8 dicembre 1962 - nasce Marty FriedmanNews 

Marty Friedman: il metal in Giappone

Il metal in Giappone non è seguitissimo come si crede, e’ quello che ha dichiarato in una recente intervista il chitarrista Marty Friedman, da anni trasferitosi nel Paese del Sol Levante, smontando così alcuni luoghi comuni.

Di seguito il commento di Marty Friedman:

“È un grande sbaglio credere che il metal sia seguitissimo in Giappone, non è vero; però è vero che influenze heavy si trovano nella musica pop: in Giappone tanta musica pop ha influenze metal con molte parti di chitarra, e così anche la musica dance. Sono elementi che non si trovano nella musica pop di Europa e America, in cui questo genere è basato per lo più su R&B, rap e country, con qualche influenza rock ogni tanto.
Ma per qualche ragione, il suono della chitarra elettrica è al centro della musica pop giapponese, probabilmente perché nella musica popolare veniva utilizzato uno strumento che si chiama shamisan, una specie di chitarra a tre corde. Per questo, probabilmente, da secoli la popolazione è abituata a sentire queste specie di assoli di chitarra, anche nella musica popolare o addirittura in un contesto dance. Io personalmente preferisco di gran lunga la musica pop all’heavy metal old school, tradizionale. Ho bisogno di sentire qualcosa di nuovo: certo, sono cresciuto con il metal e lo amavo, ma per me ci deve essere qualcosa di nuovo. Deve essere più futuristico, moderno, e l’unico modo perché ciò accada è inserire delle contaminazioni. Credo sia per questo che per me il Giappone è così divertente: guardi le classifiche pop e ai primi posti vedi brani con degli assoli o dei riff molto heavy oppure delle parti progressive o tutti quegli elementi che, crescendo, ho amato, ma che sono completamente spariti dal panorama musicale americano. Quando mi sono trasferito non lo capivo a livello razionale, ma credo che, inconsciamente, sia per questo che ho deciso di venire qui”.

Marty Friedman, eclettico e virtuoso chitarrista americano, uno dei guitar hero più apprezzati nel rock, nell’heavy metal e nel metal neoclassico. Inizia a suonare la chitarra da autodidatta in tenera età e cresce ascoltando hard rock, musica classica, blues e punk, emulando Ace Frehley dei KISS, la sua principale fonte di ispirazione. Altri chitarristi che più lo hanno influenzato sono Johnny Ramone, Brian May, Frank Marino, Ritchie Blackmore, Uli Jon Roth, Tony Iommi, Randy Rhoads e Elliot Easton. Tra i suoi gruppi favoriti cita KISS, Ramones, Black Sabbath, Raven e T-Rex. Ancora adolescente, era già un virtuoso noto in città e conosce Tom Gattis, anch’egli chitarrista. I due formano i Deuce, gruppo che incise in seguito due demo, ma che non arrivò alla pubblicazione di un disco.
Nel 1982, Marty lascia Washington per trasferirsi alle Hawaii e forma i Vixen (da non confondere con la band omonima tutta al femminile), gruppo che durò nemmeno un anno (pubblicò solo un EP) e diede vita ad un’altra band, gli Hawaii. Il gruppo pubblica due lavori, “One Nation Underground” (1983) e “The Natives Are Restless” (1985), album dal sound heavy metal arricchito dalle influenze di musica hawaiana di Friedman. Anche l’attività di questo gruppo sarà breve e Marty stesso scioglierà la band. Nel 1986, Marty torna in California e si stabilisce a San Francisco, luogo che, in quel periodo, vedeva la proliferazione di tante metal band. Qui conosce un giovanissimo chitarrista di nome Jason Becker che non aveva tanta esperienza musicale, ma che possedeva un grande talento. I due diedero vita ai Cacophony dal 1986 al 1989. Inoltre, fu determinante l’incontro con Mike Varney, proprietario della neonata Shrapnel Records, casa discografica specializzata, perlopiù, nella produzione di dischi di musicisti virtuosi. Nel 1989 si aggrega ai Megadeth, in cui resta fino al 1999. Dal 1988 pubblica album solisti, l’ultimo del 2014 si intitola “Inferno“.

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