Gradisca (Nome Temporaneo)Interviste Interviste Nazionali 

Intervista ai Gradisca (Nome Temporaneo): la serietà non ci appartiene

Rock by Wild dà il benvenuto sulle sue pagine ai Gradisca (Nome Temporaneo). Band eclettica, dalle venature rock, cantautorali, pop e folk, che ha appena pubblicato l’album “Blasfemodonti“. Ad anticiparlo il singolo “Wendy“.

Ciao ragazzi! Prima di tutto vi chiedo qual è il significato del vostro nome Gradisca (Nome Temporaneo)?

Il nostro nome prende molto banalmente ispirazione dal personaggio del film di Fellini (Amarcord), La Gradisca. Dovevamo suonare per la prima volta fuori dalle confortevoli mura del nostro paesello e quindi abbiamo optato in maniera frettolosa per questa scelta, aggiungendo poi il “nome temporaneo “, poiché, qualora il live fosse andato male, avremmo potuto rimettere piede sui palchi i giorni successivi con un nome differente, da perfetti sconosciuti.

Parliamo invece del vostro album “Blasfemodonti“, cosa significa questo termine e quanto racconta di voi?

Blasfemodonti” invece è un termine completamente inventato. Non significa assolutamente nulla. Ci piaceva la sonorità ancestrale e irriverente del termine.
Il disco dice di noi praticamente tutto, essendo frutto delle nostre menti, sia nelle canzoni più significative, come “Quattro Accordi“, sia in quelle più nonsense, come potrebbe essere una “Signorina Mogadiscio“. Tutte hanno un retrogusto autobiografico, che sia prettamente personale o della band nella sua interezza.

L’album è disponibile negli store digitali a partire dal 30 novembre. E’ prevista anche una release fisica?

Sì, la release fisica c’è stata il 4 dicembre ad Avezzano (AQ). Il disco sarà inoltre disponibile durante i nostri live, oppure su ordinazione contattandoci tramite la nostra pagina facebook e su bandcamp.

Siete soddisfatti del lavoro che avete portato a termine?

Io (Pierluigi Aleksandrovic- voce) personalmente non sono mai completamente soddisfatto dei lavori che porto a termine, devo però riconoscere che si tratta di un problema prettamente personale. Secondo me il disco è qualitativamente ben riuscito, mi riferisco soprattutto all’aspetto più tecnico, cioè del sound generale. Poi le canzoni a noi piacciono, non è detto che piacciano anche agli altri. È indubbio che si tratta del lavoro di una band alle prime armi, ma l’abbiamo volutamente lasciato così, con le sue imperfezioni, è pur sempre un live in studio.

Gradisca (Nome Temporaneo) - BlasfemodontiCome avete scelto i brani che fanno parte di “Blasfemodonti“?

Semplicemente sono la totalità dei brani che siamo riusciti a comporre durante i mesi che abbiamo dedicato alla scrittura vera e propria. Avevano qualche altro brano che era comunque incompleto o ancora perfettibile, ma abbiamo deciso di lasciarli fuori. Per quanto riguarda la cover di Vinicio Capossela, abbiamo pensato fosse quella meglio riuscita tra le svariate presenti nel nostro repertorio, poi ci piaceva il fatto che il nostro brano fosse più rivolto alla parte buia della luna che a quella chiara di Vinicio, come si evince anche dalle sonorità.

Di chi è la voce femminile sul brano di apertura “Come in Al Capone“?

La voce che sentite in “Come in Al Capone” è la stessa che trovate in “Wendy” e in “La Picchierò“. Si tratta di Paola Ronci (per noi Faola), che vi consiglio vivamente di seguire. Una delle migliori voci del centro Italia in assoluto. Forse anche oltre. Una donna d’altri tempi. L’abbiamo un po’ costretta a piegarsi al nostro genere, lei si muove più sul jazz, swing, blues. Le dobbiamo tantissimo.

Chi compone i testi delle canzoni dei Gradisca (Nome Temporaneo) e da cosa traete ispirazione?

Principalmente sono io (Pierluigi) l’autore dei testi , tranne che in “Valentina” e “Furgonirica“, che sono state scritte dal chitarrista, Maya. Trovo molta difficoltà nel trarre ispirazione da un singolo argomento o in un momento ben definito. Preferisco appuntarmi le frasi che mi passano per la testa durante la giornata. Molte delle canzoni di “Blasfemodonti” sono appunto un’accozzaglia di idee raccolte nei mesi, anche anni a volte, antecedenti il disco. Lo stile di scrittura tra me e Maya è completamente diverso, lui ama dilungarsi e narrare una storia nella sua interezza, a me piacciono pochi piccoli concetti. Sono piccoli sfoghi su carta che ho infilato a forza tra le note composte dalla band.

Nei testi tutti italiani, a volte inserite ritornelli in inglese, come mai?

Semplicemente una questione di sonorità. Nessuna scelta a tavolino.

Finora la vostra esperienza ha visto molti palchi, qual è la cosa più bella che vi resta da ogni live?

La cosa bella che ci resta di ogni il live è il rafforzarsi dell’amicizia chilometro dopo chilometro, canzone dopo canzone, concerto dopo concerto. Abbiamo la fortuna di essere un gruppo di amici ancor prima che membri di questa band. Ci capita non di rado di litigare, di mandarci a quel paese, ma ogni concerto per noi è un momento di festa, a partire dalla preparazione, dal pasto pre concerto, fino al viaggio di ritorno a casa. Il concerto vero e proprio finisce spesso per diventare una scusa per vivere assieme una piccola fuga dalla realtà. Ho la sensazione che la musica spesso finisca quasi in secondo piano. Ma è il nostro spirito.

La performance che vi ha soddisfatto più di tutte, invece?

Ne ricordiamo tre in particolare: la “Gnagnagnogna” di Antrosano, per l’inaspettata mole di gente presente. Il contest a Gallinaro, “Gallinarock 2015”, perché è stata una vera e propria scampagnata. Siamo arrivati con un paio di forme di pecorino, svariate salsicce , pagnotte, amici e una decina di litri di vino. Abbiamo avuto il piacere di condividere il nostro cibo con un’affamata (ed assetata) band venuta dall’Irlanda. Finito il pantagruelico pasto è arrivato il temporale che ha annullato la serata e tutti a casa felici e contenti.
Per finire, l’Arzibanda di Capistrello, dove finalmente abbiamo incontrato gente venuta per ascoltare la musica, non per bere o chiacchierare con gli amici. Una rarità in Abruzzo.

Quanto vi prendete sul serio quando suonate o componete le vostre canzoni?

Molto poco.

Blasfemodonti” è il primo album dei Gradisca (Nome Temporaneo), cosa vi aspettate da questo lavoro?

Un successo stratosferico che ci porti via dalle paludi abruzzesi . Scherzi a parte, ci aspettiamo magari che la gente ascolti un po’ di più la nostra musica e badi un po’ meno alle nostre scenate sul palco. Poi ovviamente l’augurio è di piacere a più persone possibili e, perché no, a qualche casa discografica.

Come avete scelto il primo singolo “Wendy“, rappresenta qualcosa per voi?

Wendy” è stata scritta per una stronza. L’abbiamo scelta perché ci è sembrata la più orecchiabile, la più Abbiamo pensato che potesse arrivare con più facilità all’orecchio medio.

Cosa pensate della scena alternative rock italiana e di quella abruzzese in particolare?

La scena alternative rock italiana pullula di band di altissima qualità, che molto spesso non riescono ad emergere a causa dello scarso interesse da parte del grande pubblico, e di conseguenza delle grandi case discografiche, e di conseguenza delle radio, e di conseguenza del grande pubblico, e di conseguenza delle case discografiche, e di conseguenza della radio etc etc etc. un cane che rincorre la coda all’infinito senza mai acchiapparla. C’è da dire però che gli ultimi anni hanno visto una semi-rinascita di questo movimento soprattutto grazie ai social, che permettono una grande diffusione e pubblicità quasi a costo zero.
Per quanto riguarda l’Abruzzo, mi rattrista constatare che si tratta purtroppo di una regione, al pari di tante altre in Italia, totalmente insensibile e impreparata all’argomento . Ci sono cose interessanti, ma potrebbero essercene molte molte di più. I ragazzi non sono invogliati perché il panorama locale non offre risultati tangibili e motivanti.

E dell’alternative rock moderno, in generale?

Alternative rock in generale racchiude una moltitudine di gruppi e di stili, sarebbe impossibile fare una qualsiasi stima o valutazione a livello internazionale. Trattasi sicuramente di un movimento vivo e rigoglioso, che purtroppo attecchisce molto di più fuori dal nostro panorama nazionale.

Vista la difficoltà di successo in ambito musicale, i Gradisca (Nome Temporaneo) come affrontano il fatto di essere una band emergente?

Piedi per terra e testa per aria. È questo il motto che ripeto ogni giorno alla band. Sognare non costa. All’eventuale caduta dalle nuvole ci penseremo quando raccoglieremo i cocci. Per ora voliamo di fantasia, ma sempre con estrema umiltà e coscienza dei nostri mezzi.

Cosa vi ha portato a fare musica?

Il fatto di poter farci fighi

Quali sono i vostri progetti per il futuro e dove sognate di arrivare?

Abbiamo svariati brani inediti in lavorazione, sicuramente punteremo a fare altri album. Contiamo di arrivare più lontano possibile, ma chiudo qui altrimenti rischiamo di gufarcela.

La formazione attuale è stabile da tre anni, come è cambiata la band in questo periodo di tempo?

La band fluttua tra alti e bassi, tra altissimi e bassissimi. Abbiamo perso un po’ la spensieratezza e la spontaneità dei primi live e questo ci è stato rinfacciato più di qualche volta. Ricordo ancora l’urlo di un ascoltatore alla chiusura di un brano durante un live: “eravate meglio quando eravate peggio!!!”. Questo ci spaventa, ma sono piccoli passi obbligati per chi decide di provare ad esportarsi un po’. Comunque non saremo mai completamente seri, tranquilli.

Ci sono altri progetti nella vostra vita che portate avanti singolarmente? Musicali e non?Gradisca (Nome Temporaneo) - Wendy - Videoclip

I tre quinti della band è composta da lavoratori impegnati anche (e soprattutto) in attività che non hanno nulla a che fare con la musica. Gli altri due sono sognatori che rischiano una brutta fine.

Qual è il consiglio migliore che avete ricevuto nella vita e che vi portate dietro ancora oggi?

Che la vita è talmente breve ed imprevedibile, che non ci va di sprecarla a fare cose (o lavori) che non ci piacciono. Magari anche per conto di altri. Un concetto tanto banale quanto sottovalutato. Un po’ per paura, un po’ per impossibilità di metterlo in atto. Ma la serenità è la chiave di tutto. Questo consiglio l’abbiamo ricevuto da noi stessi.

Come vi vedete tra una decina di anni?

Speriamo vivi.

Per terminare quest’intervista, vi va di fare un saluto in stile Gradisca (Nome Temporaneo) ai lettori di Rock by Wild?

Ciao e grazie a chi è arrivato fino a questa rigo e Ciao Francesca, grazie!

Grazie mille per aver risposto alle nostre domande, vi aspettiamo presto per un live a Roma!!

Gradisca (Nome Temporaneo) su Facebook > link

Related posts

Lascia un commento

Il commento è in attesa di approvazione

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.