Frontiers Rock Festival V il fuoco sul palco del Live Club – 28 aprile
Frontiers Rock Festival V: anche quest’anno siamo arrivati all’immancabile appuntamento con il Rock e le sue tante espressioni melodiche. Le band in cartellone per questa V edizione sono tantissime: ben 7 per ogni giornata di Festival. Ci sarà poi anche una sorpresa (qui il racconto della seconda giornata).
Come sempre ai cancelli ci sono molti spettatori, impazienti di ascoltare le band sul palco, che si ritrovano per un appuntamento ormai fisso.
Anno dopo anno, la Frontiers ci ha abituato ad una grande maratona musicale che prende vita durante l’ultimo week end di aprile e questo 2018 non fa eccezione. In particolare per la prima giornata di live non solo si parte alla grande, ma si prosegue anche meglio.
Verso le 15:00, molti degli spettatori che seguiranno l’intera giornata sono già arrivati e, ancora impegnati nel ritrovare amici provenienti da tutta Italia (e non solo) o al bar, vengono richiamati dalle prime note che risuonano tra le mura del Live Club.
Hell In The Club @ Frontiers Rock Festival V
Il primo gruppo a salire sul palco è quello degli “Hell In The Club”. Combo formato da 4 musicisti: Andy Buratto al basso (già Secret Sphere), Davide Moras alla voce (già Elvenking), Marco Lanciotti alla batteria ed Andrea Piccardi alle chitarre. Tutti italiani e di ottimo livello.
La carica e l’energia della band cattura velocemente l’attenzione dei presenti che riempiono la sala. Per gli amanti dell’hard rock melodico questa è sicuramente un’esibizione da non perdere. La proposta musicale è interessante, decisamente influenzata da uno stile old school, ma arricchita da spunti ed evoluzioni moderni. In più la composizione dei brani e gli arrangiamenti, piacevoli e carichi al punto giusto, trovano la loro massima valorizzazione nell’esecuzione dal vivo.
Tra i pezzi eseguiti troviamo l’ultimo singolo della band “We Are On Fire” e “Houston We’ve Got No Money”, in cui lo stesso Andy (basso) fa la sua apparizione sul palco vestito da astronauta e lancia sul pubblico dei cartoncini argentati (o almeno da lontano questo sembrano, fateci sapere se qualcuno è riuscito a catturarli 😉 ).
Se vi capita acquistate “See You On The Dark Side”, ultimo dei loro quattro dischi, e cercate di ascoltarli live, ne vale decisamente la pena.
Big Foot @ Frontiers Rock Festival V
I tempi sono scanditi dai cambio palco e non passa molto per vedere la seconda band: i Big Foot. In questo caso siamo di fronte ad una formazione con 2 chitarre, basso, voce e batteria.
La band nasce a Wigan (UK) nel 2014, registra 2 EP autoprodotti ed approda alla Frontiers nel 2017 per pubblicare l’unico (finora) full lenght della band. Eppure i musicisti sembrano molto più che rodati, sia per la sicurezza mostrata on stage che per l’interessante composizione dei brani.
Immediatamente ci accorgiamo di quanto sia potente il suono dei Big Foot, capace di spettinare chiunque. Melodia e suoni pesanti dialogano perfettamente su ogni brano per un risultato che piacerà a moltissimi ascoltatori.
La solida sezione ritmica di Matt Avery al basso e Tom Aspinall alle pelli crea un’ottima base per l’eccellente lavoro dei chitarristi Sam Millar e Mick McCuallgh che si alternano senza prevalere l’uno sull’altro. Antony Ellis coinvolge spesso il pubblico, mentre corre qui e lì sul palco e i presenti sono decisamente catturati dalla performance dei cinque. Tanto che la sala è ormai quasi del tutto piena.
Chi ha avuto modo di apprezzare i lavori in studio deve prepararsi perché il live non accetta paragoni. Complici probabilmente anche le numerose apparizioni in Festival importanti come Breakout Festival, Bloodstock Festival, Hard Rock Hell, Steelhouse Festival ed Hair Metal Heaven.
Non avremmo potuto chiedere di meglio.
Ammunition @ Frontiers Rock Festival V
E’ il momento degli scandinavi Ammunition, band capitanata da Age Sten Nilsen (già Wig Wam), nelle cui fila milita anche Erik Mårtensson (Eclipse, W.E.T., Nordic Union). Nati nel 2014, la line up comprende anche il bassista Victor Cito Borge (ex TNT), il tastierista Lasse Finbråten (Circus Maximus, ex-Wig Wam), il batterista Maguns Ulfstedt (Eclipse) ed il chitarrista Jon Pettersen.
Sul palco del Live Club si presentano in cinque, senza Mårtensson.
Show tutto in salita per questa band che su disco suona già benissimo e live sarebbe stata anche migliore. Purtroppo già dal primo pezzo viene penalizzata da problemi tecnici: il suono sembra incompleto ed infatti una delle chitarre risulta afona. Ciononostante i componenti del gruppo, da veri professionisti, hanno proseguito, arrivando fino alla fine del brano.
Risolto questo problema abbiamo finalmente, ma purtroppo per poco tempo, occasione di apprezzare le qualità tecniche di tutto il gruppo. Dagli splendidi arrangiamenti emerge in particolare la vocalità decisamente fuori dal comune di Age Sten Nilsen, che live esprime tutta la sua potenza.
La grinta dei cinque musicisti è contagiosa e la sala che si era svuotata per il cambio palco torna a riempirsi di nuovo. A questo punto però fa il suo ingresso un sibilo che diventa presto un fischio molto forte. Neanche la sostituzione di uno dei cavi risulta sufficiente, tanto che verso metà concerto Age è costretto a chiedere di nuovo aiuto per silenziare il “Fantasma del Rock & Roll”.
Tornato tutto alla normalità la band, seppure un po’ provata, dimostra di che pasta è fatta e finalmente riusciamo a godere della sua splendida proposta musicale. Energia, classe, melodia e tecnica si mescolano alla potenza graffiante del rock. Fortuna che la set list viene arricchita di un brano non programmato.
Avrebbero meritato molto di più e speriamo di poterli riascoltare presto in un live senza intoppi.
Praying Mantis @ Frontiers Rock Festival V
Vecchia conoscenza degli amanti della NWOBHM e dell’hard melodico, i Praying Mantis tornano, dopo quattro anni, sul palco del Frontiers Rock Festival. L’occasione è anche quella di presentare il nuovo disco “Gravity”, che uscirà proprio in queste settimane.
Saliti sul palco, John “Jaycee” Cuijpers (voce), Chris Troy (basso), Tino Troy (chitarra), Andy Burgess (chitarra), Hans In ‘t Zandt (batteria) lo conquistano e sprigionano una grande carica. E’ evidente il loro divertimento e c’è da subito un buon feeling con il pubblico. Quest’ultimo risulta infatti particolarmente partecipe. Inoltre la band fa sapere che l’intero show sarà registrato per la pubblicazione di un CD/DVD.
Da musicisti esperti, l’esecuzione dei brani non può che essere ottima. Molto belli anche i dialoghi delle sei corde.
In scaletta sono inseriti i loro pezzi più noti, come “Children Of The Earth”, ed anche qualcuno più recente. Questi ultimi in particolare sono caratterizzati da una maggiore spinta melodica, supportata anche dalle qualità vocali di John. L’atmosfera si fa poi più romantica sulle note di “Dream On”, prima della quale John invita le coppie ad abbracciarsi.
Anche per questa V edizione del Festival la band non delude le aspettative. Inoltre troviamo il combo sempre gentile e disponibile sotto palco.
Michael Thompson Band @ Frontiers Rock Festival V
Anche in questo caso i musicisti sono cinque. Al contrario dei precedenti però qui l’hard & heavy lascia spazio ad un AOR dal gusto davvero raffinato, in stile Toto per intenderci.
La Michael Thompson Band calca per la prima volta un palco italiano proprio grazie alla Frontiers. Ha infatti all’attivo solo due album: lo storico debut del 1988 “How Long” e “Future Past” del 2012, targato proprio Frontiers. Si prevede inoltre l’uscita di un terzo album per l’estate del 2018.
La tecnica dei musicisti sul palco è davvero fuori dal comune, così come la classe espressa dalle scelte melodiche dei brani, apprezzabile anche dai lavori in studio. In questi casi ogni parola può sembrare poco adeguata, l’unico modo per avere davvero contezza della qualità del live è ascoltarlo.
Al microfono troviamo Larry King (già Soleil Moon) che con la sua splendida voce è capace di spaziare tra diversi registri vocali e diversi stili canori risultando sempre impeccabile. Il basso e le tastiere sono invece affidati rispettivamente a Larry Antonino e Guy Allison degli Unruly Child, che non hanno certo bisogno di presentazioni.
Michael Thompson ha saputo mettere in piedi una band di livello altissimo. D’altra parte durante la sua lunga carriera ha collaborato con alcuni tra gli artisti più importanti della storia della musica, ha quindi a disposizione un solido background e gli elementi giusti per saper scegliere i suoi collaboratori.
Si tratta della prima band della giornata che torna sul palco per un bis. Al termine della set list, infatti, Larry King incita il pubblico perché richiami sul palco Michael e puntualmente il pubblico richiama i musicisti on stage. Torna in scena, la band esegue un ultimo brano sorprendendo tutti. Si tratta infatti di “More Than A Feeling” dei Boston.
Quiet Riot @ Frontiers Rock Festival V
Ci avviciniamo alla fine di questa prima giornata con i co-headliner Quiet Riot, che si esibiscono in Italia per la prima volta. L’ingresso della band è accompagnato dalle note di “We Will Rock You” dei Queen e sul palco troviamo l’immancabile microfono con asta bicolore. Entrano il batterista e membro fondatore Frankie Banali, il bassista Chuck Wright, il chitarrista Alex Grossi ed il giovane James Durbin (divenuto noto grazie ad American Idol).
Tra vecchie e nuove conoscenze la band porta sul palco 34 anni di carriera vissuta tra alti e bassi, successi e tragedie. Quando si parla di Quiet Riot infatti il pensiero va sempre anche a Kevin DuBrow e Randy Rhoads. Non è un caso che durante il live Frankie Banali chieda un attimo di silenzio per omaggiarne il ricordo, giusto poco prima di eseguire “Thunderbird” che lo stesso DuBrow aveva scritto per Randy Rhoads quando lasciò i Quiet Riot per entrare nella band di Ozzy.
Eccezion fatta per questo momento di commozione, lo show è prepotente: da subito veniamo investiti da un suono potentissimo, riff al fulmicotone ed una voce capace di raggiungere picchi altissimi. Meno graffiate di quella di Kevin, infatti, la voce di James è però particolarmente piena e dotata di un’ottima estensione. Per altro, a tratti, ricorda la timbrica del primo Vince Neil.
Dal nuovo album “Road Rage” viene presentata “What’ever It Takes”, ma nella scaletta trovano posto anche tutti i grandi classici come gli immancabili “Cum On Feel The Noize” e “Bang Your Head” che chiudono il live.
Senza uscire dal palco, i musicisti ascoltano il pubblico che canta e li invita a continuare. Imbracciano quindi di nuovo gli strumenti ed eseguono, a sorpresa, un’inaspettata cover di “Highway To Hell” degli AC/DC.
Stryper @ Frontiers Rock Festival V
Dopo 4 anni gli americani Stryper tornano nuovamente a calcare il palco del Live Club. Avevamo infatti già avuto modo di apprezzarli durante la prima edizione del Frontiers Rock Festival. In questo 2018 però c’è una novità: al basso troviamo Perry Richardson dei Firehouse, in sostituzione di Tim Gaines. Inoltre per l’artista e per la band, si tratta in assoluto della prima esibizione insieme.
Tra le fila della nuova formazione quindi troviamo Michael Sweet (voce e chirarra), Oz Fox (chitarra solista), Robert Sweet (batteria) e Perry Richardson (basso).
A questo punto la sala è quasi del tutto piena per il gran finale e, come prevedibile, un gran numero di cellulari si tirano su per documentare la performance. Inutile dire che gli Stryper iniziano subito con grande energia, complici anche i potenti riff dei loro pezzi.
Michael ci fa sapere che anche a lui mancano tanto gli anni ‘80, quando i capelli erano cotonati, i vestiti stretti (glitterati e colorati – ndr) ed MTV passava video rock tutto il giorno… ricorda quanto ci si divertiva a quel tempo ed invita tutti a divertirsi ancora.
L’affetto dei fans è molto forte e il pubblico non perde occasione di mostrarne. Sul palco arrivano un giacchetto di jeans con la toppa della band, che Michael mostra orgogliosamente a tutti, così come una bandiera con il logo Stryper. Dal canto suo la band lancia più volte piccole bibbie verso il pubblico e non fatichiamo a credere che chi è riuscito ad accaparrarsele le custodirà gelosamente.
Nonostante il passare degli anni, la voce di Michael è ancora in ottima forma ed ha un’inflessione molto potente. Allo stesso modo gli altri membri della band non sbagliano nulla, l’esecuzione è di altissimo livello. D’altra parte gli Stryper sono sui palchi da decenni e sono dei veri professionisti!
Anche in questo caso viene presentato il nuovo album targato Frontiers con l’esecuzione di alcuni brani tra cui “Sorry” e “The Valley”. Non possono poi mancare all’appello i grandi classici, come la ballata “Honestly”.
Questa prima giornata del Frontiers Rock Festival V si chiude con un’esibizione dal suono decisamente più metal che rock in un continuo crescendo di energia. Seppur stanchi, gli spettatori attendono impazienti di tornare per la seconda giornata di musica live.
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