Muse live: stratosferici @ Forum di Assago – 15 05 2016
Muse live e stabili per sei date consecutive, dal 14 al 21 di maggio a Milano. La nostra inviata, reduce dal concerto del 15 maggio, ci racconta la sua indimenticabile esperienza.
Here Come the Drones per ben una settimana al Forum di Assago di Milano che ospita i 3 inglesini più famosi del globo, i Muse live, re indiscussi
del rock alternative (così li etichettano… mah!), che con il loro “Drones World Tour” stanno seminando Sold Out a tutto spiano in quasi tutti i Paesi che toccano, compresa l’Italia…o meglio solo la città di Milano è meta di questo privilegio. Da romana sento tutto il diritto di lamentarmi un pochino…
Lo spettacolo è magnifico, ma non c’era dubbio, i Muse live sono famosi per le loro scenografie mega-galattiche; il concerto a Roma del 6 luglio 2013 è ancora vivido nei miei ricordi, 6 cannoni che sputano fuoco a suon di batteria sono difficili da dimenticare! Ed è stato anche il primo concerto registrato in 4k per essere distributo nei cinema.
Mai banali nei loro messaggi, riescono ad interagire con i pubblico a 360 gradi: il palco è circolare. Matt & Co. arrivano al pubblico da tutte le direzioni, non esiste staticità. Donne androidi, marionette, città devastate dalle bombe, vengono proiettati in teli leggerissimi, che sembrano sospesi tra il palco ed il pubblico. Droni che scendono sincronizzati ipnotizzano i fan. Tutto questo è legato alle tematiche affrontate con l’ultimo lavoro “Drones” incentrato sulla progressiva disumanizzazione del mondo, sfruttamento delle risorse umane per profitti di pochi privilegiati avidi di potere, sopravvento delle macchine sull’uomo, terza guerra mondiale.
Dopo il sold-out della prima data di Milano (14/05/2016), assisto alla seconda serata, per me memorabile, ma sarebbe stato il massimo con una scaletta un po’ più ruggente. Chiedo venia per i nuovi fan, ma conoscendo il gruppo da molto tempo, sono affezionata alle sonorità dei loro primi due (anche tre) album, dove hanno sfoggiato una gran qualità, che agli ultimi, un po’ troppo commerciali e leggeri per i miei gusti, manca.
La serata in città si presenta freddina rispetto al caldo che c’era stato nel pomeriggio, l’attesa si fa sempre più trepidante, i fan guardano incuriositi il palco e il meccanismo che sta sopra di esso: sembra quasi un gigantesco ragno meccanico.
Le prime note del “chorus” dei “Drones” non tardano a farsi sentire… forse 15 minuti… ed ecco 4 luci spuntare: Matt Bellamy, Chris Wolstenholme, Dom Howard e il solito uomo in più ai concerti, sempre fedele, Morgan Nicholls alle tastiere.
Si parte a razzo con “Psycho” e con “Reapers” (dall’ultimo album), dove anche sulle tribune si salta. Impossibile stare fermi ad ascoltare e basta. Io ne sono la prova vivente!
“Resistance” dall’album “The Resistance” ci riporta nella quiete in balia delle sonorità cupe e sospese del quinto album del 2009.
Si riparte con un brano molto pop tratto dall’ultimo album: “Dead Inside“, i nuovi fan la amano, non c’è dubbio.
Si procede con “Isolated System” dal recente “The 2nd Law“, a mio avviso uno dei pezzi più belli di questo album (insieme a “Liquid State“, scritta e cantata da Chris, ma non presente in scaletta purtroppo), e poi con “Supremacy“.
Ma veniamo alla più bella dell’ultimo album per me (insieme a “The Globalist“), anche per la scenografia, “The Handler“. Dai teli, una marionetta gigantesca sembra tenere su per i fili Bellamy mentre canta, spettacolare! Sono davvero i numeri uno in questo… restiamo incantati ad ascoltare e guardare come bambini e vorremmo che non finisse mai!
“Super Massive Balck Hole” rompe l’atmosfera creatasi, ma non possono mancare i pezzi che li hanno fatti conoscere al grande pubblico (sigh!), quando arriva “Starlight” i fan cantano all’unisono assieme a Matt. Dopo “Feeling Good“, “Madness” e “Revolt“, un brano manda in visibilio i vecchi fan come me: “Stockholm Syndrome“, ai cui riff ed assoli così potenti e veloci non si può restare indifferenti.
Altre chicche del passato: la famosissima “Time is Running Out” e un pezzo dagli estremi toni accesi contro una errata politica delle banche, “Uprising“.
Sono piacevolmente sorpresa dal pezzo “The Globalist“, 10 minuti di canzone che va dalla passione per Ennio Morricone (prima parte), al pessimismo più cupo della condizione umana. La storia di un maniaco dittatore che infligge al resto del mondo una tragica fine attraverso l’uso di potenti armi di massa: I Just needed to be loved (voglio solo essere amato) è la frase finale del dittatore.
Il concerto termina e chiude il cerchio con la stessa canzone con cui è stato aperto: il “Chorus Drones”.
Ma non sono Muse live se non terminano un loro spettacolo, nel bis, senza suonare il loro inno country-spaziale “Knights of Cydonia” , preceduta da “Mercy“. La folla deve dimenarsi sia nel parterre che sulle tribune sulle note del mitico pezzo di chiusura di “Black Holes and Revelations“, travolgente come al solito. I fan lo aspettano e sanno che è la canzone di chiusura. Una delle più belle e coinvolgenti di tutto il loro repertorio.
Concerto stratosferico e ricco di emozioni. I 3 ragazzi di Teignmouth ci lasciano sempre a bocca aperta, ogni volta con esibizioni e scenari diversi, sempre studiati, mai a caso e sempre incentrati sulla tecnologia e su quello che accade nel mondo.
Speriamo di non dovere aspettare tanto tempo nel rivederli nel nostro Paese e magari con un album nuovo che si avvicini ai loro primi capolavori, le cui qualità sono indiscutibili!
Setlist – Muse live
Chorus Drones
Psycho
Reapers
Resistance
1-Dead Inside
2-Supremacy
3-Isolated System
4-The Handler
5-Super Massive Black Hole
6-Starlight
7-Feeling Good
8-Solo Dom&Chris
9-Madness
10-Revolt
11-JFK
12-Stockholm Syndrome
13-Time is running Out
14-Uprising
15-The Globalist
16-Chorus Drones
Encore:
1-Mercy
2-Knights of Cydonia
Line Up – Muse live
Matthew Bellamy: voce, chitarra e piano
Christopher Wolstenholme: basso, armonica, voce
Dominic Howard: batteria
Morgan Nicholls: tastiere