Rock by Wild intervista Isaac Delahaye degli EpicaEnglish New Interviste Internazionali 

Epica: la video Intervista di Rome by Wild

Isaac Delahaye, chitarra solista degli Epica, racconta il nuovo album “The Quantum Enigma”, ci parla del mercato musicale, di come affrontarlo e molto altro, in questa video intervista da non perdere!

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Nati come gruppo symphonic metal con sfumature gothic, gli Epica hanno in seguito incorporato nel proprio sound forti influenze death metal, tanto che Mark Jansen (fondatore del gruppo) ha ammesso che molti li definiscono come gruppo symphonic death metal. Lo stile del gruppo presenta anche attitudini molto vicine al progressive metal che sono state nettamente potenziate a partire dal terzo album “The Divine Conspiracy; in particolare, gli ultimi album pubblicati dagli Epica presentano spesso un orientamento prog death. Nella loro musica sono riscontrabili inoltre altre influenze, tra cui symphonic black metal, technical thrash metal e melodic death metal. Occasionalmente, gli Epica inseriscono nelle loro canzoni anche elementi ispirati alla musica araba/mediorientale e a quella dell’estremo oriente, elettronic/industrial, power e ambient. Più raramente sono presenti anche sfumature doom e folk.

Gli Epica sono famosi anche per la loro attenzione ai testi, che sono molto impegnati e trattano tematiche sociologiche, filosofiche, psicologiche, spirituali, di cronaca e d’attualità.

Il loro ultimo album in studio è “The Quantum Enigma“, pubblicato nel 2014. Secondo quanto dichiarato dal chitarrista Mark Jansen, “The Quantum Enigma” è caratterizzato da sonorità aggressive e brutali, soprattutto per quanto riguarda le parti di chitarra, basso e batteria, ma è stata data anche grande importanza alla melodia e alla creazione di ritornelli orecchiabili. Jansen ha inoltre aggiunto che l’album riprende il sound di “Design Your Universe fondendolo con influenze provenienti dai primi album degli Epica e con elementi totalmente nuovi nel sound del gruppo, il tutto unito in modo fresco e moderno. Simone Simons, voce degli Epica, ha parlato di un album che, grazie a un lavoro di squadra mai così intenso, riesce a essere compatto, equilibrato, vario e in grado di bilanciare melodie mangia-cervello e metal estremo.

(fonte Wikipedia)
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Traduzione:

Prima di tutto grazie per essere con noi oggi.
Siete in tour per promuovere “The Quantum Enigma”, il vostro ultimo lavoro e successo. Come lo descriveresti e quali sono le novità rispetto ai precedenti?

Tutte le canzoni sono nuove (ride). Beh, abbiamo cambiato tutto il processo  di composizione e registrazione, quindi tutta la squadra è cambiata, non siamo andati ai Gate Studio, (Wolfsburg, Germania – n.d.r.), come l’ultima volta (e tutti gli altri album fatti da Sascha Paeth), stavolta ha partecipato solo alla composizione di alcune linee vocali. Siamo andati ad uno studio diverso, abbiamo avuto un produttore diverso, un missaggio diverso e anche all’interno della band… eravamo abituati a scrivere le canzoni separatamente e poi metterle sul tavolo e registrare tutte le idee in sala prove, quindi andavamo allo studio per registrare le prove e dopo di questo facevamo le effettive registrazioni. Quindi c’erano molte prove prima di entrare in studio, in passato ci mandavamo file, facevamo qualcosa nei nostri studi casalinghi e poi se andava bene andavamo in studio. Questa volta abbiamo fatto ancora più attenzione ai dettagli  e penso che si possa sentire. Anche la produzione è più heavy. Siamo molto felici di questo album perché “Retrospect”, il DVD live, era quasi uno sguardo al passato, all’ultima decade, e penso che adesso sia il momento di andare avanti e aprire un nuovo capitolo per gli Epica, è questo che cerchiamo di fare con il nuovo album e sembra che il pubblico lo apprezzi davvero quindi forse abbiamo fatto la cosa giusta.

Come è cambiato il tuo approccio alla musica e ai tour in questi anni?

Non so, se mi piace allora va bene. E’ difficile dirlo, mi piacciono le buone produzioni, quindi mi piace qualcosa quando suona bene. Probabilmente mi piace più di qualche amico che ama il Black Metal che deve suonare di merda, ma deve essere così, anche se a me non piace. Anche le cose che scrivo devono avere ritmo, devono essere stimolanti per la chitarra, avere belle melodie e cose così. E’ difficile dirlo perché molte cose devono essere al proprio posto. Penso che anche crescere fa cambiare un po’ le cose. Sai qualche volta puoi avere in mano qualcosa di veramente bello e la mattina dopo ti svegli, lo ascolti di nuovo e pensi che fa proprio schifo. E’ sempre diverso…

Come affronti la cosa quando capita?

Butto via tutto e ricomincio da capo, non c’è nient’altro che puoi fare.  Non è saggio andare avanti con qualcosa che non ti piace, se non è destino devi trovare qualcos’altro, credo. Tante cose finiscono nel cestino. – Penso sia l’approccio giusto! – Si, anche io.

Avete sempre dato molta attenzione ai testi e alle tematiche delle vostre canzoni. Avete parlato di religione, politica e tematiche sociali. Dopo “Design Your Universe” avete inserito un ulteriore punto di vista, andando a toccare anche la filosofia, la scienza e la fisica quantistica. Continuando così il discorso in “The Quantum Enigma”. Sembra che vogliate analizzare la percezione della realtà. Come siete arrivati ad un livello così alto?

Il fatto è che la cosa è molto affascinante se pensiamo ai principi della quantistica, a come funziona. E’ Mark che legge molto di queste cose, ma se guardi l’Enigma stesso, magari andando a cercare su youtube si trova l’esperimento della doppia fenditura,  uno degli esperimenti più interessanti della scienza perché è così difficile da cogliere e dice fondamentalmente che se guardi qualcosa la determini, se guardi da un’altra parte quella cosa più essere qualunque cosa. Ed è strano perché non ci siamo abituati. Pensiamo che quello che vediamo sia reale, che quello che stringiamo tra le mani sia reale e che l’abbiamo veramente. Ma se guardo davanti a me non so cosa sta succedendo dietro e quindi tutto può cambiare, se guardo allora diventa realtà. Se andiamo avanti con il discorso si può dire che qualsiasi cosa che vediamo o sentiamo… io vedo le mie mani, ma sono davvero le mie mani? Non lo so, non posso sapere cosa voi state vedendo. Ed è strano se inizi a pensarci, qualsiasi cosa può essere ovunque, tutta la materia può essere ovunque e tutto è connesso, è davvero strano guardare una cosa che hai sempre dato per scontato e vederla da un’altra prospettiva. In ogni caso alla fine abbiamo sempre la nostra vita, andiamo a letto, ci svegliamo, quindi questo non cambia molto, ma fa pensare che forse c’è qualcosa di più.

Pensi che la musica posso rispondere ad alcune domande in questo campo?

Non so, ma non credo. Quando fai musica forse è la stessa cosa. Da dove viene la musica? E’ una mia ispirazione o viene dagli altri o si tratta di qualcosa che entra nel mio cervello? Non so. Potresti pensare a tante cose strane, ma alla fine io faccio semplicemente musica e non credo abbia a che fare con tutta la questione del “Quantum Enigma” o della teoria dei quanti.

L’anno scorso avete celebrato i 10 anni di carriera degli Epica con la registrazione del vostro primo DVD, che hai nominato prima, “Retrospect”, registrato ad Eindhoven. Guardando al passato c’è qualcosa che avete trovato molto difficile da affrontare e quali sono state invece gli apici della vostra carriera?

Ancora oggi ci sono dei momenti difficile perché c’è la crisi e per qualche ragione ci sono sempre più band e c’è molta concorrenza. Questo era il mio hobby ed ora è diventato un lavoro, quindi dobbiamo essere sempre davanti agli altri e assicurarci che riusciamo a pagare i conti. Quindi cerchiamo sempre di fare del nostro meglio e essere migliori della volta scorsa perché c’è sempre qualcuno pronto a criticare e scrivere su facebook che fai schifo, quindi dobbiamo cercare di essere sempre al meglio. Questa è una cosa da affrontare costantemente. Anche suonare bene uno strumento è molto difficile, se vuoi migliorare devi esercitarti tanto, imparare nuove canzoni, cercare di tirare fuori nuove cose. E’ divertente, ma ti mette anche molto alla prova, può essere sia la parte positiva che negativa. Qualche volta prendi in mano la chitarra e non c’è niente, non riesci ad avere nuove idee, il giorno dopo ti svegli e sei pieno di idee.
Questo potrebbe essere il lato negativo. Un’altra cosa difficile è gestire la vita sociale: siamo spesso in tour e lasciamo a casa amici e parenti, se qualcuno si sposa o ha degli figli e ci sono dei compleanni che perdi, qualche volta è difficile. Spesso al mio stesso compleanno non sono a casa. Io non lo vedo come un problema, ma qualcuno si.
I lati positivi sono che siamo sempre in giro, ieri abbiamo suonato a Milano in uno show sold out che è stato bellissimo, pieno di energia. L’ultima volta qui a Roma è stata fantastica e stasera (all’Orion – n.d.r.) ci aspettiamo lo stesso o anche meglio. Abbiamo un altro paio di show sold out, alla fine dell’anno suoneremo per la prima volta in India, poi per la prima volta in Sud Africa, cose così, sono degli apici costanti. Per quanto possa sembrare semplice, suonare in un paese nuovo significa incontrare nuove persone, nuove culture e per me è già un apice. E’ bello incontrare persone da tutte le parti del mondo e suonare per loro.

La band è nata quando internet era già cresciuto e aveva già cambiato il music business, (come dicevi tu prima), quale pensi sia stati il motivo per cui gli Epica ce l’hanno fatta? (Non tutte le band riescono ad emergere come siete riusciti a fare voi)

Penso che un passo importante per gli Epica sia stato quello di cambiare casa discografica ed entrare nel roster della Nuclear Blast Records, che oggi è la casa discografica più importante per il metal. Da lì si inizia ad entrare nel giro della grande promozione, della grande macchina del marketing che hanno. Sicuramente hanno influito anche i cambi di line up che credo abbiano reso la band più forte e con persone che ancora vogliono combattere per la band. Come ho detto è una lotta costante, c’è sempre lavoro da fare per la band, non esiste un giorno senza che ci siano e-mail o telefonate, la necessità di organizzare qualcosa, pensare a nuove forme di merchandising, perché no?, nuove canzoni… ogni giorno sei impegnato con la band e devi fare così se vuoi continuare a crescere. Ovviamente al fianco di fare buona musica, se non hai la musica e alla gente non piace puoi scordarti tutto. Ma se hai la musica allora bisogna lavorare sodo, uscire dal proprio guscio, andare in tour, magari suonare anche su palchi più piccoli (come quello dell’Orion – n.d.r.), finché ci divertiamo va bene. Questo è parte di tutto il processo. Molte persone si chiedono: “Cosa posso fare per diventare famoso?”  e io penso: fai buona musica e lavora per questo, esci e sii onesto verso te stesso, se la musica non è buona dimenticala, fai qualcosa di meglio. Come ho detto prima ci sono molte cose nel cestino che non erano abbastanza buone. Servono cose davvero di alto livello. Poi se è bello per me, potrebbe essere brutto per te e questo è ancora un altro argomento, ma devi cercare di tirare fuori il meglio da te stesso e vedere se le persone lo apprezzano.

Pensi che le band di oggi siano capaci di affrontare queste nuove regole di mercato?

Si, ma ci sono tante cose nuove. Per esempio facebook ha avuto una grande influenza, sicuramente. Noi eravamo abituati ad avere un sito web per far sapere che eravamo in tour. Ora c’è “Bands in Town”, l’App su facebook che spamma tutti voi per far sapere che siamo in tour; i post geotargetizzati, che fanno sapere solo agli utenti Italiani che avremo una data in Italia, cose così.  C’è anche youtube, ci sono così tante cose che le band possono usare. In passato era diverso, sicuramente c’era più televisione, c’erano i canali musicali che ormai non ci sono più. MTV non è più un canale musicale, c’è Gordie Shore o qualcosa del genere? Non so, altre cose, ma non è musica.

(Ariën van Weesenbeek, Coen Janssen e Simone Simons entrano nella stanza
Isaac: “cosa risponderesti a questa domanda?”
Coen: “direi di si, ma probabilmente dirò no, dipende da quante persone sono nella stanza
Francesca: “divertente”
Isaac: “Ora ci puoi lasciare”)

Nei vostri show avete suonato con Floor Jansen dei Nightwish e Revamp. E’ anche presente in “Retrospect” per le canzoni “Stabat Mater Dolorosa” and “Sancta Terra“, avete mai pensato di collaborare con lei per delle registrazioni in studio?

No, non ci abbiamo mai pensato, ma chissà, potrebbe succedere. Siamo ottimi amici, siamo anche stati in tour con i Revamp, quindi perché no? E’ stato lo stesso con l’ultimo album, non abbiamo avuto ospiti, non ci abbiamo pensato perché non avevamo bisogno di una voce come la sua, ma potrebbe succedere.

C’è invece qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare?

Collaborare? Mi sarebbe piaciuto collaborare con Diamond Darrell dei Pantera, se fosse stato possibile, ma lui non c’è più, quindi non succederà mai. Sarebbe stato bello però sedersi assieme a lui e vedere cosa ne sarebbe uscito.

E quali sono i prossimi progetti per gli Epica?

Finiremo questo tour europeo, ne abbiamo 2 parti, il prossimo anno avremo la seconda parte. Andremo in India, come ho detto prima, poi abbiamo la seconda parte del tour in Sud America, poi Russia, Scandinavia, il prossimo anno dei Festival estivi. Quindi un nuovo tour europeo, andremo negli Stati Uniti perché quel tour fu cancellato. E quindi nel 2016 probabilmente inizieremo le registrazioni per un nuovo album. Questi sono tutti i progetti. Praticamente saremo in tour per molto tempo,  fino al prossimo anno probabilmente e poi inizieremo con il nuovo album.

State pensando a qualche nuova Colonna Sonora?

Beh, sto provando a scrivere qualcosa, ma non molto per ora. In tour è difficile lavorare a cose nuove, c’è sempre troppo rumore come puoi sentire (dal palco il soundcheck si fa sentire – n.d.r.). Ho bisogno di essere a casa, stare tranquillo, ma qualcosa arriverà.

Ok, grazie mille.

Grazie a voi per avermi intervistato.

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