Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’almanacco di Rock by Wild – 8 giugno

Jakko Jakszyk, pseudonimo di Michael Lee Curran (Londra, 8 giugno 1958).
Si ricorda oggi il compleanno del cantante, chitarrista e attore britannico Jakko Jakszyk. Ha pubblicato diversi album da solista come cantante, compositore e polistrumentista ed è stato il cantante dei King Crimson dal 2013. Il suo lavoro è stato variamente accreditato a Jakko, Jakko Jakszyk e Jakko M. Jakszyk. Prima di entrare a far parte dei King Crimson, ha guidato band per oltre trent’anni, tra cui i 64 Spoons, Dizrhythmia, 21st Century Schizoid Band, Jakszyk Fripp Collins e Rapid Eye Movement. E’ stao anche membro dei Level 42, The Lodge e The Tangent e ha collaborato con Tom Robinson, Peter Blegvad, Danny Thompson, Gavin Harrison, Warren Harry, Pandit Dinesh e Dave Stewart. Jakszyk ha anche lavorato come turnista e produttore di colonne sonore.

5 Ricorrenze per l’8 giugno

Nasce Bonnie Tyler

(Swansea, 8 giugno 1951)

Si ricorda oggi il compleanno della cantante gallese Bonnie Tyler, pseudonimo di Gaynor Hopkins. Dotata di una voce potente, rauca e graffiante, dal timbro particolarmente riconoscibile, Bonnie Tyler cominciò la sua carriera verso la metà degli anni settanta, riscuotendo un discreto primo successo nel 1975, col singolo “My My Honeycomb“, cui segue, nel 1976, “Lost in France“. Dopo aver raggiunto la top ten con quest’ultimo brano, la Tyler pubblicò il suo primo album nel 1977, intitolato “The World Starts Tonight“. Il long playing non ottenne che un modesto, contenuto successo, che non impedì però alla cantante di partire per una lunga tournée, con cui attraversò l’Europa continentale. Dall’LP venne tratto anche un ulteriore 45 giri, “More Than a Lover“, che entrò nella Top 30 britannica. Nel 1977, alla Tyler vennero diagnosticati dei noduli alle corde vocali, a uno stadio così avanzato da rendere necessaria un’operazione immediata, che la costrinse a non potere nemmeno parlare per sei settimane. Un giorno, durante la convalescenza, accidentalmente lanciò un grido, che aggiunse al suo timbro vocale il distintivo tono rauco. Inizialmente, si pensò che questo significasse la fine della sua carriera di cantante. Invece, cosa che sorprese lei per prima, il singolo successivo la rese una star di fama internazionale: intitolato “It’s a Heartache“, il pezzo raggiunse il terzo posto nella classifica Stati Uniti, diventando una hit mondiale, raggiungendo il primo posto in Francia e in Australia, il secondo in Germania e il quarto nel Regno Unito.

Esce “Californication

8 giugno 1999: “Californication” è il settimo album del gruppo statunitense Red Hot Chili Peppers, pubblicato dalla Warner Bros. Records e prodotto da Rick Rubin. L’album segna il ritorno di John Frusciante, precedentemente comparso in “Mother’s Milk” e “Blood Sugar Sex Magic“, che sostituisce Dave Navarro alla chitarra. Il ritorno di Frusciante coincide col cambiamento totale del sound del gruppo, segnando un notevole discostamento dallo stile del materiale registrato con Navarro. Fra i temi dell’album, oltre all’erotismo tipico della band, sono presenti anche l’avidità, la morte, il suicidio, la California e il viaggio.
Californication” rappresenta il maggior successo commerciale dei Red Hot, con oltre 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui più di 5 milioni solo negli Stati Uniti, e nel 2002 contava più di 4 milioni di copie vendute in Europa. Dall’album furono estratti diversi singoli di successo, fra cui “Otherside“, “Californication” e “Scar Tissue“, quest’ultimo vincitore del Grammy Award. “Californication” ha raggiunto la terza posizione della Billboard 200. L’album ha segnato un cambiamento significativo nello stile del gruppo: secondo Greg Tate di Rolling Stone «mentre tutti i precedenti lavori dei Chili Peppers erano molto vivaci, “Californication” si permette di essere spirituale ed evocativo.

Tracce

1 Around the World – 3:58
2 Parallel Universe – 4:30
3 Scar Tissue – 3:37
4 Otherside – 4:15
5 Get on Top – 3:18
6 Californication – 5:21
7 Easily – 3:51
8 Porcelain – 2:43
9 Emit Remmus – 4:00
10 I Like Dirt – 2:37
11 This Velvet Glove – 3:45
12 Savior – 4:52
13 Purple Stain – 4:13
14 Right on Time – 1:52
15 Road Trippin’ – 3:25

Formazione

Anthony Kiedis – voce
John Frusciante – chitarra, cori
Flea – basso, cori
Chad Smith – batteria

Danny Kirwan ci lasciava

(Brixton, 13 maggio 1950 – Londra, 8 giugno 2018)

Si ricorda oggi la morte del chitarrista e cantante britannico Daniel David “Danny” Kirwan, noto come membro del gruppo blues rock Fleetwood Mac nel periodo 1968-1972. Ha anche pubblicato quattro album da solista nella seconda metà degli anni settanta. Nel 1979 si ritirò dalle scene perché soffriva di problemi psichici.

Andre Matos ci lasciava

(São Paulo, 14 settembre 1971 – São Paulo, 8 giugno 2019)

Si ricorda oggi la morte del cantante e pianista brasiliano Andre Coelho Matos. Detto Peñe Teñe, fece parte dei gruppi metal Angra, dei Viper e degli Shaman. Dal 2006 intraprese una carriera solista. Era diplomato in conservatorio in pianoforte, canto lirico, composizione e direzione d’orchestra. La sua educazione in ambito musicale iniziò all’età di dieci anni, quando ricevette il suo primo pianoforte in regalo dai suoi genitori. Con alcuni amici con cui era solito riunirsi per ascoltare musica, fondò la sua prima band, i Viper. Il loro primo album in studio fu “Soldiers of Sunrise” (1987) seguito da “Theatre of Fate” (1989). Matos lasciò i Viper quando la band iniziò a cambiare stile musicale: aveva iniziato a sviluppare interesse per la musica classica e a capire che la sua visione della musica divergeva da quella degli altri membri del gruppo, che desideravano concentrarsi sull’heavy metal. Dopo aver abbandonato i Viper completò la sua educazione nell’ambito della musica classica e conseguì cinque diplomi di conservatorio, specializzandosi in particolar modo in direzione orchestrale e composizione, pianoforte e canto lirico. Nel 1991 fondò gli Angra, e con il loro primo album “Angels Cry” (1993) ottennero successo in Giappone e in Europa. Registrò con loro altri due album, “Holy Land” (1996) e “Fireworks” (1998), prima di lasciare il gruppo nel 2001. Nell’Agosto 2007 pubblica in Giappone il suo primo album solista “Time to Be Free“. Andre Matos muore l’8 giugno 2019 a soli 47 anni a causa di un attacco cardiaco.

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