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Bisogna informare le band dei loro punti deboli?

A volte si trovano band davvero valide da un punto di vista musicale, che sia per la grande capacità artistica dei musicisti, la splendida voce del cantante, l’inventiva e l’originalità artistica di alcuni componenti o altro… altrettanto spesso però c’è quel quid che stride. Quel qualcosa che proprio non suona e rovina tutto. Basterebbe migliorare in quell’aspetto, metterci una pezza come si dice a Roma, e la band potrebbe davvero volare alto, ma qui nasce la domanda delle domande per noi “addetti ai lavori”: posso esprimermi liberamente senza che la band se la prenda?

In alcuni casi la risposta già la so, per quanto cerchiamo di essere diplomatici nei nostri live report vogliamo essere più obiettivi possibile e non sempre riusciamo a parlare bene di tutti, cosa che ovviamente non tutti apprezzano. Ci mancherebbe! A nessuno fa piacere ricevere critiche, anche quando siano costruttive o ben argomentate. Eppure credo sia proprio la capacità di raccoglierle a dare l’opportunità di migliorare. Questo in tutti gli aspetti della vita ovviamente. Tanto per sapere quali sono i punti di forza e di debolezza e quindi poter intervenire.

Il dubbio comunque resta perché quando ad ascoltare musica restano solo i musicisti potrebbe esserci il rischio di creare una certa solidarietà del non detto:  tutti sanno cosa non va, ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Chi poi lavora PER i musicisti deve interagire a queste stesse condizioni.

Ad esempio mi chiedo se in fase di registrazione di un disco, (ma anche di una singola canzone), chi effettua l’editing abbia la responsabilità di intervenire, come succedeva una volta, se si rende conto che qualcosa non funziona.

Oggi i piccoli studi di registrazione, le etichette indipendenti, gli studi home-made, hanno di molto modificato il rapporto esistente tra la band ed i tecnici, generando un rapporto più diretto che oserei definire “su commissione”, quando addirittura non si tratti di amicizia. Immagino che se il produttore di turno iniziasse a stravolgere, o chiedere di stravolgere, il prodotto creato da una band questa possa sciogliere il “contratto” e cercare un produttore più amichevole. Tuttavia mettere sul mercato un prodotto ancora migliorabile, di poco o di molto, può far danno solo alla band.

Credo che cercare di evitare critiche sia l’atteggiamento più sbagliato, perché impedisce la crescita artistica di una band (o di un musicista). Senza considerare che, se la band in questione dovesse mai diventare famosa, di detrattori (in buona o cattiva fede) ne troverà in quantità, sarà quindi meglio prepararsi per tempo.

Dalla mia potrei dire che se leggete delle critiche sulle pagine di Rome by Wild è solo per il vostro bene, ma, a parte le battute, sono molto interessata all’opinione che ognuno di voi ha sull’argomento perché il mio punto di vista è evidentemente quello dell’ascoltatore ancor prima che del musicista.

Sentitevi quindi liberi di commentare questo articolo senza peli sulla lingua 😛

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