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Intervista ai Genus Ordinis Dei: una vita dedicata alla musica

Rock by Wild dà il benvenuto sulle sue pagine ai Genus Ordinis Dei. Symphonic death metal band che ha appena pubblicato il singolo, “Halls of Human Delights“, in anticipazione dell’album “Great Olden Dynasty“. La band è inoltre stata scelta per far parte del Lacuna Coil’s Delirium Tour.

Ciao ragazzi! Prima di tutto, siete emozionati per il tour con i Lacuna Coil?

Chiaramente siamo emozionantissimi! E’ una grande occasione per noi, forse la più importante mai arrivata ad oggi..

Come è iniziata la collaborazione tra i Genus Ordinis Dei e Marco Zelati dei Lacuna Coil?

Circa quattro anni fa, stavamo cercando un produttore per quello che poi sarebbe diventato il nostro self-titled EP. Ci hanno presentato a Marco, che sapevamo essere il compositore dei Lacuna Coil, ed eccoci qua! Abbiamo un EP prodotto da lui, una bella amicizia che dura da allora! …e alla fine siamo anche in tour insieme!
Non sarebbe potuta andare meglio!

Qual è la cosa più bella che porterete da questo viaggio in tour?

Sicuramente un bagaglio di esperienza invidiabile. Siamo a stretto contatto con dei professionisti di altissimo livello che ci insegnano cose nuove ogni giorno, quindi torneremo da questo tour molto più competenti in materia e maturi di prima.
E’ stato un gran percorso anche a livello umano… stare quaranta giorni con la propria band, 24 ore su 24 non è per nulla facile… se non ci siamo ammazzati in questo tour, non lo faremo più! (ahaha)

Genus Ordinis Dei LogoCi parlate di “Great Olden Dynasty“, come è nato e cosa vi aspettate da questo secondo full-lenght?

Great Olden Dynasty” è nato dall’esigenza di dare una continuità alla storia che avevamo presentato nell’EP. Come forse saprete, ogni nostro album è un concept e, questo in particolare, racconta la storia di ogni personaggio chiave della nostra trilogia principale; come se fosse una nota biografica di un libro. Ci aspettiamo sicuramente che possa arrivare in modo diretto al pubblico che abbiamo raccolto durante questo tour, ma anche che possa essere un passo avanti per la nostra carriera.

Come avete scelto il primo singolo “Halls of Human Delights“, cosa rappresenta per voi?

E’ sicuramente uno dei brani più fruibili e diretti del nostro prossimo disco. Volevamo dare all’ascoltatore un’idea immediata di quello che si deve aspettare dal full lenght. Anche a livello di testo, è forse quello meno criptico e che quindi non necessita di ulteriori approfondimenti.

Domanda che si fa spesso alle band emergenti: cosa pensate della scena rock/metal italiana?

E’ certamente una realtà ricca di progetti interessanti che però non riescono a essere valorizzati per motivi culturali; molto spesso anche per qualche stupida “competizione” assolutamente non sana che, invece di portarti a dar di più, ti limita fortemente.
In italia ci sono tantissimi gruppi, alcuni di questi hanno qualcosa da dire, ma spesso questo non basta per emergere!

E del rock/metal moderno, in generale?

E’ un genere in continua evoluzione, che sta lentamente riprendendosi il suo spazio e che forse pian piano tornerà “di moda” tra le nuove generazioni. Vediamo ragazzi sempre più giovani che si appassionano al metal moderno e che desiderano anche conoscerne l’origine. E’ sicuramente un sintomo di cambiamento! Forse il metal non è morto…

Vista la difficoltà di successo in ambito musicale, come affrontate il fatto di essere una band emergente?

Sempre a testa alta e pronti a porgere l’altra guancia ad ogni schiaffo morale che ci arriva. Non è una vita facile, la determinazione viscerale è tutto, anche se nel 90% dei casi non basta. Noi ci stiamo giocando le nostre carte, si spera sempre al meglio, e stiamo raccogliendo ottimi risultati, anche se la salita è ancora lunga!

C’è qualche errore che secondo voi una band proprio non dovrebbe fare?

In primis quello di circondarsi di persone che non credono al 100% in quello che fanno e nel progetto che seguono. In secondo luogo quello di ignorare la scena musicale in tutte le sue sfaccettature, perché è proprio così che si comincia ad ottenere una solida fan base con riscontri fantastici. Ah, e chiaramente, non bisogna arrendersi ai primi fallimenti, ma trarne una lezione che porti al miglioramento.

Cosa vi ha portato a fare musica?

L’amore per la musica ci è stato trasmesso dai nostri genitori, che sin da quando eravamo bambini ci hanno indirizzato verso il rock/metal della loro generazione.
Il desiderio di farlo come lavoro è arrivato poi nell’adolescenza quando abbiamo, per la prima volta, messo piede su un palco.

Quali sono i vostri progetti per il futuro e dove sognate di arrivare?

Siamo molto ambiziosi e sicuramente puntiamo in alto, a scrivere il nostro nome nella storia e ad essere ricordati per quello che stiamo facendo… un passo alla volta ovviamente!

Cosa è cambiato nella musica dei Genus Ordinis Dei da quando avete iniziato ad oggi?

Sicuramente ci riteniamo più maturi, e il fatto di aver collaborato con dei professionisti come Marco Coti Zelati o Simone Mularoni ci ha fatto crescere molto! Inoltre, anche le nostre influenze musicali sono in continuo mutamento e, cerchiamo sempre di restare al passo con quello che è il mercato moderno.

Ci sono altri progetti nella vostra vita che portate avanti singolarmente? Musicali e non?

Diciamo che la nostra vita è al 100% nella musica e oltre alla band siamo insegnanti di musica (Nick, Steven e Richard), Tommy invece lavora nella composizione di colonne sonore… insomma, fuori dalla musica abbiamo veramente ben poco.

Qual è il consiglio migliore che avete ricevuto nella vita e che vi portate dietro ancora oggi?

Accettare i consigli e le critiche e non mollare nei momenti di difficoltà. Con determinazione e forza di volontà tutto è possibile!

Come vedete i Genus Ordinis Dei tra una decina di anni?

Ci vediamo ancora on the road, con il nostro nome sempre più affermato e la nostra musica sempre più apprezzata!

Grazie mille per aver risposto alle nostre domande!!

Grazie mille per l’intervista! ci vediamo a Roma! Hail Rock by Wild!

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