Dark Quarterer a Piombino: uno show in live streaming 13 febbraio 2021
Dark Quarterer, la storica prog metal band italiana, trasmetterà Sabato 13 febbraio 2021 su Bandcamp, lo show in live streaming ‘Rise From The Silence‘, con l’intero album “Pompei“. A causa dell’epidemia di COVID-19, il loro teatro locale ha chiuso i battenti quasi un anno fa. La band ha deciso quindi di supportare l’istituzione culturale locale, filmando lo show all’interno del teatro Metropolitan di Piombino. I Dark Quarterer hanno inoltre avviato una campagna di crowdfunding su Facebook.
Di seguito il commento della band:
“Per i Dark Quarterer è una priorità assoluta dare un aiuto tangibile ai nostri teatri, i nostri cinema. Per questa ragione abbiamo realizzato nel Teatro Metropolitan di Piombino (la nostra città) un concerto in cui abbiamo suonato l’intero album “Pompei” e che potrà essere fruibile sulla piattaforma Bandcamp per coloro che contribuiranno con una cifra minima di 5€. Tutto il ricavato verrà utilizzato per finanziare le spese del concerto in favore del Teatro Metropolitan (chiuso ormai da mesi e a rischio di chiusura definitiva). Speriamo che la vostra sensibilità ci aiuti in questa iniziativa”.
I Dark Quarterer sono originari di Piombino, considerati tra i padri fondatori dell’epic/progressive metal italiano. Il gruppo originario si formò nel 1974 come cover band con il nome Omega Erre. Su suggerimento di Duccio Marchi, Fulberto Serena cominciò a sperimentare sonorità classiche (ispirandosi per esempio a Johann Sebastian Bach), con arpeggi e riff quasi esclusivamente in chiavi minori con lo scopo di dare un tono ‘scuro’ alla propria musica. Da qui il nome Dark Quarterer, riprendendo il termine ‘Quarterer‘ in inglese arcaico ‘macellaio’, ‘squartatore’ quindi ‘squartatore delle tenebre’. Il logo che identifica i Dark Quarterer invece fu il risultato di un’idea più generale del gruppo ed appare fin dal primo disco. Brani originali andarono a comporre il primo album omonimo pubblicato inizialmente dalla toscana Label Service. All’epoca Claudio Cubito, in un numero di Rockerilla del 1987, parlò di una fusione tra epico e progressivo, definendo l’album come uno dei fondatori di un nuovo genere musicale. L’album però peccava dal punto di vista della produzione, e fu proprio criticando la produzione che la rivista inglese Kerrang lo stroncò.