Le ricorrenze, le notizie, il Rock suddiviso per anni: l'Almanacco di Rock by WildSuccedeva oggi 

L’almanacco di Rock by Wild – 30 aprile

5 Ricorrenze per il 30 aprile

Nasce Paulo Jr.

(Belo Horizonte, 30 aprile 1969)

Oggi è il compleanno di Paulo Xisto Pinto Junior, meglio conosciuto come Paulo Jr., bassista brasiliano, attuale componente del gruppo thrash/groove metal dei Sepultura. È stato tra i fondatori della formazione nel 1984 insieme ai fratelli Max e Igor Cavalera, rispettivamente cantante e batterista, ed è anche l’unico membro fisso del gruppo.

Esce “Thin Lizzy

30 aprile 1971: “Thin Lizzy” è il primo album omonimo della band irlandese, pubblicato dalla Decca Records. Il disco, registrato a Londra, presenta un sound rock ricco di spunti blues e psichedelici. E’ inoltre fortemente influenzato dai lavori dei Cream e di Jimi Hendrix.

Tracce

1 The Friendly Ranger at Clontarf Castle – 2:57
2 Honesty Is No Excuse – 3:34
3 Diddy Levine – 7:04
4 Ray-Gun – 2:58
5 Look What the Wind Blew In – 3:16
6 Éire – 2:04
7 Return of the Farmer’s Son – 4:05
8 Clifton Grange Hotel – 2:22
9 Saga of the Ageing Orphan – 3:39
10 Remembering, Pt. 1 – 5:57

Formazione

Eric Bell – chitarrista
Brian Downey – batterista
Phil Lynott – bassista, cantante

Muddy Waters ci lasciava

(Rolling Fork, 4 aprile 1913 – Westmont, 30 aprile 1983)

Si ricorda oggi la morte di Muddy Waters, nato McKinley Morganfield, cantautore e chitarrista statunitense, generalmente considerato “il padre del blues di Chicago”. È anche il padre dei musicisti blues Big Bill Morganfield e Mud Morganfield. Considerato uno dei più grandi bluesmen di tutti i tempi, nonché uno degli artisti più influenti del ventesimo secolo, Muddy Waters è stato di grande ispirazione per l’esplosione della musica beat britannica degli anni sessanta e punto di riferimento per gruppi come Rolling Stones e Yardbirds. E’ stato posizionato al 49º posto nella lista dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone. La sua vita e quella della casa discografica Chess è stata raccontata nel film del 2008 Cadillac Records. Venne soprannominato fin da bambino Muddy Waters (“acque fangose”) dalla nonna, per via della sua abitudine di sguazzare nel fango in riva al Mississippi. Suo padre, Ollie Morganfield, era un contadino e un musicista; sua madre, Berta Jones, morì quando Muddy Waters aveva appena tre anni, lasciando ben dieci figli. In seguito alla morte della madre, Muddy seguì la nonna a Clarksdale. Qui, all’età di nove anni iniziò a suonare l’armonica e a sedici la chitarra.
Nonostante guadagnasse qualche centesimo suonando a feste e pic-nic nei dintorni di Clarksdale, lavorava, come la maggior parte dei neri del Sud, come raccoglitore nei campi di cotone dei bianchi. Son Slims, violinista e chitarrista, fu uno dei suoi primi maestri e con lui nel 1942 fece la sua prima registrazione per l’esperto in folklore Alan Lomax. Per un certo periodo gestì un juke joint, una sorta di locale improvvisato dove si praticava il gioco d’azzardo e si poteva ascoltare la musica di un jukebox, o lo stesso Muddy, che si esibiva dal vivo. Le sue prime registrazioni non vennero pubblicate, (uscirono solo decenni dopo), e Muddy Waters decise di andare a cercar fortuna a Chicago, dove il blues stava ormai dilagando. Arrivato nella capitale dell’Illinois, lavorava di giorno come autista e di sera suonava nei bar e in piccoli club. Fece così conoscenza con Sonny Boy Williamson e Tampa Red. Trovò presto un contratto con la casa discografica blues Chess, che in seguito avrebbe acquistato bluesmen come Little Walter, Howlin’ Wolf e Chuck Berry. Inizialmente, i fratelli Leonard e Phil Chess, fondatori dell’omonima casa discografica, non permisero a Muddy di farsi accompagnare dalla propria band nelle registrazioni in studio; difatti, nei primi dischi pubblicati per la Chess Records, è Ernest “Big” Crawford al contrabbasso ad accompagnare Waters alla chitarra elettrica. Dopo qualche anno, Chess cambiò idea e nel settembre del 1953 registrò per la prima volta Muddy Waters e l’intera band. Quest’ultima rimane una delle formazioni più acclamate e influenti della storia del blues: Little Walter all’armonica, Jimmie Rogers alla chitarra, Elga Edmonds, (noto anche come Elgin Evans), alla batteria e Otis Spann al piano. La band, durante tutti gli anni cinquanta, registrò una serie di classici passati alla storia del genere, con l’aiuto del bassista/cantautore Willie Dixon, che per loro compose classici come “Hoochie Coochie Man“, (Numero 8 nella classifica dei singoli R&B più venduti), “I Just Want to Make Love to You” (Numero 4), e “I’m Ready“. Secondo il critico di Rolling Stone Robert Palmer, queste tre canzoni rimangono il cavallo di battaglia della band. Muddy Waters, insieme all’armonicista Little Walter e al bluesman/band leader Howlin’ Wolf, regnò su tutta la scena blues di Chicago dei primi anni cinquanta; la sua band fu riconosciuta da molti come la migliore del periodo. Mentre Little Walter, sebbene nel 1952 iniziò una carriera solista, continuò a collaborare con Waters per tutto il decennio; Muddy sviluppò invece, nei confronti di Howlin’ Wolf, una sorta di rispettosa rivalità. Altri successi della band di Muddy Waters furono “Mannish Boy” e “Sugar Sweet” nel 1955, seguite dalle hit “Trouble No More“, “Forty Days & Forty Nights” e “Don’t Go No Farther” nel 1956. Muddy Waters morì nel sonno il 30 aprile 1983 nella sua casa di Westmont, poche settimane dopo il suo 70º compleanno. Al suo funerale, una folla di musicisti blues e fan rese omaggio a una delle forme d’arte più genuine. Due anni dopo la sua morte, la città di Chicago onorò il suo ricordo rinominando una parte della 43rd Street in “Honorary Muddy Waters Drive”, laddove un tempo egli aveva abitato. A proposito della sua morte, B.B. King dichiarò a Guitar World: «Dovranno passare anni e anni prima che la maggior parte della gente comprenda quanto è stato grandioso per la storia della musica americana».

Darrell Sweet ci lasciava

(Bournemouth, UK, 16 maggio 1947 – New Albany, Indiana, USA, 30 aprile 1999)

Oggi ricorre il giorno della morte anche di Darrell Antony Sweet, batterista e co-fondatore nel 1968 dell’hard rock band scozzese Nazareth, suonando nei primi 20 album della band. Nato a Bournemouth, in Inghilterra, i suoi primi anni li passò a suonare con la Burntisland, band di cornamuse; è stato anche membro degli Shadettes. Darrell è deceduto per attacco cardiaco a New Albany, nell’Indiana, dove il gruppo scozzese si trovava per un concerto del tour americano a sostegno del loro ultimo album, “Boogaloo“. Dopo essersi improvvisamente sentito male, fu portato al Floyd Memorial Hospital di New Albany, dove i medici lo dichiararono morto. Venne sostituito nella band da Lee Agnew, figlio del bassista Pete Agnew.

Ci lasciava Tim Calvert

(Alameda County, California, 7 novembre 1965 – Twain Harte, California, USA, 30 aprile 2018)

Si ricorda la morte di Tim Calvert, chitarrista americano conosciuto per il suo stile oscuro e lunatico di scrittura di canzoni creato attraverso il suo uso frequente di passaggi dissonanti e accordi diminuiti. E’stato membro delle band Forbidden e Nevermore. Ha iniziato le lezioni di chitarra con Bob Marshall a Castro Valley e alla fine ha preso lezioni da Jim Bedford a Hayward, in California per circa 10 anni. Ha suonato chitarre Jackson per tutta la sua carriera. Ha iniziato la sua carriera a metà degli anni ’80 in una thrash metal band chiamata Militia prima di unirsi ai Forbidden nel 1989. Ha fatto il suo debutto discografico nel 1990 con la band sul loro secondo album “Twisted into Form“, co-scrivendo gran parte del materiale e portando un suono più scuro e più progressista rispetto al suo predecessore, “Forbidden Evil“. Calvert lasciò i Nevermore nel 2000 per proseguire una carriera a tempo pieno come pilota, frequentando la scuola e lavorando a Seattle inizialmente prima di trasferirsi a San Luis Obispo, in California per il suo primo incarico, e in seguito Salt Lake City, Utah. Calvert è morto il 30 aprile 2018, a causa di complicazioni da sclerosi laterale amiotrofica. Aveva 52 anni.

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