Live Report Locali 

Nanowar of Steel @ Orion – 14 03 2014

(Scritto in collaborazione con Alessia Mancini)

Serata goliardica all’Orion di Ciampino, arena di danze e bisbocce, dove la corte di corte di Feudalesimo e Libertà incontra la plebe in occasione d’un novello concerto dei prodi menestrelli del metallo Nanowar of Steel, lieti di presentare la loro ultima fatica “A Knight at The opera”.

Ad inaugurare lo show spetta ad una band di tutt’altro genere, i Lykaion, che ci intrattengono col loro personalissimo gothic dalle sfumature heavy e thrash che strizza l’occhio a band come Sentenced, Katatonia, Nevermore, Anathema. Alessandro Sforza e i suoi ci regalano un live ben suonato, che spazia dai brani del loro primo lavoro, “Nothin’ but Death”, ai nuovi pezzi di imminente uscita ( tratti da “Heavy Lullabies”), dimostrando di avere ottime doti e una buona padronanza scenica. Atmosfere più cupe e malinconiche si alternano a momenti tirati e dinamici, riuscendo a coinvolgere anche il pubblico che non conosce il loro repertorio.
Il live dei Lykaion giunge velocemente al termine e la band ringrazia e saluta i presenti per il calore mostratogli.

Non appena la band scende dal palco viene inscenato un breve siparietto in cui un losco villico prende la parola elogiando programmi tv di dubbia qualità e cantanti altrettanto discutibili, fin quando non viene interrotto dai sodali di Feudalesimo e Libertà: un frate inquisitore e due gendarmi che lo immobilizzano e gli elencano i capi d’accusa. Il processo si conclude con una condanna al rogo più volte invocata dal pubblico e il villico che viene trascinato tra la folla inferocita.
Dopo aver assistito al processo e omaggiato lo sommo Imperatore è il momento dei tanto attesi Nanowar Of Steel. Prendete musicisti di altissimo livello, storielle surreali, testi demenziali, un po’ di satira, viaggi pindarici in mondi fantastici, travestimenti e gag esilaranti, nonché tanto epic e power metal suonato dannatamente bene; quello che ne viene fuori è un imprevedibile quanto divertente show di puro Parody Gay True Metal.
La band composta da Gatto Panceri 666 al basso, Mohammed Abdul chitarra, Uinona Raider batteria, Potowotominimak e Mr. Baffo alle voci partono subito alla grande spaziando dai classici fino al nuovo repertorio tratto da “A Knight At The Opera”, che in quest’occasione hanno modo di presentare.

Il pubblico acclama calorosamente la band sin dal loro ingresso sul palco, e li accompagna per tutta la durata del concerto cantando a squarciagola, dandosi ad headbanding e pogo selvaggi.
Nonostante la predominanza di elementi sarcastici e parodistici, i Nanowar Of Steel dimostrano di avere capacità musicali e una grinta on stage di certo non comuni, anzi tecnicamente parlando farebbero invidia a buona parte dei gruppi italiani che si prendono sul serio.

La setlist prevede molti dei loro pezzi forti: l’irriverente quanto fulminea “Power Of The Power Of The Power (Of The Great Sword)” (della durata di 8 secondi!), l’epica “Forest of Magnaccions” (parodia dello stornello folk romano “La Società Dei Magnaccioni”), e le celeberrime “Lamento Erotico” e “Odino And Valhalla”. Esilerante è l’esecuzione di “RAPsody”, rivisitazione del famoso brano “Emerald Sword” dei Rhapsody of Fire in chiave Rap, con tanto di coreografia!
Tra i momenti più comici della serata trova posto l’esecuzione di “A cena da Gianni”, dedicata alle doti culinarie di Gianni Morandi e alle prelibatezze che si possono gustare a casa sua, dove il pubblico è inviato a cantare parte delle strofe dei ritornelli mentre la band è impegnata nella degustazione di una controversa Sacher!

Tra i pezzi estratti dall’ultima fatica, molti dei quali già noti ai fans: “Tricycles Of Steel”, “Fight The Dragon For The Village”, “Stormlord of Power” e “Il Cacciatore della Notte”, dal testo vagamente allusivo, dedicata ad un oscuro e vorace predatore notturno: il barbagianni, con un Potowotominimak perfettamente calato nella parte grazie alla sua spassosa mise piumata.
Lo show scorre veloce tra una gag e l’altra e arriva il momento di omaggiare la magnificenza dell’imperatore con l’inno di “Feudalesimo e Libertà” alla presenza del prete inquisitore, dei gendarmi e di tutti gli umili villici che con coro festante gridano baldanzosi “ALLA PUGNA”!
Immancabile il glorioso inno al cavaliere custode dell’acciaio inox: “Giorgio Mastrota (The keeper of inox steel)”, accolto con un boato dai fans che ricevono da graziose vallette delle cialde “Mondial Casa”, per poter degustare questo caffè dall’aroma intenso alla fine del concerto.
La meritevole conclusione spetta alla parodia partenopea di una delle canzoni simbolo dell’Heavy Metal: la tanto attesa Master of Pizza, in cui Abdul dà l’ennesima prova delle sue incredibili capacità tecniche.

Con grande dispiacere dei presenti, che sembrano non averne abbastanza acclamandoli a gran voce, lo show giunge al termine. In definitiva una band in ottima forma, senz’altro tra le più valide della scena, che speriamo di poter rivedere presto on stage!

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