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Recensione di Blackfield – “Blackfield V”

Blackfield V” esce (quasi) a sorpresa anche se con un ritardo di tre mesi dal previsto. Era stato annunciato a novembre 2016, ed invece esce a febbraio del 2017. D’altronde i sempre più pressanti impegni di Steve Wilson, tra produzioni altrui, “wilsonizzazioni” di classici del rock, e se stesso, aveva portato il progetto del duo Wilson-Geffen, sempre più sulle spalle di quest’ultimo, il quale ha dimostrato che da solo non è in grado di mantenere un livello qualitativo vicino a quello degli esordi del progetto Blackfield.
Progetti collaborativi del genere si misurano sulle lunghe pause, nelle quali i musicisti coinvolti arricchiscono il già loro ricco bagaglio di esperienze, portando queste esperienze nel progetto comune.

Blackfield V” è un album che se non arriva proprio al capolinea delle idee sicuramente fa tesoro delle capacità dei due di produrre e arrangiare per coprire i vuoti di idee (ma non vogliamone, lo fanno in molti, dopo un certo tempo). Il para concept di pretesto dell’album è l’acqua e il suoi simboli di palingenesi.
La produzione di Alan Parsons su tre brani, “Family Man“, “How Was Your Ride?” e “The Jackal“, è sicuramente un prezioso valore aggiunto, oltre ad unire due generazioni di “Maestri del banco mixer dietro al vetro” quali sono i due inglesi.

Blackfield - V - Album CoverLa London Sessions Orchestra, che nell’introduzione di “A Drop In The Ocean” fa un lavoro un poco di maniera, in “Lately“, “Salt Water“, “From 44 to 48” e “Undercover Heart“, è usata con più gusto ed eleganza. In particolare in “The Jackal” supportano meravigliosamente il bel assolo “space” di Omri Agmon …. a no, scusate …. ehm .. non è l’orchestra, sono le tastiere!

Il pop progressive malinconico “alla pinkefloyd” di Steven Wilson resta un fattore dominante che viene stemperato solo in parte dal modo cantautorale (no … lo dico proprio come lo penso … da classifica pop per le masse) dell’israeliano Aviv Geffen. (Undercover Heart). Brani come “Family Man“, “How Was You Ride?“, “We’ll Never Be Apart“, e più di tutti “Life Is An Ocean” mostrano la relativa facilità per Wilson e Geffen di mettere insieme una canzone ma si sente anche che il retroterra prog, specie per Wilson, tenderebbe a conferirgli un respiro maggiore che viene però soffocato subito per l’esigenza di rimanere nei limiti pop/rock melodici. Ed è un peccato, perché certi brani terminano proprio quando le cose sembrano evolversi.

Blackfield V” è un buon album, capace di dare all’ascoltatore bei momenti ma che non aggiunge nulla alla discografia del progetto, specie se si conoscono e si sono apprezzati i primi lavori.

Blackfield – “Blackfield V”

Artista/Band: Blackfield
Album: “Blackfield v”
Data di Pubblicazione: 10 febbraio 2017
Etichetta: Kscope
Produzione: Aviv Geffen, Steven Wilson, Alan Parsons. Studios – Pluto (Tel Aviv), Bardo (Tel Aviv), Sarm (London), Moonlight (Tel Aviv), No Man’s Land (Hemel Hempstead), Angel (London), Air Lyndhurst (London) tra il 2015 ed il 2016.
Artwork e grafica: Lesse Hoile e Carl Glover

Tracklist – “Blackfield v”

1-A Drop in the Ocean
2-Family Man
3-How Was Your Ride?
4-We’ll Never Be Apart
5-Sorrys
6-Life Is an Ocean
7-Lately
8-October
9-The Jackal
10-Salt Water
11-Undercover Heart
12-Lonely Soul
13-From 44 to 48

Line Up – “Blackfield v”

Aviv Geffen: tutti gli strumenti, tranne dove suonano altri, voce, produzione. mix, arrangiamenti e orchestrazioni.
Steven Wilson; tutti gli strumenti, tranne dove suonano altri, voce, produzione e mix
Tomer Z: batteria.
Omri Agmon: chitarra acustica e spaziale
Eran Mittelman: piano e organo Hammond
Hadar Green: basso elettrico
Alan Parsons: produzione e voce di supporto
Orchestra: The London Sessions Orchestra

Blackfield V” disponibile in CD, Lp e Digitale – link

 

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