Venom + guest @ Brancaleone - 22 10 2016Live Report Live Report Internazionali 

VENOM Inc: La Porta dell’Inferno @ Brancaleone – 22 10 2016

I Venom Inc, band fondamentale del black metal è tornata il 22 ottobre a Roma sul palco del Brancaleone, accompagnati da Vital Remains, Mortuary Drape, Nervochaos e Desecrator per una serata di metallica musica “senza speranza”.
Il nostro prode inviato, Fabio “Berserk” Podeschi è andato ad affrontare la lunga maratona di nera disperazione solo per voi affezionati lettori di Rock by Wild (no che non si sia anche divertito, eh!)

Per me si va nella città dolente, per me si va ne l’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina potestate, la somma sapienza e ‘l primo amore; dinanzi a me non fuor cose create se non etterne e io etterno duro.
Lasciate ogni speranze, voi ch’entrate…….”

INFERNO, Canto III

Come il Solomon Kane di howardiana memoria mi accingo all’incontro con il tristo mietitore di cui bloccherò la falce con un fendente della mia sciabola e la mia intro e così cremisi perché questa notte si scateneranno band dell’underground più infernale e ne vedremo sia di meraviglie che di prodigi, in quanto ce ne sarà per tutti gusti.

Ma iniziamo con il nostro viaggio…..

Desecrator

Ad aprire le macabre danze sono gli australiani Desecrator forti di un thrash metal dalle influenze dei Dr. Living Dead, Municipal Waste, Anthrax ed un tocco di Nuclear Assault. La loro tecnica è precisa e poderosa, nei loro sei brani proposti più due intermezzi. All’attivo dal 2010 hanno fatto uscire due EP e un album live. E’ una band  ancora ai primi vagiti, ma sinceramente promette bene da come ho visto, per non parlare di Riley Strong, il singer e leader del gruppo, gran mattatore della serata che ha interagito con il pubblico scendendo dal palco e mettendosi a suonare sopra il tavolo vicino a me, in due parole, “UN GRANDE”. E’ dai tempi dei primi concerti dei Megadeth che secondo me non si vedono queste cose. Anche il resto della band ha dato prova di grande impatto su l’uso degli strumenti in sede live in quanto sono stati di una precisione quasi chirurgica. Che cosa dire? Buona la prima ma attendiamo l’uscita dell’album.
Promossi

Setlist – Desecrator

“Trash”
“Serpent’s Return”
“(Stop Ring) interlude”
“1800 Volts2
“(Stop Ring 2)”
“Brainscan2
“Gallows”
“Destroyng God’s Work”

Line Up – Desecrator

Riley Strong: voce, chitarra
Jared Roberts: batteria
Scottie Anning: chitarra
Gerald Biesber: basso

NervoChaos

Ora entriamo nelle fredde terre del raw black metal, a differenza dei lavori precedenti della band brasiliana, improntati su di un death thrash molto simile ai connazionali Sepultura (periodo Max Cavalera). Infatti della band originaria del 1996 è rimasto solo il batterista Eduardo Lane e con l’avvento di Lauro Nightrealm al secolo (Lauro Bonometti), l’italo brasiliano di origini Lombarde ha improntato un sound marcato su sonorità più simili ai primi Darkthrone di “Soulside Journey” in una fusione con Setherial, Cannibal Corpse e primi Hypocrisy, ed in questo calderone infernale il risultato è devastante. Tutte le loro song hanno preso un’impronta da thrash death metal vecchia scuola ad una dannatamente più marcia e sulfurea di raw black metal speed/doom.

La voce di Lauro e qualcosa di sepolcrale, forse solo Emperor Magus Caligula dei Dark Funeral o i Legion sono arrivati a tale perfezione di tenebra ma lui, non voglio azzardarmi, ha doti per superarli. Successivo tassello è l’innesto nella band di Cherry Taketani, chitarrista di origini nipponiche che oltre a suonare veramente bene è dotata di uno scream da banshee poderoso che accompagna il “Demone” Lauro nelle sue invocazioni degli angeli caduti durante lo show (non ci crederete ma ne ha invocato la maggior parte Belial, Pazuzu, Moloch, Lucifero, ponendoli come sigillo infernale alle canzoni e dedicandole a queste creature) dove la gente oltre a cominciare ad aumentare nel locale, comincia anche a scatenarsi in un infernale bolgia.

Un mio pensiero, vedendo la loro folta discografia, in quanto la band è all’attivo dal 1996 con due demo, sei album, un EP, tre split ed una raccolta, è di vedere alla luce al più presto un nuovo full length con queste due new entry e sicuramente sarà una sorpresa per gli amanti delle sonorità più estreme. Unico appunto mi piacerebbe che come i mastri Dark Funeral, ogni tano dessero qualche sferzata melodica per staccare, con l’uso di qualche keyboard anche in tonalità cupa, ma chi lo sa…… Comunque buona anche questa
Promossi

Setlist – NervoChaos

“Infernal Words2
“Ad Maiorem Satanae”
“Gloriam”
“Mind Under Siege”
“Shadow of Detruction”
“Total Satan”
“From Below not above”
“Pazuzu is Here”
“Might Justice”
“Moloch Rise”
“Pure Hemp”

Line Up – NervoChaos

Eduardo Lane: batteria
Thiago Anduscias: basso elettrico
Cherry Taketani: chitarra
Lauro Nightrealm: chitarra, voce (Scream/Growl/Infernal Howling)

Mortuary Drape

Sul palco le luci si fanno più fioche, compaiono ad una ad una quattro figure incappucciate. La più maestosa ed imponente lo terrà questo cappuccio per tutta la serata, a sorta di  mietitore d’anime. Si appoggerà su di uno scranno, dove porrà in bella vista una stola con l’effige della band, incastonata con due calici ed una croce capovolta e dalla sua bocca pronuncerà nelle canzoni il verbo del maligno e delle anime tormentate. La black/death metal band Italiana di origine piemontese è all’attivo da ben 30 anni con quattro demo, cinque album , due live, due EP e due split e lo vediamo da come si muovono e si comportano che abbiamo a che fare con dei veri professionisti che in barba alla concorrenza straniera surclassano tutti , in quanto se ne accorge anche il pubblico che si accalca tutto per partecipare a questa “dance macabre”.

La notiamo subito la classe dal loro cantante Wildness Perversion (nonché fondatore originale della band dal 1986), dove con pochi gesti delle mani, come un direttore in questa macabra operetta, dimostra una teatralità unica ed un carisma che forse ho visto solo in Fernando Ribeiro dei Moonspell. I miei più sinceri complimenti. Non scherzano neanche gli altri della band che mettono in atto una produzione ed un impatto sonoro quasi chirurgico dove non sbagliano un assolo, un riff. Questo è quello che dico sempre nell’ambito del metal italiano: c’è differenza da chi suona solo come hobbista per divertire se stesso ed annoiare gli altri (ne conosco parecchi…) e chi invece è un professionista e suona per divertire e coinvolgere il pubblico con la sua bravura, e vi assicuro che questi ragazzi sono un tuono a ciel sereno, veramente grandiosi. Sono rimasto in piedi incollato vicino al palco dove la gente ha iniziato a fare di tutto mentre seguivano il verbo del predicatore WP e gli assoli di SR e DC  lasciano incollati gli spettatori per la bravura di questi artisti accompagnati dalle ritmiche serrate e precise del batterista MB e del bassista SC.

La band propone undici dei loro successi, saccheggiando la loro discografia, portando dal vivo i loro migliori brani con il risultato di una scaletta d’eccellenza dove spiccano “Primordial“, l’omonima “Mortuary Drape“, le crepuscolari ed atmosferiche “Crepuscolar Whisper“, “Tregenda” e “Necromaniac” ma a conti fatti non hanno sbagliato un pezzo.
Nulla sotto tono e se posso azzardar,e sono loro i vincitori della serata a conficcare il vessillo italiano del metal dove anche la nostra nazione può dire veramente la sua. In definitiva un pieno trionfo, peccato non poter essere ad Alessandria il 12 novembre per il concerto del trentennale della loro carriera ma và bene così, ho potuto vederli ed è stato grandioso. La band chiude lo show con “Vengeance from Beyond” canzone completa dove la band mostra il meglio di se come i migliori Opeth del tempo di “Orchid“.
Una sola parola: perfetti.

Setlist – Mortuary Drape

“Mantra”
“Primordial”
“Lithany”
“Obsessed by Necromancy”
“Mortuary Drape”
“Crepuscolar Whispers”
“Dreadful Discovery”
“Tregenda”
“Necromaniac”
“Pentagram”
“Vengeance from Beyond”

Line Up – Mortuary Drape

Wildness Perversion: voce
DC: chitarra
SR: chitarra
SC: basso elettrico
MB: batteria

Vital Remains

Arriviamo all’esibizione della quarta band la quale non ha bisogno di presentazioni. I Vital Remains provengono dal New England, esattamente dal Rhode Island (stato americano che diede i natali a H.P. Lovecraft). Attivi dal 1989 fanno parte di quel gruppo di band che hanno fatto storia del death metal di stampo floridiano come Morbid Angel e Deicide.
Del gruppo originale è rimasto solo Tony Lazzaro dal 1989 che ha preso in mano le redini della band riassestando la line up modificata negli anni.

Notiamo da subito l’effetto scenico della band e del nuovo singer Brian Werner dalla voce e dal carisma figlio illeggittimo di Glen Benton, che si presenta sul palco vestito da sacerdote e durante l’intro da chiesa del dolore, brucia le pagine della bibbia (avete capito bene), imprecando contro Dio cosaciò che farà anche successivamente nello show), strappandosi poi la tonaca e scoprendo una maglietta con l’immagine della madonna con scritto milf. Non è un uomo è un unsane, un folle, che trascina la gente in un pogo infernale, gente che poi ha fatto di tutto: si è lanciata dal palco, si è presa a spallate. Il coinvolgimento c’è stato anche per gli altri musicisti dei Desecrator e dei NervoChaos, anche loro sotto il palco ad urlare nel verbo di satana.

La performance è stata eccezionale in quanto gli assoli incisivi proposti da Mr Tony Lanzaro, accompagnato dagli altri membri della band, hanno avuto tutti un esecuzione magistrale ed ho visto cose che sinceramente si vedevano fare solo ai connazionali Morbid Angel, arrivando a delle velocità mai udite, rasentando il muro del suono ma essendo allo stesso tempo tecnici. Sinceramente una band che merita più successo ed un nuovo album sicuramente. Pezzo forte del loro repertorio della serata sono i brani tratti dall’ultimo lavoro da studio datato 2007 “Icon of Evil” con le parti tratte dal film di Mel Gibson, “La Passione di Cristo” e soprattutto la track “Scorned” dove Tony dà il meglio di se con assoli alla Malmsteen e la voce del singer Brian Werner è veramente impressionante, come se fosse l’urlo dei cancelli dell’inferno, anche dal modo in cui fissava la gente dal palco nei tempi morti, come per sceglier una vittima.

Concludendo, band di alto livello che ha contribuito dopo i mastri Mortuary Drape ha tenere alta l’attenzione della serata anche nell’ora tarda (era quasi l’una quando hanno finito).

Setlist – Vital Remains

“Icons of Evil”
“Scorned”
“Hammer Down The Nails”
“In A World Without God”
“Dechristianize”

Line Up – Vital Remains

Tony Lazzaro: chitarra
Gator Collier: basso elettrico
Brian Werner: voce
Dean Arnold: chitarra

Venom Inc.

Ora è il turno dei Venom Inc., la creatura nata come band “parallela” degli storici Venom, con all’attivo Mantas alle chitarre, Abaddon alla batteria e Demolition Man (al secolo Tony Dolan) a basso e voce. La serata è stata retta magistralmente da tutto il gruppo e soprattutto dal pubblico, vero protagonista che dopo quattro band non si stancava mai di pogare e fare di tutto. Band mestierante che ha buone frecce nel suo arco proponendo brani storici dei Venom, quali “Leave Me in Hell”, “Black Metal“, “Witching Hour“, “Countess Bathory” e chi ne ha più ne metta. La cosa che mi ha lasciato perplesso è l’interpretazione di Dolan, ottima ma come timbro troppo simile al compianto Lemmy, sembrava quasi di sentire cantare lui. Sinceramente preferivo più Chronos che alla voce ha un’impronta più personale. Comunque sono artisti che sicuramente han fatto la loro parte in sede live, essendo anche gregari del loro lavoro, hanno chiuso in bellezza una serata nel nome del metallo mondiale.

Setlist – Venom Inc

“Rip Ride”
“Leave Me in Hell”
“Live Like an Angel”
“Don’t Burn the Witch”
“Welcome to Hell”
“Angel Dust”
“Red Light Fever”
“Blackened are the Priest”
“Carnivorous”
“Seven gates Of hell”
“In Nomine Satanas”
“Bloodlust”
“Poison”
“Buried Alive”
“Raise The Dead”
“Warhead”
“Sons Of Satan”
“Witching Hour”
“Black Metal”
“Countess”

Line Up – Venom Inc

Abaddon: batteria
Mantas: chitarra
Demolition Man: basso, voce

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