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Recensione di Zappa – “The Crux of the Biscuit” e “For President”

The Crux Of The Biscuit” e “Frank Zappa For President” sono stati rilasciati entrambi il 15 di luglio dalla ZFT come uscite numero 103 e 104 dell’immenso catalogo di Frank Zappa, in vita e postumo. Il genio italo-americano, a 23 anni dalla sua scomparsa, continua a far parlare della sua musica con materiale valido e intrigante come questi ultimi due album presentati a voi lettori di Rock by Wild da Jacopo Muneratti.

Non si può certo parlare di un periodo facile per lo Zappa Family Trust: dopo la morte della carismatica vedova Zappa, Gail (avvenuta il 7 ottobre 2015), il timone è passato ad Ahmet Emuukha Rodan, il terzogenito della famiglia. Tale successione non ha risparmiato polemiche amare e attriti all’interno degli eredi, dando vita ad un’accesa diatriba tra le due fazioni dei figli (Moon e Dweezil contro Ahmet e Diva), riguardante le quote di guadagno. Purtroppo, questa situazione, dalla quale è meglio astenersi e mantenersi neutrali dato che solo le parti interessate sanno esattamente cosa stia succedendo, sta causando una sorta di tumulto tra i fan di Frank Zappa, dando vita ad una serie di commenti degni del peggior becero tifo calcistico.

 

Ahmet (sn) e Dweezil (ds) Zappa
Ahmet (sn) e Dweezil (ds) Zappa

Per farla breve, da un lato, a pelle, è facile dare ragione a Dweezil quando si lamenta di dover pagare una somma per poter utilizzare il marchio Zappa Plays Zappa, il nome della coverband ufficiale fondata da lui stesso e in giro dal 2006, dato che, effettivamente, Zappa è il suo cognome di nascita. Dall’altro, Ahmet sostiene che il pagamento sarebbe puramente simbolico e che, semplicemente, è il trattamento che riserverebbe a chiunque fosse intenzionato a suonare la musica del padre, compreso sé stesso (Ahmet e Dweezil, nei primi anni ’90, avevano fondato un gruppo con alcuni ex musicisti del padre chiamato Z). Di sicuro, l’atteggiamento generale del terzogenito Zappa verso le cover band è di certo più neutrale e positivo rispetto a quello dispotico e tirannico della madre: per usare le parole di Steve Feigenbaum, il fondatore della casa discografica Cuneiform Records che pubblica i dischi della Ed Palermo Big Band, una delle coverband che più si trovò a combattere con Gail Zappa, “non devo più ricoprirmi di avvocati per poter pubblicare la musica di Zappa e di ciò gli sono grato al 100%“. Insomma, forse sarebbe il caso di farsi da parte e lasciare che i due partiti risolvano queste questioni da soli, possibilmente arrivando ad un compromesso.

Comunque, per fortuna, questi spiacevoli fatti non stanno fermando la pubblicazione di nuovi e interessanti dischi di archivio. Il 15 Luglio 2016 sono infatti usciti contemporaneamente ben due nuovi album: “The Crux of the Biscuit” e “Frank Zappa For President“. Il primo è una continuazione della serie Project/Object che si occupa dei “making of” degli album Zappiani: in questo caso, il volume (il quarto ad uscire) si occupa di “Apostrophe (‘)“, il primo disco di Zappa a raggiungere la top ten, pubblicato nel 1974. Il secondo CD è più coeso da un punto di vista tematico che da quello musicale ed è stato evidentemente pubblicato per via del fatto che a novembre di quest’anno ci saranno le elezioni presidenziali negli USA. Entrambi sono di qualità molto buona e offrono molti spunti di interesse che ora vedremo nello specifico.

The Crux of the Biscuit

Frank Zappa - The Crux Of The BiscuitIl CD comincia subito in maniera molto intrigante offrendo un intero lato alternativo montato da Zappa nel 1973 durante la lavorazioni di “Apostrophe (‘)“. Sebbene tre dei quattro pezzi presenti in questa costruzione siano in seguito stati inclusi nella versione ufficiale del disco, nessuno di loro è esattamente identico. Talvolta le differenze sono minime, come nel caso di “Cosmik Debris” che apre questa sezione, contenente solo una introduzione un po’ più lunga, ma altrove sono di sicuro più vaste e interessanti; è il caso della seconda traccia, “Uncle Remus” che, rispetto alla versione definitiva, presenta una strofa in più, un breve assolo di organo di George Duke e alcune splendide armonie vocali di Tina Turner e le Ikettes in seguito rese inaudibili su disco. Segue “Down in De Dew“, uno strumentale in seguito scartato dalla scaletta ufficiale dell’LP ma remixato e ricostruito nel 1977 per il maxi album “Läther“; sebbene la composizione contenga una buona prova chitarristica di Zappa, escluderla dal disco non è stata una cattiva scelta dato che tende a non andare oltre al breve tema principale. La sezione termina con una versione estesa della title-track, una stupenda jam tra Jack Bruce, il bassista dei Cream e Frank Zappa, qua più lunga di 4 minuti rispetto alla versione ufficiale. Il giornalista Simon Prentis, autore delle note di copertina, fa notare che, in alcuni casi, le tecniche di montaggio di Zappa miglioravano il materiale originale perché, togliendo alcune sezioni ridondanti, causavano varietà di dinamica non presenti nell’originale. Questo è un po’ quello che succede con questa versione estesa del pezzo, molto apprezzabile a livello archivistico ma più facilmente digeribile nella versione editata uscita ufficialmente.

Il commento di Prentis, però, non è di certo applicabile alla versione dal vivo della suite “Don’t Eat The Yellow Snow” presentata qui. Compariamo questa versione estesa e senza tagli con “Australian Yellow Snow“, l’ottava traccia della compilation “One Shot Deal“, registrata esattamente il giorno prima e rimontata da Zappa stesso. La versione “ufficiale” editata da Frank risponde di più ai requisiti che lui stesso pone in un’intervista presente su questo CD, nella quali definisce l’intera suite come qualcosa che si avvicina molto ad una “comedy routine” e, infatti, si concentra quasi interamente sulle parti vocali improvvisate e sulla storia demenziale narrata nel pezzo, togliendo quasi ogni frammento musicale complesso presente nell’originale. Si tratta, quindi, di qualcosa di molto divertente da ascoltare per la prima volta ma che stanca poco dopo. Per contrasto, la versione completa presentata su questo “The Crux of the Biscuit” suona di più come una composizione completa e di ampio respiro: si ascolti, ad esempio, la sezione che comincia con “St. Alphonzo’s Pancake Breakfast” nella quale l’elemento comico della suite passa un po’ in secondo piano lasciando spazio ad alcune mirabolanti performance virtuosistiche che culminano in uno spettacolare e frenetico hard rock cantato dal fiatista Sal Marquez. Questa intera parte è stata tagliata da “Australian Yellow Snow“, rendendo, quindi, il tutto molto più statico e difficilmente assimilabile da coloro che non trovano particolarmente buffe le disavventure del piccolo Eschimese Nanook alle prese con la tossica neve gialla.

Una parte del CD è dedicata alla costruzione di una composizione intitolata “Energy Frontier“, nella quale è presente, ancora una volta, Jack Bruce. Questa è sicuramente la parte di questa pubblicazione d’archivio che ha deluso di più i fan dato che sembra essere di più una jam sconclusionata che vede come protagonisti assoluti Zappa e un non meglio identificato flautista. In realtà, preso per quello che è, questo materiale è comunque degno di nota, se non altro perché collega due composizioni di Zappa apparentemente slegate tra di loro. Il tema è, infatti, semplicemente una early version di “Down in De Dew” e la sezione identificata come il bridge, in seguito, sarebbe diventata “Apostrophe“. In effetti, ascoltando attentamente le due composizioni, si notano diversi punti di incontro, apparentemente inaccessibili se non vengono fatti notare prima. Se da un lato questa parte del disco è, effettivamente, musicalmente un po’ incoerente, dall’altro l’assolo di Frank nel “bridge” è intrigante e andrebbe ascoltato almeno una volta.
Il disco contiene anche alcuni frammenti di session sparsi che, per alcuni, sono semplicemente materiale per i collezionisti più arditi ma che, comunque, racchiudono alcuni momenti di grande qualità. La cosa più piacevole è, senza dubbio, la backing track alternativa di “Cosmik Debris” che contiene delle parti di chitarra di Zappa ancora più aggressive e sporche rispetto a quella definitiva. Un’altra traccia da segnalare è un frammento di “Nanook Rubs It” tagliato dalla versione ufficiale pubblicata su “Apostrophe (‘)“.

Si tratta di una pubblicazione di estremo interesse per coloro che amano l’album, dato che lo integra bene senza raschiare il fondo del barile. La qualità sonora è eccellente: i pezzi mixati nel 2014 da Craig Parker Adams sono stati realizzati con grande cura e il mastering generale lascia respirare molto bene la musica. Le note di copertina di Prentis non dicono niente di particolarmente rivelatorio ma sono scritte bene e dimostrano una grande passione contagiosa dell’autore verso la musica di Zappa. Il difetto principale di questo CD è, ovviamente, la sorprendente e inspiegabile assenza di “Stinkfoot“, il pezzo centrale di “Apostrophe (‘)“, nonché quello che ha dato il titolo a questa raccolta. Per il resto: altamente consigliato!

Frank Zappa For President

Frank Zappa For PresidentQuando questo album è stato annunciato, molti fan si sono prematuramente lamentati perché temevano che si trattasse di qualcosa simile ad altre pubblicazioni politiche postume come “Congress Shall Make No Law“, un disco costituito quasi integralmente da interviste e la famosa udienza in Senato del 1986 contro il PMRC, e “Understanding America“, una compilation preparata da Zappa stesso che non conteneva quasi nulla di nuovo e che, oltretutto, presentava seri difetti audio. Una volta trovatisi di fronte al CD, per fortuna, è stato chiaro fin da subito che si trattava di qualcosa di profondamente diverso.

Sicuramente, questa è una pubblicazione che mira a rendere chiaro una volta per tutte che Frank Zappa era un compositore e non una semplice rockstar. Lavori come “Overture to Uncle Sam“, “Amnerika“, “Medieval Ensemble” e “If I Was President“, alcuni dei quali vengono presentati qui per la prima volta, sono certamente degli esempi di musica seria e contemporanea che nessun altro a parte Zappa avrebbe potuto comporre e costruire. A dimostrazione di ciò, un frammento di “Uncle Sam” era già stato eseguito nel 2007 dall’Ascolta Ensemble a Berlino ad una rassegna dedicata alla musica colta. Questo materiale è eseguito al synclavier, l’aggeggio elettronico con cui Zappa amava trastullarsi negli anni ’80 perché gli consentiva di poter realizzare della musica che, in certi casi, risultava assolutamente impossibile da eseguire da esseri umani e coloro che hanno amato album come “Jazz From Hell” o “Feeding the Monkies at Ma Maison” sicuramente lo apprezzeranno molto.

Secondo chi scrive, però, la cosa migliore contenuta nell’intero CD è il remix di “Brown Shoes Don’t Make It“, il primo vero capolavoro di Zappa, presente su “Absolutely Free“, il secondo disco dei Mothers Of Invention, pubblicato nel 1967. Questo secondo mixaggio è stato eseguito nel 1969, forse per la compilation “Mothermania” ed è molto più nitido e dettagliato di quello ufficiale che, invece, soffre di un po’ troppa compressione, probabilmente dovuta al fatto che il pezzo contiene un po’ troppi elementi che, con le limitazioni tecnologiche degli anni ’60, risultano letteralmente schiacciati nell’immagine sonora. Inoltre, l’intero pezzo sembra essere stato ricostruito in molti punti, generando quindi molte interessanti differenze. Una traccia eccellente che consola almeno parzialmente dall’assenza di un Project/Object di “Absolutely Free“. Pare, infatti, che il materiale presente nella Vault riguardante quel disco sia troppo poco per garantire un disco completo.

Il CD è completato da un paio di pezzi dal tour del 1988, probabilmente inclusi per giustificare il tema politico di questa compilation. “When The Lie’s So Big” è un ottimo pezzo, forse il migliore del medley anti-Repubblicano eseguito in quel tour e questa versione è abbastanza buona, ma non si discosta poi tanto da quella pubblicata su “Broadway the Hardway“. Viceversa, l’arrangiamento sorprendentemente serio e non ironico di “America The Beautiful” che chiude il disco è fatto con talmente tanto garbo e rispetto che anche i non-americani possono apprezzarla, grazie anche ad un bellissimo assolo di chitarra di Zappa sulla strofa finale. Ovviamente, anche qua c’è un po’ di sottotono cinico Zappiano: la strofa originale che diceva “Dio ti ha dato la sua grazia” è stata sostituita con “l’unico posto in cui esserci”. Interrogato a riguardo, Zappa ha risposto che non era sicuro che Dio avesse dato la grazia al suo paese! Il “ci vediamo in autunno” pronunciato da Frank al termine della traccia risulta volutamente ambiguo, dato che le elezioni presidenziali di quest’anno si terranno proprio durante quel lasso di tempo. Questo commento risulta anche un po’ triste perché il tour autunnale del 1988 di Zappa non ci sarebbe mai stato.

Questa pubblicazione è diretta soprattutto a coloro che considerano Frank Zappa qualcosa di più di una semplice divinità del rock ma, comunque, anche coloro che si apprestano ad ascoltare l’album devono conoscere già abbastanza bene la sua musica. Il materiale contenuto è tutto di alto livello ma ogni pezzo funziona meglio individualmente che nel suo contesto. Il libretto è meno interessante di quello di “The Crux of the Biscuit“, dato che non contiene nessuna nota esplicativa, ma la qualità audio è, ancora una volta, ottima, chiara e dinamica. Insomma, una pubblicazione buona ma sicuramente non per tutti.

Frank Zappa – “The Crux Of The Biscuit”

Band/Artista: Frank Zappa
Album: “The Crux Of The Biscuit”
Data Pubblicazione: 15 luglio 2016 (materiale originale 1972/73)
Produzione: FZ. Gail Zappa, Joe Travers. Mastering Bob Ludwig. Nuovo mix Craig Parker Adams 2014.

Tracklist – “The Crux Of The Biscuit”

1-Cosmik Debris 4:21
2-Uncle Remus (Mix Outtake) 3:59
3-Down In De Dew (Alternate Mix) 3:16
4-Apostrophe’ (Mix Outtake) 9:07
5-The Story Of “Don’t Eat The Yellow Snow/St. Alphonzo’s Pancake Breakfast” 2:25
6-Don’t Eat The Yellow Snow/St. Alphonzo’s Pancake Breakfast (Live) 19:26
7-Excentrifugal Forz (Mix Outtake) 1:34
8-Energy Frontier (Take 4) 3:04
9-Energy Frontier (Take 6 With Overdubs) 4:15
10-Energy Frontier (Bridge) 8:23
11-Cosmik Debris (Basic Tracks—Take 3) 5:11
12-Don’t Eat The Yellow (Basic Tracks—Alternate Take) 2:12
13-Nanook Rubs It (Basic Tracks—Outtake) 0:42
14-Nanook Rubs It (Session Outtake) 0:48
15-Frank’s Last Words . . . 0:16

Frank Zappa – “Frank Zappa For President”

Band/Artista: Frank Zappa
Album: “Frank Zappa For President”
Data Pubblicazione: 15 luglio 2016
Produzione: Ahmet Zappa, Joe Travers. Mastering Gavin Lurssen, Reuben Cohen.

Tracklist – “Frank Zappa For President”

1-Overture To “Uncle Sam” 15:16
2-Brown Shoes Don’t Make It (Remix) 7:27
3-Amnerika (Vocal Version) 3:10
4-“If I Was President” 3:43
5-When The Lie’s So Big 3:38
6-Medieval Ensemble 6:31
7-America The Beautiful (Bates/Ward; Traditional) 3:36

The Crux Of The Biscuit” e “Frank Zappa For President” disponibile in CD fisico – link

 

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