la prima volta in tre.
Tornato dopo la tragedia, la band disse a Max che non avrebbe rinnovato il contratto con Gloria, che loro consideravano, in realtà, un impiccio per il loro lavoro. Egli si oppose e lasciò il gruppo, litigando persino con suo fratello.
Abbandonati i Sepultura, (e sostituito con Derrick Green), Max dà vita ai Soulfly, un gruppo groove metal con sonorità tribali.
Dopo aver pubblicato 5 album con la nuova band, Max ha ricominciato a lavorare insieme a Igor, che aveva appena lasciato i Sepultura a causa di divergenze musicali con gli altri membri, creando il progetto Cavalera Conspiracy.
Max ha i nomi di Igor e Dana tatuati sulla sua mano destra, in segno di fedeltà nei confronti di suo fratello e del suo figliastro venuto a mancare nel 1996.
Max e Igor parlano entrambi più o meno correttamente l’italiano, in quanto sono figli di entrambi i genitori italiani. Max si sente molto legato alle sue origini, tanto che ai concerti che tiene in Italia indossa molto spesso la maglia della nazionale di calcio.
Max Cavalera, per via del padre, è stato battezzato in vaticano da Papa Paolo VI quando aveva 8 anni.
Un altro progetto in cui militò furono i Nailbomb assieme al fratello Igor e venne ospitato nel disco dei PROBOT, gruppo generato dall’ex batterista dei Nirvana, Dave Grohl dove troviamo anche altri ospiti come Lemmy Kilmister, Cronos, Lee Dorrian e King Diamond.

Esce “Lonesome Crow

4 agosto 1972: “Lonesome Crow” è l’album di debutto della band Hard rock/heavy metal tedesca Scorpions.
L’album presenta un hard rock molto grezzo con un largo uso di “coretti”. Nonostante nell’album si riscontri una grande influenza psychedelic rock, la band non viene comunque considerata come appartenente a questo genere musicale. Questa influenza si può ascoltare maggiormente nelle canzoni “In Search of the Peace of Mind” e nell’omonima “Lonesome Crow“, brano di oltre 13 minuti, la canzone più lunga della band. Questo album, prodotto da Conny Plank, non è affatto rappresentativo per lo stile hard rock, per cui sono conosciuti gli Scorpions. In realtà, le tracce di “Lonesome Crow” sono più vicine al movimento psichedelico dei tardi anni ’60.
Il brano “In Search of Peace of Mind” è stato eseguito dal vivo per la prima volta solo nel 1978 in Giappone, nel live “Tokyo Tapes“. Tuttavia, l’album comprende anche altri titoli come “I’m Going Mad“, “Leave Me” e “Inheritance“, più in sintonia con il genere hard rock. È l’unico album prodotto completamente con il chitarrista Michael Schenker, fratello minore di Rudolf Schenker.

Tracce

1 I’m Going Mad – 4:52
2 It All Depends – 3:23
3 Leave Me – 5:02
4 In Search of the Peace of Mind – 4:56
5 Inheritance – 4:37
6 Action – 3:53
7 Lonesome Crow – 13:39

Formazione

Klaus Meine – voce
Michael Schenker – chitarra
Rudolf Schenker – chitarra
Lothar Heimberg – basso
Wolfgang Dziony – batteria

Esce “Ritchie Blackmore’s Rainbow

4 agosto 1975: “Ritchie Blackmore’s Rainbow” è il primo album in studio del gruppo musicale inglese Rainbow, pubblicato dalla Polydor.
Come il titolo di questa opera indica esplicitamente, l’album era stato inizialmente costruito come mero progetto solista di Ritchie Blackmore a latere dei Deep Purple (Mk. III) ed in cui esprimere le proprie linee musicali che nella band avevano trovato sempre maggiori ostacoli o critiche: critiche a loro volta ricambiate visto che era il chitarrista che a sua volta soffriva crescenti insoddisfazioni per la linea musicale espressa con l’album “Stormbringer“, in particolare per il crescente ruolo assunto da Glenn Hughes nella composizione e per la sua volontà di portare la band a esplorare terreni musicali ad essa naturalmente estranei, come il R&B-Soul-Funk. Il disco viene composto quando Blackmore era ancora nella band e per esso egli (dopo una prima proposta di coinvolgere David Coverdale alla voce, che a sua volta rifiutò ritenendo che ciò che Ritchie voleva fare fosse un passo indietro rispetto a quanto i DP stavano facendo) coinvolse quale suo partner compositivo e come voce della sua musica il cantante statunitense degli Elf, Ronnie James Dio, ben conosciuto perché gli stessi Elf avevano più volte fatto da supporter act ai Deep Purple. L’intesa si rivela immediata e tale da donare a Blackmore quell’entusiasmo in lui spento sin dalla fine del Tour di “Burn” con i DP; il chitarrista coinvolge come musicisti il resto della band (a parte, ovviamente, il chitarrista Dave Feinstein) ed alla fine, l’entusiasmo per il progetto è tale che Blackmore decide di abbandonare la sua band madre alla fine del Tour Europeo della Primavera 1975, già programmato appena dopo la fine delle session del suo disco.

Tracce

1 Man on the Silver Mountain – 4:42
2 Self Portrait – 3:17
3 Black Sheep of the Family – 3:22 (Steve Hammond)
4 Catch the Rainbow – 6:27
5 Snake Charmer – 4:33
6 The Temple of the King – 4:45
7 If You Don’t Like Rock ‘n’ Roll – 2:38
8 Sixteenth Century Greensleeves – 3:31
9 Still I’m Sad – 3:51 (Paul Samwell-Smith, Jim McCarty)

Formazione

Ritchie Blackmore – Chitarra
Ronnie James Dio – voce
Craig Gruber – Basso
Micky Lee Soule – tastiere
Gary Driscoll – batteria

Esce “Practice What You Preach

4 agosto 1989: “Practice What You Preach” è il terzo disco in studio dei Testament.
Dopo i due primi album di successo, “The Legacy” e “The New Order“, per i Testament fu molto arduo concepire un altro disco che poteva reggere il paragone con i suoi predecessori. Questo “Practice What You Preach” venne definito, dalla critica, il meno riuscito dei primi Testament. Ciò non significa che sia un disco pessimo, anzi, le sue vendite furono comunque molto buone.
Parlando delle tracce che compongono il disco, il brano omonimo apre le danze con un intro aggressivo di batteria, chitarre e basso e, in seguito, si avverte un Chuck Billy con la sua voce potente e lacerante.
Perilous Nation” è più o meno un brano sullo stile del precedente, caratterizzato dal groove di batteria di Louie Clemente a velocità sostenuta e con gli assoli di Alex Skolnick, dove esprime il suo grande talento nel finale del brano, anche se per pochi secondi.
In “Envy Life” si avverte per la prima volta un urlo growl da parte di Billy.
In “Blessed In Contempt” le ritmiche “slayeriane” si fanno sentire nella loro pesantezza per quasi tutto il brano.
Con l’ottava traccia, “The Ballad“, i toni si affievoliscono fino alla prima metà del brano, mentre nella seconda si riprende a pestare con una ritmica thrash molto aggressiva.
Nightmare (Coming Back To You)” è una canzone retta da una ritmica molto punk e la conclusiva “Confusion Fusion“, brano strumentale, chiude un disco giudicato modesto, il quale, comunque, continua l’ascesa dei Testament verso l’olimpo del thrash metal.

Tracce

1 Practice What You Preach
2 Perilous Nation
3 Envy Life
4 Time Is Coming
5 Blessed in Contempt
6 Greenhouse Effect
7 Sins of Omission
8 The Ballad
9 Nightmare (Coming Back to You)
10 Confusion Fusion

Formazione

Chuck Billy – voce
Eric Peterson – chitarra ritmica
Alex Skolnick – chitarra ritmica e solista
Greg Christian – basso
Louie Clemente – batteria

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