Fallen AngelsInterviste Nazionali 

Fallen Angels: il buon glam non muore mai

Rock by Wild intervista i Fallen Angels, band veneta che nasce dalla collaborazione tra vecchie conoscenze dei Seventh Fear. Primo fra tutti il chitarrista Stefy Wizard, che ancora milita nella band.
L’idea parte dal batterista Marco, che vuole la realizzazione di un gruppo che non solo riesca ad intrattenere con la migliore musica che la storia abbia mai visto, ma anche che sappia far divertire il pubblico a livello scenico. Da questa idea, in pochi mesi si uniranno a lui Matthew, Stefy e Chris per formare la reincarnazione degli anni ’80.
A rispondere alle mie domande c’è Matty Mannant, singer della band.

Il gruppo è nato come cover band, come e quando siete nati musicalmente?

I Fallen Angels nascono attorno al 2010. Con la voglia di riproporre le sonorità ed il look tipico del metal anni ’80, scegliendo, diciamo così, la forma più commerciale, ossia il glam metal.

Per chi non vi conosce, ci raccontate la storia dei Fallen Angels?

Metthew Ice (il bassista) e Steffy Wizard (il chitarrista) ne sono i fondatori (e sono tuttora presenti nella band). Mentre il batterista, per problemi di varia natura, ha abbandonato il gruppo attorno il 2015. Il sottoscritto (Matty Mannant – ndr) è entrato nel gruppo intorno al 2013 ed il nuovo batterista è con noi da poco (2016).
Penso che all’inizio la necessità di tutte le band sia quella di avere la possibilità di farsi notare e suonare il più possibile. Perciò il primo passo è stato quello di avere un bagaglio di una ventina di cover da poter suonare, canzoni di gruppi per lo più simbolo di quegli anni: Motley Crue, Ratt, Poison, Twisted Sister, Aerosmith, Europe, Bon Jovi, Van Halen, ecc.

Come nasce la vostra passione per il glam?

Posso dire che per alcuni di noi la passione per il glam nasce dalla voglia di poter esprimere al meglio il connubio tra look e musica. E forse anche per poter conquistare una grossa fetta di pubblico di tipo diverso. Essendo questo un genere piuttosto orecchiabile, penso sia la centratura perfetta per farsi notare, potersi divertire, e allo stesso tempo suonare il rock’n’roll
Probabilmente un altro motivo può essere la nostalgia di quegli anni, o i vecchi ricordi d’infanzia legati ad atmosfere e sound indimenticabili, che hanno portato alla voglia di riproporre un genere che sembrava quasi estinto.

A livello personale, e penso anche per gli altri, non sono mai riuscito a trovare grande soddisfazione in tutto quello che si è cercato di fare dopo i primi anni ’90. E parlo di tutti i generi ovviamente. Gli anni ’80 sono la Babilonia della musica perché le canzoni avevano molteplici particolarità nel sound, nelle atmosfere, nel significato… e molta arte, legata ovviamente ai look curati e scena. A questo si aggiungono il pezzo lento e il pezzo forte. Era tutto definito a regola d’arte, cercando di fondere spettacolo e look con un buon tiro di musica.

Mi parlavi di un singolo in preparazione, un vostro brano inedito. Ce ne vuoi parlare?

Il nostro doppio singolo (2 canzoni) è frutto dell’evoluzione e dai desideri che questo gruppo aveva: quello di poter scrivere musica inedita. Con il mio arrivo nel 2013 ho cercato di spingere i ragazzi a prendere questa direzione, perché il mio intento è sempre stato quello fin dal primo giorno. E loro ne erano consapevoli. Anche perché, con il cantante che c’era prima questi argomenti non si affrontavano.

Abbiamo notato che il fatto di essere in grado di scrivere pezzi e riproporre l’atmosfera e le sonorità di tipo 80’s, ci ha dato moltissima soddisfazione. Ora l’obiettivo è quello di continuare a scrivere pezzi inediti e cercare di distribuirli il più possibile, avvantaggiati probabilmente dal fatto che ognuno di noi, nella propria vita, ha ascoltato veramente di tutto. Personalmente ho ascoltato rock, hard rock, metal, rock’n’roll, rockabilly, pop anni ’80, synth pop, new wave, jazz, swing anni ’30 e musica classica. Forse per la creatività è più importante la conoscenza della musica che la tecnica, anche se quest’ultima sembra la cosa più importante per i metallari d’oggi che, per la maggior parte, si dimostrano molto tecnici, ma con poca creatività.

Questi due pezzi si presentano con un brano forte (“Feast With The Beast“) ed una tipica power ballad (“Jennifer’s Drugs“). Abbiamo cercato di lavorare molto sulla particolarità degli anni ’80, melodie e cori tipici. Ovviamente la parte più difficile è la matrice sonora, costituita da effetti che determinano un buon 50% del risultato. Abbiamo riscontrato che la nostra centratura ricorda un misto tra Motley Crue e Ratt (quest’ultima a livello di effetto sonoro).

Com’è l’underground nel Veneto? Faticate ad emergere?

La mia impressione sull’underground del veneto, o come lo vogliamo chiamare, è che ci sia divisione nella diffusione dei generi. Una Provincia come Padova è più tipica per una cosa, Vicenza per un’altra e Verona per un’altra ancora. Quindi è ovvio che riescano ad emergere pochi gruppi, forse anche per la mancanza di grosse città come Milano, Roma o Firenze. Tuttavia rimangono sempre i piccoli pub, o bar, in cui molte volte ci si può proporre. Il problema è che molti di loro sono ad un livello organizzativo scarso: c’è chi chiama sempre i soliti gruppi o chi pensa solo ad incassare il più possibile. C’è chi fa poca pubblicità o chi non dà importanza alle serate. Ecco, sicuramente c’è il rischio di essere favoriti o sfavoriti, rispetto ad altre band magari più piccole o con meno esperienza. La mentalità e la questione organizzativa giocano questo “cattivo” ruolo purtroppo.

Domanda che faccio quasi sempre: secondo voi, quanto è cambiato il modo di ascoltare musica nell’era del web? 
Non c’è più la “corsa” all’ultima uscita, il cercare la rarità nei negozi di dischi… questa cosa si ripercuote nelle vendite e soprattutto nell’ascoltatore, che ha una differente percezione della musica?

Nell’era del web purtroppo sono cambiate parecchie realtà oggettive. Questi ultimi 30 anni hanno cambiato molto la vita e le persone. Ora tutto il mondo può ascoltare musica gratis o scaricarla illegalmente e i negozi di dischi fanno la fame.
È normale che con la crisi conviene più scaricare che comprare CD a 15 €, per esempio. Se poi uno ha una passione, ma non ha soldi, non potrebbe fare diversamente che scaricare, purtroppo.
L’unico lato buono è che il web permette di avere visibilità in tutto il mondo con strumenti come Facebook e My Space ad esempio.

Inoltre, anche in paesi come India, Cina e Africa, si diffonde sempre più la possibilità di ascoltare questi generi, di cui prima non si era minimamente a conoscenza. Nel mondo intero c’è stata una grande unificazione a livello culturale, e parlo della musica soprattutto. Anche se è ovvio che a guadagnarci di più sono le major ed i gruppi storici.

Se i Fallen Angels dovessero aprire il concerto di un artista famoso, chi scegliereste?

Se dovessimo aprire ad un artista famoso non avrei preferenze! Possibilità di questo tipo per un gruppo che ha bisogno di farsi notare non arrivano per tutti.
Forse potremmo scegliere artisti dello stesso genere o band storiche, chi lo sa. Se poi possiamo permetterci di sognare, allora direi Rolling Stones e Led Zeppelin. Ma andrebbero bene anche artisti di altri generi musicali, come Elton John e Paul McCartney.
Dobbiamo dire che snobberemmo Laura Pausini, Gigi D’Alessio, Emma Marrone e Ligabue. L’ “anti-arte” sarebbe un altro male incurabile, però chissà, c’è sempre chi di fronte a grosse cifre tentenna, sarebbe da bugiardi dire il contrario. È ovvio che sarebbe brutto doversi vendere poi a quel genere di musica.
Il mio sogno sarebbe che ogni genere avesse le sue possibilità di essere notato e, come è giusto che sia, chi merita va avanti.

Per concludere vorrei spendere due parole di critica su quello che non mi piace notare: è brutto ammettere che ci siano moltissimi classici metallari di nicchia che vivono in un mondo loro, fatto solo di tecnica e poca arte. Vince solo chi è più veloce con la chitarra, o più cattivo. Imporsi delle regole su come vestirsi, dove andare, come pettinarsi, con chi stare e chi no… determina un mondo fatto di prigionia propria e selezione propria. Ci si trova poi a lamentarsi della discografia e del fatto di non essere notati, (o altre cose simili), quando le regole sono state costruite dagli stessi che si lamentano. Chi sente davvero l’arte è un uomo libero. Forse è questo il segreto per poter essere chi si vuole. Inoltre c’è chi nota questa cosa, la apprezza e cerca di prendere spunto o di chiedere aiuto, che si tratti di “musicisti” o “amanti della musica” di questo tipo, ogni giorno ce ne sono sempre di più.
Forse è per questo che viviamo nel passato.

Potete fare un saluto alla Fallen Angels ai lettori di Rock by Wild? Avete tutto lo spazio a disposizione per dire ciò che volete.

Vogliamo ringraziarvi per la possibilità di essere stati intervistati, e di poter dire la nostra.
Invitando tutti a seguirci nella nostra pagina Facebook, per vedere qualche video e prossimamente ascoltare i nuovi pezzi, sperando che regalino qualche emozione.
Saremo lieti di essere a disposizione per interviste future.
Grazie a tutti e arrivederci a qualche nostro live.

Grazie ai Fallen Angels per aver risposto alle nostre domande.

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